Miki63
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«Ho in mano due offerte per l’acquisto di vaccini, una da 15 milioni ed una da 12 milioni di dosi. Si tratta di fiale autorizzate dall’Ema, proposte da intermediari verificati, con prezzi in linea con quelli concordati dall’Ue con Pfizer, AstraZeneca e Moderna». E il direttore della Sanità del Veneto, Luciano Flor, aggiunge: «Le bozze di contratto sono pronte, si può chiudere in tre-quattro giorni. I fornitori ci assicurano che i lotti arriverebbero in meno di un mese».
I perché
Ma se le cose stanno così, e prove contrarie al momento non ne sono state presentate, come è possibile che Zaia, Flor e Azienda Zero siano arrivati là dove il ministero della Salute e la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri non sono riusciti ad arrivare? E volendo passare oltre, posto che Zaia sta rilasciando dichiarazioni pubbliche sull’argomento da almeno dieci giorni, perché Arcuri non l’ha convocato immediatamente a Roma per capire se davvero, come e quando si possano avere quasi 30 milioni di vaccini senza violare gli accordi europei? Perché anche di questo Zaia e Flor sono certi: «Quando i portavoce della Commissione dicono che Stati e Regioni non possono procedere con acquisti che intacchino la “strategia europea”, intendono dire che non si possono fare acquisti che vadano a ridurre gli stock già promessi da Pfizer, Astrazeneca e Moderna a Bruxelles. Ma noi trattiamo dosi extra, che le case farmaceutiche immettono comunque nel mercato, perché mica c’è solo l’Europa, l’Europa è piccola se guardiamo al mondo intero. Altrimenti Israele come avrebbe fatto a vaccinare già tutti? La Gran Bretagna come potrebbe andare al doppio della nostra velocità? La Germania come avrebbe potuto acquistare 30 milioni di dosi aggiuntive?». E ancora, rincara Zaia: «Come avrebbe potuto Pfizer proporre al governo e ad Arcuri un addendum, a cui dare risposta entro termini ben precisi? Significa che vaccini in più ce ne sono eccome e se non li compriamo noi li compra qualcun altro».
Il no al «mercato nero»
Il presidente del Veneto respinge una volta di più il sospetto che così si alimenti il «mercato nero» del vaccino: «I prezzi sono in linea con quelli concordati dall’Ue e gli intermediari sono verificati, gli stessi a cui ci eravamo rivolti durante la prima ondata quando non si trovavano né mascherine, né ventilatori per le terapie intensive. Tutti li cercavano, nessuno riusciva ad averli. Tranne il Veneto». Zaia sottolinea come 27 milioni di dosi siano un quantitativo di gran lunga superiore a quello chiesto dal Veneto (4 milioni) e si dice pronto a mettere a disposizione dello Stato o di altre Regioni il canale aperto, «nell’ottica della massima collaborazione». Si vedrà che risponderà Arcuri, a cui Flor invierà una lettera con la richiesta di poter procedere all’acquisto e all’importazione delle fiale in questione. A lui hanno infatti rimandato da Aifa, a cui pure aveva scritto la Regione il 4 febbraio scorso, sostenendo che si tratta di questioni contrattuali e logistiche, non scientifiche e farmaceutiche, su cui l’Agenzia non può dire alcunché.
Vaccini, il Veneto di Zaia aspetta il «sì» di Arcuri per 27 milioni di dosi - CorrieredelVeneto.it
I perché
Ma se le cose stanno così, e prove contrarie al momento non ne sono state presentate, come è possibile che Zaia, Flor e Azienda Zero siano arrivati là dove il ministero della Salute e la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri non sono riusciti ad arrivare? E volendo passare oltre, posto che Zaia sta rilasciando dichiarazioni pubbliche sull’argomento da almeno dieci giorni, perché Arcuri non l’ha convocato immediatamente a Roma per capire se davvero, come e quando si possano avere quasi 30 milioni di vaccini senza violare gli accordi europei? Perché anche di questo Zaia e Flor sono certi: «Quando i portavoce della Commissione dicono che Stati e Regioni non possono procedere con acquisti che intacchino la “strategia europea”, intendono dire che non si possono fare acquisti che vadano a ridurre gli stock già promessi da Pfizer, Astrazeneca e Moderna a Bruxelles. Ma noi trattiamo dosi extra, che le case farmaceutiche immettono comunque nel mercato, perché mica c’è solo l’Europa, l’Europa è piccola se guardiamo al mondo intero. Altrimenti Israele come avrebbe fatto a vaccinare già tutti? La Gran Bretagna come potrebbe andare al doppio della nostra velocità? La Germania come avrebbe potuto acquistare 30 milioni di dosi aggiuntive?». E ancora, rincara Zaia: «Come avrebbe potuto Pfizer proporre al governo e ad Arcuri un addendum, a cui dare risposta entro termini ben precisi? Significa che vaccini in più ce ne sono eccome e se non li compriamo noi li compra qualcun altro».
Il no al «mercato nero»
Il presidente del Veneto respinge una volta di più il sospetto che così si alimenti il «mercato nero» del vaccino: «I prezzi sono in linea con quelli concordati dall’Ue e gli intermediari sono verificati, gli stessi a cui ci eravamo rivolti durante la prima ondata quando non si trovavano né mascherine, né ventilatori per le terapie intensive. Tutti li cercavano, nessuno riusciva ad averli. Tranne il Veneto». Zaia sottolinea come 27 milioni di dosi siano un quantitativo di gran lunga superiore a quello chiesto dal Veneto (4 milioni) e si dice pronto a mettere a disposizione dello Stato o di altre Regioni il canale aperto, «nell’ottica della massima collaborazione». Si vedrà che risponderà Arcuri, a cui Flor invierà una lettera con la richiesta di poter procedere all’acquisto e all’importazione delle fiale in questione. A lui hanno infatti rimandato da Aifa, a cui pure aveva scritto la Regione il 4 febbraio scorso, sostenendo che si tratta di questioni contrattuali e logistiche, non scientifiche e farmaceutiche, su cui l’Agenzia non può dire alcunché.
Vaccini, il Veneto di Zaia aspetta il «sì» di Arcuri per 27 milioni di dosi - CorrieredelVeneto.it