Dav. c. G.
Nuovo Utente
- Registrato
- 16/9/09
- Messaggi
- 50.372
- Punti reazioni
- 807
Grazie a Bolsonaro che ha lasciato correre il virus.
La mutazione che elude gli anticorpi
La mutazione E484K è sotto osservazione perché mostra una riduzione di 10 volte della neutralizzazione da parte di vari anticorpi rispetto al virus “comune” in alcuni pazienti. Lo ha evidenziato, tra gli altri, anche uno studio dell’Università di Siena che, in parole povere, ha sondato la penetrabilità del plasma neutralizzante di un paziente convalescente “sottoposto” al virus “autentico”. Il plasma ha neutralizzato completamente il virus per 7 passaggi, ma dopo 45 giorni il virus ha trovato “una strada” modificandosi e la modifica del giorno 73 ha comportato l’emergere della mutazione E484K nel dominio di legame del recettore. Con altre modifiche, il giorno 80 si è generata una variante completamente resistente alla neutralizzazione del plasma. La variante P.1 è anche ritenuta responsabile, in Brasile, della re-infezione di un paziente di 30 anni già guarito dalla malattia in occasione di un precedente contagio. Tuttavia, le mutazioni E484 hanno ridotto la neutralizzazione, ma non l’hanno cancellata. Neutralizzazione ridotta non significa assenza di immunità e sarà necessario uno studio accurato per determinare le implicazioni per la protezione negli esseri umani.
Diffusa in una città vittima della prima ondata
Il fatto che la stessa mutazione si sia evoluta in posti differenti potrebbe significare che il virus, quando spinto a mutare, trova la stessa soluzione. Potrebbe essere per questo motivo che la variante è sorta in un luogo dove la gran parte della popolazione era già stata infettata, come Manaus. L’alta prevalenza induce il coronavirus a cambiare per poter infettare più persone possibile. A Manaus si stima che a ottobre il 76% della popolazione fosse stato infettato, basandosi su un campione di anticorpi trovati nei donatori di sangue. A novembre il lignaggio P.1 non era ancora presente, ma nei campioni raccolti tra il 15 e il 23 dicembre, invece, è stato identificato nel 42% dei positivi. L’ulteriore preoccupazione è che la variante stia circolando in un posto dove si sarebbe dovuta raggiungere una certa soglia di immunità. Gli studi sono in corso.
Covid, la variante «brasiliana» spaventa: cosa sta succedendo a Manaus- Corriere.it
La mutazione che elude gli anticorpi
La mutazione E484K è sotto osservazione perché mostra una riduzione di 10 volte della neutralizzazione da parte di vari anticorpi rispetto al virus “comune” in alcuni pazienti. Lo ha evidenziato, tra gli altri, anche uno studio dell’Università di Siena che, in parole povere, ha sondato la penetrabilità del plasma neutralizzante di un paziente convalescente “sottoposto” al virus “autentico”. Il plasma ha neutralizzato completamente il virus per 7 passaggi, ma dopo 45 giorni il virus ha trovato “una strada” modificandosi e la modifica del giorno 73 ha comportato l’emergere della mutazione E484K nel dominio di legame del recettore. Con altre modifiche, il giorno 80 si è generata una variante completamente resistente alla neutralizzazione del plasma. La variante P.1 è anche ritenuta responsabile, in Brasile, della re-infezione di un paziente di 30 anni già guarito dalla malattia in occasione di un precedente contagio. Tuttavia, le mutazioni E484 hanno ridotto la neutralizzazione, ma non l’hanno cancellata. Neutralizzazione ridotta non significa assenza di immunità e sarà necessario uno studio accurato per determinare le implicazioni per la protezione negli esseri umani.
Diffusa in una città vittima della prima ondata
Il fatto che la stessa mutazione si sia evoluta in posti differenti potrebbe significare che il virus, quando spinto a mutare, trova la stessa soluzione. Potrebbe essere per questo motivo che la variante è sorta in un luogo dove la gran parte della popolazione era già stata infettata, come Manaus. L’alta prevalenza induce il coronavirus a cambiare per poter infettare più persone possibile. A Manaus si stima che a ottobre il 76% della popolazione fosse stato infettato, basandosi su un campione di anticorpi trovati nei donatori di sangue. A novembre il lignaggio P.1 non era ancora presente, ma nei campioni raccolti tra il 15 e il 23 dicembre, invece, è stato identificato nel 42% dei positivi. L’ulteriore preoccupazione è che la variante stia circolando in un posto dove si sarebbe dovuta raggiungere una certa soglia di immunità. Gli studi sono in corso.
Covid, la variante «brasiliana» spaventa: cosa sta succedendo a Manaus- Corriere.it