Penso che Renzi abbia ragione su quanto sta facendo il governo sul R.P.

tutmosi

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Articolo pubblicato qui "a latere",ma lo riporto el caso che sia sfuggito a qualcuno.


Mi è successo di colloquiare con un professore universitario che si è preso la briga di leggersi le 172 pagine del Recovery Plan, creato dal Governo e pronto per essere presentato alla Commissione Europea.
Vi scrivo testualmente cosa mi ha detto questo personaggio che, di sicuro, ne sa molto di più del nostro Governo farloccone.

“E’ stata un’esperienza non proprio appagante perché mi ha dimostrato per l’ennesima volta la pochezza del lavoro fatto dal Governo. Concetti spiegati male, progetti approssimativi e poco chiari, e per giunta poco credibili. Insomma, mi sembra il classico documento scritto in politichese che è poco concreto, fa tante parole e conclude nulla. Sono praticamente certo che ce lo rimandano al mittente senza pensarci troppo. Mi viene quasi da chiedermi se chi doveva redigere questo documento, chi doveva studiare ed analizzare dei progetti, sapesse cosa stava facendo. Concetti banali, buttati li con grande relativismo. Si pensa di essere credibili solo perché si ripete che “green è bello” e che bisogna digitalizzare la Pubblica Amministrazione? “

Ecco, credo che una voce competente vale più di quella di un blogger di periferia che tra l’altro non ho letto se non in modo indiretto come in articoli di terze parti, come QUESTO.

Malgrado ciò, il mio parere è assolutamente in linea con il professore sopracitato. E aggiungo una mia elucubrazione. Mi sembra quasi che il documento cerchi di giustificare come spendere dei soldi europei ma…senza dare concretezza alle riforme che invece sono il perno attorno al quale gira la possibile benedizione della Commissione Europea. Un esempio: parliamo di “governance”. Il documento dice che la governance verrà presentata in Parlamento ma, nel documento, non se ne parla in modo concreto. A Bruxelles ci conoscono bene e secondo voi ci danno una valanga di miliardi senza avere chiara una governance che regola le procedure che riguardano la gestione dei soldi ricevuti dal Recovery Fund?

Inoltre Bruxelles ci chiede riforme e anche monitoraggio. E secondo voi quest’ultimo aspetto lo abbiamo organizzato e strutturato?

Per carità. Signori, qui stiamo per farci un autogol cosmico. Lo temevamo e i nostri timori si stanno concretizzando. Ai posteri (e alle potenziali crisi di governo) l’ardua sentenza.

STAY TUNED!



Danilo DT
 
Sì, certo, e il ponte sullo stretto.
Ma ci faccia il piacere :D
 
ma certo che ha ragione, sono dilettanti allo sbaraglio
 
Renzi ha ragionissima nella sostanza. Non so prevedere però a che scenario porterà, però.
 
Renzi ha ragione.
Il problema è che spesso lui dice cose cui poi non seguono i fatti.
A parole è un maestro.
 
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Renzi ha ragionissima nella sostanza. Non so prevedere però a che scenario porterà, però.

Che sostanza?
ma se gli avevano riscritto il recovery andandogli incontro....
solo che come disse Bersani,
se Conte si veste da muratore e si metta a costruire il ponte sullo stretto, poi dice che vuole il ponte per la Sardegna
 
Cmq è vero , a vedere tutti i giorni apparire un bonus nuovo cascano veramente le braccia ...
 
Renzi ha ragione.
Il problema è che spesso lui dice cose cui poi non seguono i fatti.
A parole è un maestro.

Nel caso di renzi non vi è alcuna correlazione tra quello che dice, quello che pensa e quello che fa... :o
 
Ho cercato altri pareri,ho trovato questo articolo che conferma tutto

Il Recovery Plan è una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingerà
Lidia Baratta

Il Recovery Plan e una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingera - Linkiesta.it


Dopo aver letto le oltre 170 pagine del piano italiano, molti economisti contattati da Linkiesta hanno definito il testo come «fumoso» e «poco credibile». È utile solo come bozza per tenere buono il Parlamento. Sono critici anche i sindacati: non è previsto nessun monitoraggio dei progetti.

Un documento «eminentemente politico», ancora troppo «vago», «fumoso», «poco credibile», con obiettivi ambiziosi ma «senza indicare gli strumenti per realizzarli» e i «risultati attesi». Dopo aver letto le 172 pagine del Recovery Plan “Next Generation Italia”, molti economisti e giuristi non hanno creduto ai loro occhi.

«Così com’è la Commissione europea rimanderà indietro il documento», avverte Tommaso Monacelli, ordinario di Economia all’Università Bocconi di Milano. «È come se la maestra avesse detto di fare i compiti di italiano a pagina 115 e noi abbiamo fatto i compiti di inglese a pagina 90. Non abbiamo capito cos’è il Recovery Plan, o facciamo finta di non capire. Questo è un documento di equilibrismo politico fatto per chiudere la crisi, distribuendo i soldi un po’ qui e un po’ lì, tipo Italia anni Ottanta. D’altronde chi è che non è d’accordo a potenziare la green economy, la parità di genere o la digitalizzazione della pubblica amministrazione? Ma non c’è traccia alcuna di competenza economica».

A lasciare perplessi è l’assenza di un piano operativo dettagliato. Più che il documento finale per il rilancio italiano post-Covid, il testo arrivato in Consiglio dei ministri «sembra giusto una bozza da far votare al Parlamento, destinata poi a essere del tutto modificata e riscritta», commentano in tanti.

«Il testo è migliorato rispetto alla prima bozza e soprattutto si è più capito che il punto centrale del Next Generation Eu non sono i soldi, ma le riforme con i soldi», spiega Andrea Garnero, economista dell’Ocse. Ma ancora non ci siamo. Anche perché, fa notare Garnero, «non viene specificata quale sarà la governance del piano. Il governo scrive che presenterà al Parlamento un modello di governance, ma questo è “il” punto centrale. Non è che in Italia finora siano mancate le idee su cosa fare: è che per mille motivi non siamo riusciti a realizzarle. Quindi finché la governance non è chiarita, e soprattutto non è chiarito cosa cambia rispetto al passato, è difficile giudicare quanto del piano possa diventare realtà».

Al di là del restyling del documento che va incontro alle richieste e alle critiche dei partiti di maggioranza nel pieno della crisi di governo, è l’impalcatura che non convince gli esperti. «Non c’è traccia a riferimenti alla letteratura scientifica per sostenere ciò che viene scritto», dice Monacelli. «Non basta scrivere che vogliamo raggiungere l’inclusione di genere e su questa mettiamo tot miliardi. La Commissione vorrà sapere come sarà declinato il progetto, se verranno creati nuovi asili nido, quanti, dove, con che orizzonte temporale. E dovremo specificare che con la costruzione di questi asili vogliamo raggiungere un certo incremento dell’occupazione femminile entro il 2026. Se avremo costruito asili, ma non avremo raggiunto obiettivi specificati nel piano, i soldi la Commissione non li darà».

Per chi volesse proseguire la lettura queesto il link

Il Recovery Plan e una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingera - Linkiesta.it
 
Ma è anche poco furbo .
Aspettava che la commissione UE lo bocciasse , il governo veniva giu' da solo ...

Non sono previsti esami di riparazione,o dentro o fuori.
 
io ancora devo capire come possano dei fantomatici progetti(ma quali poi la tav? il ponte sullo stretto?) pareggiare i fatturati azzerati perché le attività sono ferme :boh:
 
Il Recovery Plan è una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingerà
Lidia Baratta

Il Recovery Plan e una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingera - Linkiesta.it


Dopo aver letto le oltre 170 pagine del piano italiano, molti economisti contattati da Linkiesta hanno definito il testo come «fumoso» e «poco credibile». È utile solo come bozza per tenere buono il Parlamento. Sono critici anche i sindacati: non è previsto nessun monitoraggio dei progetti.

Un documento «eminentemente politico», ancora troppo «vago», «fumoso», «poco credibile», con obiettivi ambiziosi ma «senza indicare gli strumenti per realizzarli» e i «risultati attesi». Dopo aver letto le 172 pagine del Recovery Plan “Next Generation Italia”, molti economisti e giuristi non hanno creduto ai loro occhi.

«Così com’è la Commissione europea rimanderà indietro il documento», avverte Tommaso Monacelli, ordinario di Economia all’Università Bocconi di Milano. «È come se la maestra avesse detto di fare i compiti di italiano a pagina 115 e noi abbiamo fatto i compiti di inglese a pagina 90. Non abbiamo capito cos’è il Recovery Plan, o facciamo finta di non capire. Questo è un documento di equilibrismo politico fatto per chiudere la crisi, distribuendo i soldi un po’ qui e un po’ lì, tipo Italia anni Ottanta. D’altronde chi è che non è d’accordo a potenziare la green economy, la parità di genere o la digitalizzazione della pubblica amministrazione? Ma non c’è traccia alcuna di competenza economica».

A lasciare perplessi è l’assenza di un piano operativo dettagliato. Più che il documento finale per il rilancio italiano post-Covid, il testo arrivato in Consiglio dei ministri «sembra giusto una bozza da far votare al Parlamento, destinata poi a essere del tutto modificata e riscritta», commentano in tanti.

«Il testo è migliorato rispetto alla prima bozza e soprattutto si è più capito che il punto centrale del Next Generation Eu non sono i soldi, ma le riforme con i soldi», spiega Andrea Garnero, economista dell’Ocse. Ma ancora non ci siamo. Anche perché, fa notare Garnero, «non viene specificata quale sarà la governance del piano. Il governo scrive che presenterà al Parlamento un modello di governance, ma questo è “il” punto centrale. Non è che in Italia finora siano mancate le idee su cosa fare: è che per mille motivi non siamo riusciti a realizzarle. Quindi finché la governance non è chiarita, e soprattutto non è chiarito cosa cambia rispetto al passato, è difficile giudicare quanto del piano possa diventare realtà».

Al di là del restyling del documento che va incontro alle richieste e alle critiche dei partiti di maggioranza nel pieno della crisi di governo, è l’impalcatura che non convince gli esperti. «Non c’è traccia a riferimenti alla letteratura scientifica per sostenere ciò che viene scritto», dice Monacelli. «Non basta scrivere che vogliamo raggiungere l’inclusione di genere e su questa mettiamo tot miliardi. La Commissione vorrà sapere come sarà declinato il progetto, se verranno creati nuovi asili nido, quanti, dove, con che orizzonte temporale. E dovremo specificare che con la costruzione di questi asili vogliamo raggiungere un certo incremento dell’occupazione femminile entro il 2026. Se avremo costruito asili, ma non avremo raggiunto obiettivi specificati nel piano, i soldi la Commissione non li darà».

Per chi volesse proseguire la lettura queesto il link

Il Recovery Plan e una fumosa lista della spesa che la Commissione Ue respingera - Linkiesta.it

Molte grazie.
Saluti.
 
E governo tecnico vero, che non guardi in faccia nessuno, la politica ha gia' fatto anche troppi danni per quattro voti.
Saluti.

abbiamo presente che il "governo tecnico" comunque deve essere retto da una maggioranza di questo parlamento?

Io ho pietà dell'eventuale premier "tecnico" che deve fare un vertice di maggioranza e sentire aprire bocca il bibitaro Giggino e la sua abissale ignoranza, Bersani che comincia a vaneggiare di "muratori" come Nonno Simpsons, Toninelli, Crimi, Speranza e altri "premi nobel"

Non che un vertice con Salvini che mangia le ciliege e rutta sarebbe molto diverso ma penso che ormai i "tecnici" dopo Monti abbiano imparato la lezione.
 
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