fasilor
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#Calenda
"Carissimi,
non ho mai commentato i provvedimenti del Governo per contenere la pandemia, perché in un momento di emergenza dobbiamo tutti ubbidire per rallentare il contagio. Ma è altrettanto vero che è in questi momenti che lo Stato deve essere forte e far funzionare le cose.
La prima ondata di diffusione del virus ha colto tutti impreparati, ma la seconda ondata non è una sorpresa, sapevamo tutti che sarebbe arrivata. Ora che si avvicina l'ipotesi di un secondo lockdown, tutti ci chiediamo la stessa cosa: abbiamo fatto tutto il possibile in questi mesi per prepararci ad affrontare al meglio questa sfida difficilissima? La risposta è no.
A maggio abbiamo presentato, a voi, ai media e direttamente al Governo un piano scritto dal team di Azione che si occupa di sanità. Un documento molto dettagliato che illustrava cosa fare in ogni Regione, per creare una cintura di sicurezza che ci proteggesse nel momento in cui il virus sarebbe tornato a diffondersi, per provare a conviverci senza bloccare il Paese.
Quanti tamponi dobbiamo essere in grado di effettuare, quanti posti in terapia intensiva o residenze Covid, quante mascherine, quanti medici di medicina generale o personale nei dipartimenti di prevenzione. Indicando le soglie - in ogni Regione - per farci trovare pronti. 5 mesi dopo, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto e ancora una volta si rischia di scaricare tutto sui cittadini.
Com'è possibile? Perché nessuno in Italia riesce a far accadere le cose. Ogni giorno con Azione insistiamo sull'importanza della gestione, ricordando che stanziare fondi e annunciare misure è solo il primo passo e che la vera sfida è implementarle realmente. Invece quello che accade è che sentiamo continuamente annunci a cui non seguono i fatti, senza reagire.
Succede in ogni ambito, pensate alle misure economiche per fronteggiare la crisi dovuta al Covid. Sono stati stanziati 105 miliardi, un'enormità, di cui una buona parte non è mai arrivata a famiglie e imprese. Ogni giorno parliamo di MES, dei tanti miliardi del Recovery Fund che arriveranno, ma la verità è che non siamo in grado di spendere quelli che già abbiamo.
Questo è un Paese in cui la politica per il 90% è scontro ideologico e annunci e nessuno sta seduto alla scrivania a gestire le cose, a far in modo che accadano veramente. Si dà spesso la colpa alla burocrazia, ma è compito della politica governarla.
Abbiamo anche noi cittadini una grande responsabilità, perché siamo noi che abbiamo scelto questa classe politica, dividendoci in tifoserie, scontrandoci tra di noi in discussioni ideologiche e apprezzando slogan che nascondono il nulla. Il buongoverno, che dovrebbe essere il fulcro dell'azione politica, è scomparso.
Ora, se ci sarà un secondo lockdown andrà rispettato scrupolosamente, perché la salute pubblica viene prima di tutto e serve una reazione durissima dello Stato verso chi - com'è accaduto a Napoli - strumentalizza una situazione drammatica e minaccia scontri in piazza o si presta al negazionismo.
Ma la verità è che lo Stato non funziona. E se per anni abbiamo pensato di cavarcela ognuno con i propri mezzi, oggi l'emergenza sanitaria ci ricorda che uno Stato che funziona fa la differenza tra la vita e la morte. Ricordiamocelo quando sceglieremo i nostri rappresentanti, ricordiamoci qual è il senso originario della parola politica: l'arte di Governo."
#azione
"Carissimi,
non ho mai commentato i provvedimenti del Governo per contenere la pandemia, perché in un momento di emergenza dobbiamo tutti ubbidire per rallentare il contagio. Ma è altrettanto vero che è in questi momenti che lo Stato deve essere forte e far funzionare le cose.
La prima ondata di diffusione del virus ha colto tutti impreparati, ma la seconda ondata non è una sorpresa, sapevamo tutti che sarebbe arrivata. Ora che si avvicina l'ipotesi di un secondo lockdown, tutti ci chiediamo la stessa cosa: abbiamo fatto tutto il possibile in questi mesi per prepararci ad affrontare al meglio questa sfida difficilissima? La risposta è no.
A maggio abbiamo presentato, a voi, ai media e direttamente al Governo un piano scritto dal team di Azione che si occupa di sanità. Un documento molto dettagliato che illustrava cosa fare in ogni Regione, per creare una cintura di sicurezza che ci proteggesse nel momento in cui il virus sarebbe tornato a diffondersi, per provare a conviverci senza bloccare il Paese.
Quanti tamponi dobbiamo essere in grado di effettuare, quanti posti in terapia intensiva o residenze Covid, quante mascherine, quanti medici di medicina generale o personale nei dipartimenti di prevenzione. Indicando le soglie - in ogni Regione - per farci trovare pronti. 5 mesi dopo, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto e ancora una volta si rischia di scaricare tutto sui cittadini.
Com'è possibile? Perché nessuno in Italia riesce a far accadere le cose. Ogni giorno con Azione insistiamo sull'importanza della gestione, ricordando che stanziare fondi e annunciare misure è solo il primo passo e che la vera sfida è implementarle realmente. Invece quello che accade è che sentiamo continuamente annunci a cui non seguono i fatti, senza reagire.
Succede in ogni ambito, pensate alle misure economiche per fronteggiare la crisi dovuta al Covid. Sono stati stanziati 105 miliardi, un'enormità, di cui una buona parte non è mai arrivata a famiglie e imprese. Ogni giorno parliamo di MES, dei tanti miliardi del Recovery Fund che arriveranno, ma la verità è che non siamo in grado di spendere quelli che già abbiamo.
Questo è un Paese in cui la politica per il 90% è scontro ideologico e annunci e nessuno sta seduto alla scrivania a gestire le cose, a far in modo che accadano veramente. Si dà spesso la colpa alla burocrazia, ma è compito della politica governarla.
Abbiamo anche noi cittadini una grande responsabilità, perché siamo noi che abbiamo scelto questa classe politica, dividendoci in tifoserie, scontrandoci tra di noi in discussioni ideologiche e apprezzando slogan che nascondono il nulla. Il buongoverno, che dovrebbe essere il fulcro dell'azione politica, è scomparso.
Ora, se ci sarà un secondo lockdown andrà rispettato scrupolosamente, perché la salute pubblica viene prima di tutto e serve una reazione durissima dello Stato verso chi - com'è accaduto a Napoli - strumentalizza una situazione drammatica e minaccia scontri in piazza o si presta al negazionismo.
Ma la verità è che lo Stato non funziona. E se per anni abbiamo pensato di cavarcela ognuno con i propri mezzi, oggi l'emergenza sanitaria ci ricorda che uno Stato che funziona fa la differenza tra la vita e la morte. Ricordiamocelo quando sceglieremo i nostri rappresentanti, ricordiamoci qual è il senso originario della parola politica: l'arte di Governo."
#azione