RedGrizzly
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Lo dimentichiamo troppo spesso: sono persone! come noi, non sono diverse da noi, hanno diritto a cercare una vita migliore, o semplicemente la vita!
Oggi la Chiesa ha celebrato nel mondo la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato. Una ricorrenza ricordata anche dal Papa all'Angelus che ha salutato i rappresentanti degli immigrati e le associazioni che quotidianamente assistono chi arriva in Italia.
"Preghiamo per i milioni di sfollati interni che, proprio come Gesù e i suoi genitori nella fuga in Egitto, vivono ogni giorno situazioni di paura, incertezza e disagi", ha detto il Papa invitando a riconoscere "nel volto degli sfollati il volto di Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella".
Una ricorrenza cara per il Papa che ha voluto da qualche tempo anche l'installazione nella piazza di un monumento dedicato proprio a chi è costretto a lasciare la propria terra. Quest'anno l'attenzione del suo Messaggio era rivolta in particolare agli sfollati interni, quelle persone costrette a spostarsi nel loro stesso Paese a causa di guerre o altri motivi. Una categoria "invisibile", come sottolinea Migrantes, la fondazione della Cei che ai occupa di accoglienza e integrazione. "È una categoria di persone che, a dispetto del loro numero, si stimano essere oggi circa 50 milioni, sono spesso invisibili. Persone che pur condividendo con i richiedenti asilo e i rifugiati il dramma di essere stati costretti a fuggire, i pericoli e la precarietà, non godono neanche di uno status giuridico riconosciuto: la loro protezione è affidata a quello stesso stato di appartenenza che a volte è la causa stessa dei loro mali", sottolinea don Gianni De Robertis, direttore generale di Migrantes, auspicando che gli Stati mostrino solidarietà nei confronti dei loro stessi cittadini.
Oggi la Chiesa ha celebrato nel mondo la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato. Una ricorrenza ricordata anche dal Papa all'Angelus che ha salutato i rappresentanti degli immigrati e le associazioni che quotidianamente assistono chi arriva in Italia.
"Preghiamo per i milioni di sfollati interni che, proprio come Gesù e i suoi genitori nella fuga in Egitto, vivono ogni giorno situazioni di paura, incertezza e disagi", ha detto il Papa invitando a riconoscere "nel volto degli sfollati il volto di Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella".
Una ricorrenza cara per il Papa che ha voluto da qualche tempo anche l'installazione nella piazza di un monumento dedicato proprio a chi è costretto a lasciare la propria terra. Quest'anno l'attenzione del suo Messaggio era rivolta in particolare agli sfollati interni, quelle persone costrette a spostarsi nel loro stesso Paese a causa di guerre o altri motivi. Una categoria "invisibile", come sottolinea Migrantes, la fondazione della Cei che ai occupa di accoglienza e integrazione. "È una categoria di persone che, a dispetto del loro numero, si stimano essere oggi circa 50 milioni, sono spesso invisibili. Persone che pur condividendo con i richiedenti asilo e i rifugiati il dramma di essere stati costretti a fuggire, i pericoli e la precarietà, non godono neanche di uno status giuridico riconosciuto: la loro protezione è affidata a quello stesso stato di appartenenza che a volte è la causa stessa dei loro mali", sottolinea don Gianni De Robertis, direttore generale di Migrantes, auspicando che gli Stati mostrino solidarietà nei confronti dei loro stessi cittadini.