vivaslan
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La vorrei ricordare con le parole di Giancarlo Lehner:
Dopo mie richieste, Valentino Parlato acconsentì ad ospitare alcuni miei articoli sulla Polizia.
Io intendevo far capire ai "compagni" che i poliziotti erano lavoratori e, in gran parte, di origine contadina e proletaria, ergo era assolutamente ignobile continuare a dipingerli come fascisti, servi del padrone, sgherri.
Sui muri di tutta l'Italia i "compagni" scrivevano PS=SS.
Era il periodo nel quale a sinistra si esigeva che i lavoratori delle forze di polizia dovessero essere disarmati e sempre non violenti.
Accadde a Roma che ad essere colpito da un proiettile sparato da un poliziotto fosse un giovane del fronte della gioventù.
Per coerenza con la campagna contro gli eccessi nella repressione delle manifestazioni, sottoposi alla redazione del Manifesto un articolo in cui condannavo il tutore dell'ordine, che aveva addirittura preso la mira e colpito in fronte, uccidendolo, il ragazzo.
Notavo che non si fucilano i ragazzi, al di là della loro militanza politica.
La redazione si divise esattamente in due: il 50% si disse d'accordo col mio scritto e l'altro 50% fu contrario a pubblicarlo.
Per la decisione finale, si attese l'arrivo di Rossana Rossanda, l'ago della bilancia.
La Rossanda lesse il mio articolo, lo stracciò e ad alta voce esclamò che uccidere un fascista era giusto, un dovere.....
Io mandai a quel Paese la Rossanda e giurai di non mettere mai più piede in quella redazione.
Dopo mie richieste, Valentino Parlato acconsentì ad ospitare alcuni miei articoli sulla Polizia.
Io intendevo far capire ai "compagni" che i poliziotti erano lavoratori e, in gran parte, di origine contadina e proletaria, ergo era assolutamente ignobile continuare a dipingerli come fascisti, servi del padrone, sgherri.
Sui muri di tutta l'Italia i "compagni" scrivevano PS=SS.
Era il periodo nel quale a sinistra si esigeva che i lavoratori delle forze di polizia dovessero essere disarmati e sempre non violenti.
Accadde a Roma che ad essere colpito da un proiettile sparato da un poliziotto fosse un giovane del fronte della gioventù.
Per coerenza con la campagna contro gli eccessi nella repressione delle manifestazioni, sottoposi alla redazione del Manifesto un articolo in cui condannavo il tutore dell'ordine, che aveva addirittura preso la mira e colpito in fronte, uccidendolo, il ragazzo.
Notavo che non si fucilano i ragazzi, al di là della loro militanza politica.
La redazione si divise esattamente in due: il 50% si disse d'accordo col mio scritto e l'altro 50% fu contrario a pubblicarlo.
Per la decisione finale, si attese l'arrivo di Rossana Rossanda, l'ago della bilancia.
La Rossanda lesse il mio articolo, lo stracciò e ad alta voce esclamò che uccidere un fascista era giusto, un dovere.....
Io mandai a quel Paese la Rossanda e giurai di non mettere mai più piede in quella redazione.