L'ottimismo di Gualtieri

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

l'autunno italiano rischia di essere non caldo ma tragico: le casse pubbliche sono vuote - Politica

GODETEVI COME POTETE QUEST'ESTATE, L'AUTUNNO ITALIANO RISCHIA DI ESSERE NON CALDO MA TRAGICO - IL BIVIO DELLA MORTE SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: IL GOVERNO PREFERISCE LICENZIARE 10 PERSONE OGGI O CHIUDERE L'IMPRESA DOMANI, MANDANDONE A SPASSO 100? (CON I DISOCCUPATI IN PIAZZA ALLA VIGILIA DEL VOTO) - LE CASSE SONO VUOTE E I 25 MILIARDI DI SCOSTAMENTO CHE SI VOTANO OGGI SARANNO FINITI PRIMA ANCORA DI ESSERE SPESI - IL RECOVERY FUND ARRIVERÀ TRA LUGLIO E SETTEMBRE SÌ, MA DEL 2021. QUINDI GUALTIERI STA PRATICAMENTE RICATTANDO I GRILLINI A INGOIARE IL MES (MA DI MAIO VUOLE CHE SIA CONTE A METTERCI LA FACCIA)
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DAGONEWS

L'autunno italiano rischia di essere non caldo ma tragico, se l'attuale crisi economica dovesse confermarsi più lunga e profonda di quanto stimato inizialmente. Ricordate Gualtieri che dice ''non si perderanno posti di lavoro'' e ''si tratta di pochi punti di Pil'' lo scorso marzo/aprile? Ecco, no.
Tra i problemi più urgenti c'è il crollo della domanda, in Italia come all'estero. Per un paese che conta molto sull'export, avere i nostri principali partner commerciali (USA, Cina, Russia, Regno Unito) che arrancano e che non comprano più, è durissima. La domanda americana di beni italiani si è contratta del 15%, cifra che da sola vale circa l'1% del Pil.
E poi c'è lo smart working, che ha salvato alcune attività ma ne ha condannate altre. Il 40-50% del giro d'affari collegato a uffici e fabbriche rischia di sparire se le persone continueranno a lavorare da remoto.
Certo, Conte può consolarsi col ''mal comune mezzo gaudio'', visto che siamo immersi in una crisi globale senza precedenti, con paesi come la Francia che si trovano nella stessa situazione, essendo dipendenti da export e turismo come noi.

Il bivio più importante ora è quello del blocco dei licenziamenti. Confindustria ha messo Gualtieri davanti a uno scenario inquietante: preferisci licenziare 10 persone oggi o chiudere l'impresa domani, mandandone a spasso 100? Senza domanda, le aziende possono anche riprendere a lavorare, ma producono beni e servizi per cui non c'è al momento un mercato, e dunque hanno costi troppo alti rispetto a ricavi in netta contrazione.

La ministra grillina del Lavoro, Nunzia Catalfo, vuole prorogare il divieto di licenziamento fino al 31 dicembre. Ma per farlo il governo deve garantire una cassa integrazione di durata simile, cosa impossibile per come sono messe ora le casse pubbliche.

Metà dello scostamento di bilancio che si vota oggi, da 25 miliardi, sarebbe assorbita immediatamente dagli ammortizzatori sociali. Senza contare poi che il gettito fiscale sarà molto inferiore rispetto al 2019, dunque si stanno facendo i conti su basi pericolanti.
Per questo Gualtieri ha fatto quell'uscita sul ''Sole 24 Ore'' con cui sperava di mettere il M5S nel vicolo cieco del Mes. Molti grillini si sono anche ammorbiditi sul tema, ma nessuno vuole intestarsi l'ennesima promessa rimangiata. Di Maio in particolare vuole che sia Conte a mettere la faccia sull'attivazione del Fondo Salva-Stati davanti alla base grillina.
Da qui alla fine dell'anno, quando dovrà essere presentata la Finanziaria, rischia di aprirsi una voragine sotto i piedi del governo, che è stata allargata dalle ultime dichiarazioni-horror del ministro alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, confermate dal commissario UE Paolo Gentiloni, dove ha affermato che il 70% del Recovery Fund sarà disponibile tra 2021 e 2022, mentre la restante parte sarà allocata nel 2023. Cioè ci vorrà un anno prima di vedere il grosso dei fondi, e quindi l'attuale scostamento di bilancio è acqua fresca.
Non solo: Gualtieri ha pure fatto capire che il tema della seniority dei bond emessi dal Recovery Fund è identico a quello del Mes, sempre con l'obiettivo di edulcorare l'adozione del secondo. Anche perché visti i tagli alla sanità degli ultimi 20 anni, di investimenti legati a ospedali, assunzione di personale e restauro delle strutture fatiscenti, ce ne sarebbero eccome.
L'alternativa al Mes è quella di finanziarsi sul mercato, e per questo Gualtieri e Rivera hanno chiesto in via riservata agli investitori istituzionali che in genere si occupano delle emissioni di debito italiano, cosa sarebbe peggio in termini di tassi: niente Mes e una pioggia di nuovi Btp oppure il Mes con lo stigma che lo accompagna?
Perché l'Italia non può rischiare di non finanziarsi sul mercato e allo stesso tempo non può stampare moneta, come invece possono fare Stati Uniti e Regno Unito, dove si preannuncia la peggiore recessione in 300 anni ma almeno c'è libertà (quasi) totale nel produrre sterline dal nulla.
Mentre i prefetti ogni settimana fanno i loro rapporti alla Lamorgese (e lei li trasferisce a Palazzo Chigi) sul rischio di disordini sociali in caso di perdurare della crisi, l'unico spiraglio viene dalla Germania dove invece la domanda è rimasta sostenuta e permette di lavorare alle molte imprese del Nord Italia che fanno affari coi tedeschi.
Il nodo si intreccia con le elezioni regionali il 21 settembre: un'ondata di licenziamenti alla vigilia del voto, con milioni di disoccupati in piazza, sarebbe un harakiri.
Alla fine c'è sempre un punto, sottolineato anche dai quotidiani tedeschi: l'Italia potrà avere tutti i fondi che vuole, ma senza dei piani per investirli, non andrà da nessuna parte e continuerà a inventarsi mance e mancette come quota 100.

Ci sono centinaia di cantieri fermi e opere che darebbero lavoro a decine di migliaia di persone, paralizzate da una folle burocrazia, perché ormai per ogni committenza ci sono dieci avvisi di garanzia pronti a partire.
L'euforia per il Recovery Fund è aria fritta se non viene investito nell'unica cosa che può far ripartire il paese, cioè il lavoro. Il boom degli anni '60 è stato alimentato dalle grandi opere, dalle grandi fabbriche, a volte finite in rovina ma che almeno in quella stagione hanno permesso al paese di fare un salto in avanti che non ha più saputo ripetere. Finché non ci sarà un grande piano infrastrutturale, il resto dell'economia reale non potrà che affogare.
 
e beh... terzo trimestre cioè luglio/agosto/settembre che verranno confrontati sicuramente con il precedente trimestre aprile/maggio/giugno che comprende un mese e mezzo di lockdown e dopo l'uscita dallo stesso.... diciamo che dovrebbe fare un +30% per non essere disastroso :rolleyes:
 
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un giorno falliamo, il giorno dopo rimbalziamo, un'altro dobbiamo prendere il mes...

ridicoli
 
Scusate....riporto su...perchè sempre più convinto siamo sulla strada giusta :wall:
 
voi non sareste ottimisti con 25000 cucuzze garantite al mese?
io mi sveglierei col sorriso ogni mattina...:D:o
 
voi non sareste ottimisti con 25000 cucuzze garantite al mese?
io mi sveglierei col sorriso ogni mattina...:D:o

Ma infatti. Dovrebbe essere ovvio.
Lui si fa i soldi a palate come maggiordomo della Germania.
Gli interessa solo il suo portafoglio e le prebende di affidabile maggiordomo, che continua e continuerà a ricevere, null'altro gli frega .
 
il rimbalzo del gatto gualtiero detto anche gatto morto...
 
ci venderanno anche le mutande, sono messi lì con questo compito .:censored:
 
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