fallugia
Apota
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Come scrive Giovanni Pons su La Repubblica “gli investitori istituzionali si oppongono duramente all’accordo raggiunto tra governo e Atlantia sul futuro di Autostrade”.
E “a esporsi in prima persona, con una lettera datata 20 luglio, è Christopher Hohn, uno dei più noti e influenti gestori anglosassoni che attraverso il fondo inglese TCI gestisce circa 35 miliardi di dollari di investimenti. Una parte di questi soldi li ha investiti tre anni fa in Atlantia raggiungendo una quota del 6% e ora non ci sta a vedere i Benetton messi all’angolo e con la pistola puntata alla testa costretti ad accettare di uscire da Aspi”.
Hohn prospetta diverse opzioni per tutelare gli azionisti dal rischio di una distruzione del valore delle quote che detengono. Una potrebbe essere quella di procedere “subito con lo spin off di Aspi a tutti gli azionisti di Atlantia, così il prezzo lo determinerà il mercato e solo dopo Cdp potrà lanciare la sua Opa sul quantitativo di azioni che desidera acquistare”, per fare in modo che l’intero processo sia “trasparente, il prezzo “fair” e non distruttivo di valore”. Un’altra soluzione consisterebbe nell’affidare la valutazione di Autostrade a un advisor internazionale indipendente.
Dal fondo inglese TCI si leva un’altra voce con un messaggio ancora più forte, rivolto all’Italia:
“Il governo italiano deve agire in maniera trasparente nel fissare il prezzo di Aspi – ha derro il partner di TCI Jonathan Amouyal – il mondo sta guardando. Noi e altri investitori non metteremo più soldi in Italia se la fiducia dei mercati nell’ordinamento giuridico italiano non verrà ristabilita”.
https://www.finanzaonline.com/notiz...ntia-la-minaccia-del-fondo-inglese-all-italia
E “a esporsi in prima persona, con una lettera datata 20 luglio, è Christopher Hohn, uno dei più noti e influenti gestori anglosassoni che attraverso il fondo inglese TCI gestisce circa 35 miliardi di dollari di investimenti. Una parte di questi soldi li ha investiti tre anni fa in Atlantia raggiungendo una quota del 6% e ora non ci sta a vedere i Benetton messi all’angolo e con la pistola puntata alla testa costretti ad accettare di uscire da Aspi”.
Hohn prospetta diverse opzioni per tutelare gli azionisti dal rischio di una distruzione del valore delle quote che detengono. Una potrebbe essere quella di procedere “subito con lo spin off di Aspi a tutti gli azionisti di Atlantia, così il prezzo lo determinerà il mercato e solo dopo Cdp potrà lanciare la sua Opa sul quantitativo di azioni che desidera acquistare”, per fare in modo che l’intero processo sia “trasparente, il prezzo “fair” e non distruttivo di valore”. Un’altra soluzione consisterebbe nell’affidare la valutazione di Autostrade a un advisor internazionale indipendente.
Dal fondo inglese TCI si leva un’altra voce con un messaggio ancora più forte, rivolto all’Italia:
“Il governo italiano deve agire in maniera trasparente nel fissare il prezzo di Aspi – ha derro il partner di TCI Jonathan Amouyal – il mondo sta guardando. Noi e altri investitori non metteremo più soldi in Italia se la fiducia dei mercati nell’ordinamento giuridico italiano non verrà ristabilita”.
https://www.finanzaonline.com/notiz...ntia-la-minaccia-del-fondo-inglese-all-italia