[RIP] Alberto Alesina

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È l'alesina di alesina e giavazzi?
 
RIP
Non leggevo i suoi articoli.
Ricordo pero' negativamente il suo entusiasmo per il modo in cui vennero "salvate" le 4 banche.
 
R.I.P, lo ricorderemo così, come colui che 20 anni fa diceva le cose che ora dicono borghi e bagnai.
 
Io ricordo che anni fa disse che bisognava tassare di piu' gli uomini e di meno le donne. In pratica era un sessista discriminatore di genere.
 
Profezia di alesina del ’97: L’unione aumentera’ i conflitti tra gli stati e non portera’ nessun beneficio
 
Profezia di alesina del ’97: L’unione aumentera’ i conflitti tra gli stati e non portera’ nessun beneficio

" non ci sono prove che un cambio variabile penalizzi la crescita economica"
 
Da diversi anni, Alesina era uno dei massimi esponenti mondiali della cosiddetta “austerità espansiva”, considerata come una politica economica più efficace ed efficiente rispetto alla sola leva fiscale. Come si legge nel libro “Austerità, quando funziona e quando no” scritto con Giavazzi e Carlo Favero, Alesina sostiene che “L’austerità basata sulla riduzione della spesa pubblica è meno costosa in termini di crescita ed è più efficace nella stabilizzazione del rapporto debito/Pil rispetto all’austerità basata sull’aumento delle entrate del settore pubblico”.

Chi e Alberto Alesina, l’economista che ha teorizzato “l’austerita espansiva” | QuiFinanza


La scomparsa di Alberto Alesina | F. Trebbi


Alberto Alesina e Andrea Ichino
7 marzo 2017
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Una decina d’anni fa avevamo suggerito una proposta di facile attuazione: ridurre la tassazione sul (solo) lavoro femminile come «azione positiva» (affirmative action) da sperimentare fino al raggiungimento dell’obiettivo di una sufficiente parità di genere sia nei tassi di partecipazione sia nelle prospettive di retribuzione e di carriera. In questo modo, le famiglie avrebbero un incentivo a far lavorare le donne relativamente di più nel mercato e gli uomini di più a casa.
Molti studi dimostrano che una riduzione anche modesta delle aliquote sul reddito femminile induce un forte aumento dell’offerta di lavoro delle donne, facendo perdere allo Stato poco gettito fiscale dato l’aumento consistente della base imponibile. Quindi questa riduzione delle aliquote costerebbe relativamente poco e potrebbe essere compensata con la riduzione di quei trasferimenti alle famiglie che costano tanto e hanno effetti limitati o addirittura controproducenti perché si limitano ad alleviare i sintomi, senza contribuire a eliminare le cause delle disparità di genere. Aprire un asilo nido ad ogni angolo di strada, grazie ai sussidi dei contribuenti, non consentirà alle donne di lavorare di più nel mercato e avere carriere simili a quelle degli uomini, se saranno sempre loro a dover mollare tutto a metà pomeriggio per correre a prendere i figli.

E i figli non sono comunque l’unico compito che uomini e donne devono dividersi in casa, soprattutto in una popolazione in cui gli anziani richiedono sempre maggiore attenzione familiare. Sia per la cura dei figli sia per la cura degli anziani, meglio sarebbe risparmiare sui sussidi e lasciare più reddito in mano alle famiglie in modo che siano libere di scegliere il tipo di cura che preferiscono, piuttosto che affidare allo Stato il diritto di decidere cosa sia meglio.

La tassazione differenziata a favore delle donne, invece, cura la causa del problema perché induce le coppie a riequilibrare la divisione dei compiti familiari e di quelli svolti nel mercato.
Lo studio di una riforma fiscale svedese del 2007 mostra,
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Così il fisco può creare più lavoro per le donne - Corriere.it
 
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