Al mare a Pasqua? In Germania si può, da noi no. Restrizioni confermate fino al 3 maggio, col sole in una cartolina
di Redazione Trieste All News -10 Aprile 2020
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10.04.2020 – 21.40 – Boris Johnson sta meglio; dopo essere uscito dalla terapia intensiva può alzarsi e camminare un po’. Certo, alla sua età (che è anche un po’ quella di chi scrive), le ricadute sono sempre possibili, e finire di nuovo in terapia intensiva a causa del Coronavirus vuol dire, al cinquanta per cento, non uscirne più; ma con un po’ di fortuna (che gli auguriamo) sarà presto in grado di ritornare alla guida del suo paese, lasciando deluso chi già sperava (parecchi italiani, se i commenti sui Social Network sono un indicatore di come siamo) un po’ di poter dire: “Avete visto? Diceva di prepararsi a perdere i nostri cari, e si è perso lui”.
Dopo la conferma da parte di Conte, largamente attesa, del proseguimento della quarantena fino al 3 maggio (senza ora d’aria per i bambini e per i più deboli), “una decisione difficile ma necessaria, di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche” (e sociali), arriva anche un’altra conferma, quella di Confimprese, che evidenzia come dopo un mese di blocco e #iorestoincasa il fatturato di grandi catene e centri commerciali sia crollato del 95 per cento: di questo passo, alla riapertura, che manca ancora di una data certa anche se si è già dibattuto molto della necessità di indossare guanti e mascherine fino a un momento imprecisato nel tempo, un centro commerciale su 3 sarà fallito e i battenti rimarranno chiusi. Il 90 per cento delle imprese associate a Conimprese non ha ha inoltre più i soldi per le spese, e ha revocato i bonifici per gli affitti di aprile, maggio e giugno: onda lunga che inizierà a colpire, a breve, anche i proprietari degli immobili. Ma tant’è; per ora di questi problemi si parla sottovoce, mentre nella Bibbia del premier Giuseppe Conte c’è la sanificazione dei luoghi di lavoro fatta approfittando del periodo di chiusura (anche se le evidenze scientifiche alle quali ci si appoggia parlano di un virus che permane al massimo poche ore negli ambienti e sulle superfici; ambienti peraltro deserti da molti giorni). Insomma le pulizie di primavera.
Parallelamente alla decisione di Conte di confermare la quarantena (il presidente, l’11 marzo – un mese fa – aveva sottolineato nella sua diretta che l’effetto del grande sforzo chiesto agli italiani avrebbe potuto essere visto “in una quindicina di giorni”), una corte della Germania Orientale ha stabilito che i cittadini potranno recarsi, durante il fine settimana di Pasqua, sulla costa del mar Baltico, nonostante le restrizioni in vigore. L’alta corte di Greifswald ha deciso che la proibizione di viaggiare, stabilita dal governo di quella regione, è sproporzionata e limita eccessivamente la libertà dei suoi cittadini. I tedeschi di altre regioni non possono ancora spostarsi verso il mare, ma il Mecklenburgo-Pomerania Occidentale ha ritenuto che, nel rispetto della distanza di sicurezza, l’opinione dell’avvocato Jost von Glasenapp, che ha definito il divieto di viaggiare “inaccettabile”, sia da ritenere corretta: “Nessuno”, ha argomentato Glasenapp, “è stato in grado di spiegarmi perché il rischio d’infezione dovrebbe essere più alto sulle spaziose rive del mare rispetto a quello nelle città e negli appartamenti affollati”. In Germania, su una popolazione di 83 milioni di abitanti, finora i contagiati sono stati 118mila, con 2600 morti; secondo i ricercatori, il merito del contenimento delle conseguenze del Covid-19 va dato ai test di massa. Per i giudici tedeschi, ci sarà molto spazio nei resort in riva al mar Baltico, per i cittadini della regione, a seguito della mancanza di turisti, e quindi perché non approfittarne; in Italia, trasferirsi, pur rimanendo all’interno della stessa regione e spostandosi con mezzo autonomo, nella seconda casa di proprietà è stato vietato, e ci si prepara a inseguire i trasgressori con i droni: “Empty spaces, what are we living for…”