neuromante
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Mi viene in mente Russian Bear e DavG, ma ce ne sono tanti altri nel forum, spero non si offendano se non li cito…
In pratica con questa manova il governo AUMENTA il canone a chi non può permettersi un affitto a canone libero.
Bei PdM...
Articolo del corriere della sera con dati ufficiali:
Cedolare secca affitti: ipotesi di aumento sul canone concordato - Corriere.it
I contratti concordati funzionano bene in quasi tutte le grandi città italiane: ad esempio nella Capitale lo scorso anno gli affitti di lunga durata concordati sono stati addirittura più di quelli liberi: 25.265 contri 21.223.
Le associazioni di categoria sul piede di guerra
Le associazioni di categoria dei proprietari sono già sul piede di guerra ma paradossalmente i danni maggiori rischiano di subirli gli inquilini. Nelle grandi città la domanda di locazione supera la disponibilità di case anche perché molti proprietari stanno preferendo locare le case con il sistema degli affitti brevi. Questo sta portando a un aumento dei canoni generalizzato: se diminuisce l’appeal fiscale del concordato e nel contempo il mercato libero può garantire un lordo più alto, gli affitti calmierati saranno sempre più rari.
La ricaduta sui affittuari
Il problema non riguarda solo gli scenari prossimi del mercato, ma anche chi il contratto lo ha già in corso. Spiega il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: «Il decreto ministeriale 16 gennaio 2017 che detta le regole per i contratti concordati prevede esplicitamente all’articolo 6, coma 4, la possibilità per il proprietario di ricorrere a una commissione di conciliazione che riveda l’entità del canone nel caso di variazione dell’imposizione fiscale gravante sull’unità immobiliare locata». Così le poche decine di milioni di euro che l’Erario si aspetta finirà per pagarle con gli interessi chi cerca casa in affitto.
La protesta delle associazioni dei proprietari
L’Uppi (piccoli proprietari immobiliari) manifesta «forte indignazione in merito al fatto che nella manovra finanziaria per il 2020 il Governo abbia previsto l’aumento dal 10% al 12,5 % della cedolare secca per i contratti concordati. L’aliquota del 10% ha favorito l’accesso all’abitazione in affitto a canoni calmierati e azzerato l’evasione fiscale nel settore, spiega l’associazione. L’aumento della cedolare secca provocherà una richiesta generalizzata di ricalcolo al rialzo dei canoni da parte dei proprietari che hanno rinunciato ai canoni liberi, a fronte di una tassazione ridotta e scoraggerà l’utilizzo di questa tipologia di affitto riservata ad inquilini meno abbienti. Tale decisione, sostiene Uppi, va conto le Raccomandazioni all’Italia, provenienti dall’Unione Europea, che prevedono l’impegno nella lotta all’evasione.
In pratica con questa manova il governo AUMENTA il canone a chi non può permettersi un affitto a canone libero.
Bei PdM...
Articolo del corriere della sera con dati ufficiali:
Cedolare secca affitti: ipotesi di aumento sul canone concordato - Corriere.it
I contratti concordati funzionano bene in quasi tutte le grandi città italiane: ad esempio nella Capitale lo scorso anno gli affitti di lunga durata concordati sono stati addirittura più di quelli liberi: 25.265 contri 21.223.
Le associazioni di categoria sul piede di guerra
Le associazioni di categoria dei proprietari sono già sul piede di guerra ma paradossalmente i danni maggiori rischiano di subirli gli inquilini. Nelle grandi città la domanda di locazione supera la disponibilità di case anche perché molti proprietari stanno preferendo locare le case con il sistema degli affitti brevi. Questo sta portando a un aumento dei canoni generalizzato: se diminuisce l’appeal fiscale del concordato e nel contempo il mercato libero può garantire un lordo più alto, gli affitti calmierati saranno sempre più rari.
La ricaduta sui affittuari
Il problema non riguarda solo gli scenari prossimi del mercato, ma anche chi il contratto lo ha già in corso. Spiega il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: «Il decreto ministeriale 16 gennaio 2017 che detta le regole per i contratti concordati prevede esplicitamente all’articolo 6, coma 4, la possibilità per il proprietario di ricorrere a una commissione di conciliazione che riveda l’entità del canone nel caso di variazione dell’imposizione fiscale gravante sull’unità immobiliare locata». Così le poche decine di milioni di euro che l’Erario si aspetta finirà per pagarle con gli interessi chi cerca casa in affitto.
La protesta delle associazioni dei proprietari
L’Uppi (piccoli proprietari immobiliari) manifesta «forte indignazione in merito al fatto che nella manovra finanziaria per il 2020 il Governo abbia previsto l’aumento dal 10% al 12,5 % della cedolare secca per i contratti concordati. L’aliquota del 10% ha favorito l’accesso all’abitazione in affitto a canoni calmierati e azzerato l’evasione fiscale nel settore, spiega l’associazione. L’aumento della cedolare secca provocherà una richiesta generalizzata di ricalcolo al rialzo dei canoni da parte dei proprietari che hanno rinunciato ai canoni liberi, a fronte di una tassazione ridotta e scoraggerà l’utilizzo di questa tipologia di affitto riservata ad inquilini meno abbienti. Tale decisione, sostiene Uppi, va conto le Raccomandazioni all’Italia, provenienti dall’Unione Europea, che prevedono l’impegno nella lotta all’evasione.