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I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link
conosco il significato delle parole ma non capisco , i Falascia' hanno subito un trattamento a base di depo provera.?
Quindi l'idea sarebbe di "drogare" gli aiuti umanitari con gli anticoncezionali per evitare che le africane facciano 6 figli a testa in media ?
Di sicuro non la mia
Ma siccome Israele è additato come esempio vorrei vedere se Salvini proponesse certe cose a scapito di chi entra in Italia (o Le Pen per chi entra in Francia)
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Israele come la vuole Netanyahu è il modello per chi vuole una Polonia per polacchi, un’Ungheria per ungheresi, una Repubblica ceca per cechi. La sua campagna elettorale, oltre che sul fronte interno, si è giocata sulla tessitura di alleanze internazionali volte a rafforzare un’idea dello Stato in contrasto con il multiculturalismo.
Israele è uno degli stati più etnonazionalisti che esistano.
9 aprile 2019
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Israele come la vuole Netanyahu è il modello per chi vuole una Polonia per polacchi, un’Ungheria per ungheresi, una Repubblica ceca per cechi. La sua campagna elettorale, oltre che sul fronte interno, si è giocata sulla tessitura di alleanze internazionali volte a rafforzare un’idea dello Stato in contrasto con il multiculturalismo.
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Perche a Benjamin Netanyahu piacciono i sovranisti di Visegrad - l'Espresso
Quel legame tra Netanyahu, Bannon e i sovranisti d'Europa - InsideOver
Netanyahu festeggia l'etnocrazia d'Israele con Orban, smacchiato di antisemitismo | L'HuffPost
Matteo Salvini in Israele: chi c'e dietro il viaggio sovranista da Netanyahu - Libero Quotidiano
Il che non c'entra nulla dato che i falascià sono ebrei quanto gli aschenaziti (sempre ricordando che gli ebrei non sono tutti semiti per cui l'etnia ebrea non esiste )
Per inciso gli aschenaziti sono probabilmente ariani
Intendi semiti e ariani ( o indoari) sul piano linguistico?
O per ariani intendi gli iranici?
Suppongo che tu non condivida la teoria nazista sulla razza ariana.
ariani nell'Enciclopedia Treccani
Infatti è questa la strada giusta da seguire
I falascià hanno origine etiopica. Per neri spesso si intendono altre popolazioni.
Gruppi e popolazioni con pelle scura ci sono anche in India.
Pelle nera, ma anche bianca e mille varianti: le razze africane non esistono | OggiScienza
La storia dell'"Operazione Salomone", 25 anni fa - Il Post
I Falascia in Israele: gli ebrei ‘non ebrei’ — L'Indro
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I Falascià hanno subito nel corso degli anni vari atti di discriminazione e molti vivono nelle zone periferiche delle città ed al di sotto della soglia di povertà. Come riporta Jewish Virtual Library, nel 2015, il reddito di una famiglia etiope era del 35% inferiore a quello di una famiglia media in Israele. Oltre il 35% delle famiglie israeliane etiopi vive sotto la soglia di povertà rispetto al 18,6% delle famiglie israeliane in generale. I Falascià, tra le minoranze ebraiche, sono i più sottopagati e i meno scolarizzati.
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13 agosto 2019
La loro presenza, fin dall’antichità, è testimoniata nel libro del profeta Isaia, laddove si legge: «In quel giorno il Signore si prenderà nuovamente il resto del Suo popolo, rimasto dall’Assiria e dall’Etiopia e alzerà un vessillo ai popoli e raccoglierà i dispersi d’Israele dai quattro angoli della terra» (II: 11-12). Stiamo parlando di una singolare comunità di “ebrei-afro”, dunque di tradizione abramitica, anche se proveniente dall’Etiopia. Chiamati, comunemente, falascià, essi disdegnano questo appellativo a cui solitamente si attribuisce un’accezione negativa, significando “esiliato” o “straniero”. Preferiscono invece sentirsi dire che sono «Beta Israel» (ביתא ישראל in ebraico). Letteralmente, significa «Casa di Israele», un’espressione che la dice lunga sul forte senso di appartenenza al popolo ebraico.
Alcuni rabbini ritengono che essi siano discendenti della tribù perduta di Dan, quinto figlio di Giacobbe avuto da Bila, ancella di Rachele. Secondo altri studiosi, questa peculiare etnia deriverebbe, storicamente, dalla fusione tra le popolazioni africane e quegli ebrei fuggiti dal proprio Paese in Egitto ai tempi della distruzione di Gerusalemme nel 587 a.C. o in successive migrazioni della diaspora ebraica.
La tradizione ufficiale, invece, fa risalire la loro primogenitura all’unione tra il re Salomone e la regina di Saba che diedero alla luce Menelik. Sta di fatto che, proprio per questa ragione, i falascià sono sempre stati visti con sospetto dai fautori dell’ortodossia ebraica, in quanto l’appartenenza al popolo eletto avviene in forma matrilineare, essendo la donna colei che trasmette il sangue dei padri. Ma leggendo la Bibbia, è evidente che la regina di Saba non fosse ebrea, pertanto, in teoria, sostengono i rigoristi, neanche i discendenti africani dovrebbero esserlo. Dunque, da questo punto di vista, vi sarebbe stata una forzatura, da parte dei falascià, nel rivendicare la purezza delle loro origini, in contrasto con il pensiero inflessibile di certe scuole rabbiniche.
Molto importanti e chiarificatrici sono stati gli studi di Ester Herzog, autrice di un importante lavoro su questa comunità, secondo cui le prime notizie davvero documentabili sui falascià risalirebbero al ‘600/‘700 d.C. Le cronache del tempo parlano di un nucleo etnico-religioso sui generis residente nel cuore dell’Abissinia settentrionale. Sempre secondo tali fonti, i falascià avrebbero condotto, per circa tre secoli, un’esistenza pacifica anche se totalmente isolata dal resto del Paese, mantenendo intatti i propri costumi tradizionali, la propria cultura e naturalmente la propria religione. Sta di fatto che, sempre secondo l’autorevole studiosa, successivamente «gli ebrei etiopi avrebbero incominciato a essere oggetto di molteplici e dure persecuzioni e vessazioni da parte delle popolazioni limitrofe di religione mussulmana e ortodossa, subendo confische o sottrazioni di terre coltivate e di bestiame e altri atti di chiara intolleranza, quali la privazione dei diritti più elementari, la schiavitù e la cancellazione e profanazione dei luoghi e dei templi simbolo del loro credo. Intorno all’anno Mille, i mussulmani, ma anche gli ortodossi, profanarono o bruciarono quasi tutte le sinagoghe della comunità, costringendo i religiosi a nascondere libri sacri e reliquie in luoghi inaccessibili».
I falascià dunque subirono vessazioni d’ogni genere e furono addirittura costretti a trovare riparo nei pressi del Lago Tana, nell’Etiopia settentrionale e lì riuscirono a resistere a diversi tentativi di sterminio tra il VI e il XVII secolo.
Da rilevare che essi erano completamente all’oscuro dell’esistenza di loro correligionari nel mondo. Particolarmente significativa fu l’attenzione riposta dal filologo italiano, di fede ebraica, Filosseno Luzzatto (1829 – 1854) il quale si adoperò in favore di questi sconosciuti “fratelli neri”, lanciando diverse campagne per sensibilizzare gli israeliti presenti in Europa: impegno che vide la generosa partecipazione, spirituale e materiale, di eminenti rabbini spagnoli, boemi, tedeschi, inglesi, prussiani, galiziani e turchi. Questo indirizzo pro falascià trovò successivamente un paladino in un altro filologo di lingue semitiche, Jacques Faitlovitch, il quale, a seguito di un soggiorno in Etiopia nel 1905, portò in Europa 40 giovani ebrei afro. Essi frequentarono alcune importanti scuole ebraiche per apprendere, ad esempio, la liturgia dell’accensione delle candele dello Shabbat, il rito della festa di Simhat Torà e imparare la lingua ebraica a essi completamente ignota.
Infatti, il canone biblico dei falascià è in lingua etiope «ge’ez», dunque non in ebraico. Inoltre, anche se non seguono rigorosamente le prescrizioni talmudiche (quelle legate alla trasmissione e discussione orale della Torah), aderiscono a molte delle consuetudini legate alla tradizione ebraica, che sono peraltro seguite in Etiopia anche dai cristiani copti, che praticano gli stessi loro digiuni e hanno abitudini alimentari simili.
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I falascia
figli di un Dio minore
Il Giappone per i giapponesi, etc....ognuno deve scegliere il proprio modello di società