Morti gli alpinisti Nardi e Ballard sul Nanga Parbat

Poveri disgraziati. :(

Una morte tuttavia non priva di gloria, sopraggiunta durante la ricerca dei limiti di questo mondo.
 
uno sport in cui metti a rischio la vita, scusatemi,ma non lo capisco
R.I.P. entrambi
 
uno sport in cui metti a rischio la vita, scusatemi,ma non lo capisco
R.I.P. entrambi

non è sport, è qualcosa oltre, evidentemente hai un richiamo che ti porta in quei posti.
detto ciò se ci lasci le penne sono solo cavoli tuoi.
 
...aveva anche una discreta esperienza, per aver fatto gia' diverse scalate molto impegnative e pericolose.
...riposi in pace anche per il suo compagno di scalata.
Purtroppo le famiglie non possono ricevere per la sepoltura i corpi dei 2 scalatori a causa dell'elevata altezza dove sono situati dove nessun soccorritore puo' avventurarsi se non rischiando la sua stessa vita.
Ci sono 200 cadaveri sull'Everest ed e un problema
 
state a casa, non rompete i co-g-li-oni.
 
Chi va per certi mari, certi pesci piglia...

Davvero non la capisco tutta questa enfasi.

Quasi fossero morti per fare qualcosa che non è mai stato fatto prima... tipo andare su Marte o scendere di nuovo sulla luna... cosa comunque fatta da pochissimi...
 
personalmente a queste persone va tutta la mia stima e rispetto la passione le porta ad affrontare sfide al limite e scoprire fin dove il genere umano può arrivare, consapevoli dei pericoli.

se si dovesse ragionare come molte persone qua dentro,il genere umano sarebbe rimasto nella propria capanna
 
personalmente a queste persone va tutta la mia stima e rispetto la passione le porta ad affrontare sfide al limite e scoprire fin dove il genere umano può arrivare, consapevoli dei pericoli.

se si dovesse ragione come molte persone qua dentro,il genere umano sarebbe rimasto nella propria capanna

Ormai su quelle montagne si va come per fare gite domenicali... non c'è niente da scoprire nessun limite da superare.

l'unica incognita che c'è, e' se ci lasci la pelle o meno.
 
Chi va per certi mari, certi pesci piglia...

Davvero non la capisco tutta questa enfasi.

Quasi fossero morti per fare qualcosa che non è mai stato fatto prima... tipo andare su Marte o scendere di nuovo sulla luna... cosa comunque fatta da pochissimi...

lo spirito è lo stesso
 
se uno ha la passione c'è poco da fare , ma quando si muore non vale la pena .
Se qualcuno gli avesse detto - se vai morirai , ma con gloria - non penso proprio che sarebbe partito.
 
Questa non è passione...è selezione naturale della specie.

Se proprio uno ama il rischio.....si butti sotto la metro per vedere se ne esce vivo.
 
se uno ha la passione c'è poco da fare , ma quando si muore non vale la pena .
Se qualcuno gli avesse detto - se vai morirai , ma con gloria - non penso proprio che sarebbe partito.

E' mia opinione, tendente a certezza, che sia passione, grande passione della montagna, unita anche a grande impegno economico personale e a grande dispendio di tempo sottratto ad altri impegni.

Del resto è mia opinione che rischino freddo, cadute, embolie, infarti, ecc., anche i settantenni che fanno giri lunghi in bicicletta, talvolta anche gareggiando agonisticamente tra loro oltre i limiti e oltre la logica. Ovviamente rischi statisticamente meno meno frequenti che andare sul Nanga Parbat, sul K2 o sull'Everest (in ordine di rischiosità e inverso di altezza).
 
"Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un'idea…”

Daniele Nardi

Alla fine li hanno trovati ancora aggrappati al loro sogno, sulla montagna che hanno tanto desiderato e che adesso li custodirà per sempre. I corpi di Daniele Nardi, 42 anni di Sezze, in provincia di Latina e di Tom Ballard, 30 anni, inglese ma da tempo residente a Vigo di Fassa, nel cuore delle dolomiti Trentine, sono stati individuati sulla parte rocciosa dello Sperone Mummery del Nanga Parbat, 8.126 metri, che i due alpinisti stavano cercando di scalare in prima invernale.

Dopo undici giorni di ricerche, le speranze di ritrovare ancora in vita i due sono definitivamente svanite nel primo pomeriggio di ieri, quando l’analisi delle fotografie dell’alpinista spagnolo Alex Txikon, effettuate con un potente telescopio e inviate alla famiglia di Nardi, al coordinatore delle ricerche Agostino Da Polenza e all’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, ha fugato ogni dubbio. Le sagome individuate martedì e osservate per ore, sono proprio quelle dei due dispersi. Nessun altra spedizione, in quei giorni, era infatti impegnata sulla montagna.

Ancora non si sa e forse non si saprà mai, che cosa sia successo ai due alpinisti, anche se il pool dei soccorritori esclude che siano stati travolti da una valanga. Nonostante il campo base sia stato smontato e trasportato verso la valle dell’Indo e gli effetti personali di Nardi e Ballard spediti a Islamabad a disposizione delle famiglie, un’ultima ricognizione sarà effettuata questa mattina da Txikon che, con la sua squadra, sarà prelevato dall’elicottero nei pressi del villaggio di Ser, intorno ai 2.700 metri, per essere nuovamente portato sulla montagna, il più vicino possibile ai corpi. Il velivolo non si poserà e nessuno sbarcherà perché è troppo alto il pericolo valanghe. Per questa ragione le salme non saranno recuperate ma rimarranno sulla montagna. Sullo Sperone che per Nardi era diventato il principale obiettivo della sua attività alpinistica.

In ogni caso, anticipa Da Polenza, l’annuncio ufficiale della morte dei due alpinisti sarà dato, questa mattina, dall’ambasciatore Pontecorvo. «Sapere che Daniele resterà per sempre sulla montagna che ha tanto desiderato non è una consolazione sufficiente», dice ancora Da Polenza, amico di vecchia data dell’alpinista laziale. «In questi giorni di trepidazione – continua – abbiamo toccato con mano quanto Daniele fosse amato dalla sua gente ma non solo. Abbiamo sperimentato la vicinanza di tantissime persone, molte sconosciute, che in vari modi hanno voluto manifestare solidarietà al dramma della famiglia». Anche la raccolta fondi per sostenere gli ingenti costi degli elicotteri, avviata dalla famiglia e dagli amici di Nardi, ha registrato l’adesione di oltre 5.300 persone che, in soli cinque giorni, hanno donato poco meno di 145mila euro. Soldi che, adesso, saranno utilizzati per finanziare i tanti progetti a favore dei bambini dei villaggi che sorgono ai piedi delle grandi montagne pachistane, che Daniele sosteneva da tempo. Scuole e ambulatori saranno così, aggiunge Da Polenza, «il segno perenne del suo grande amore per questa terra». Dove Daniele e Tom resteranno per sempre, nell’abbraccio della montagna.
 
Boh, posso capire le imprese " uniche" ai tempi che furono, ma se non c è niente da scoprire se non una via nuova sul versante di una montagna già scalata migliaia di volte, mi sembra una morte inutile
Con l aggravante di lasciare un figlio piccolo che per tutta la vita dovrà crescere e vivere senza un padre, che è andato a morire a caso
Probabilmente nella scelta di queste vie ci saranno gli sponsor che vogliono qualcosa di unico, altrimenti per loro sarebbero soldi mal spesi.. Ma questo temo non lo sapremo mai
 
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