Anarca
o t'elèvi o te levi
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Trump, Putin e Brexit alla vigilia di una nuova Yalta per dividersi l'Europa e il mondo - Fasaleaks
Nel suo discorso della vittoria, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha detto due cose che mi hanno particolarmente colpito. Che andrà d’accordo con tutte le nazioni che vorranno essere amiche dell’America. E che ringrazia la folta schiera di generali, ammiragli, agenti dei servizi segreti e delle agenzie per la sicurezza nazionale che lo hanno sostenuto. Che significa? Vedremo. Una cosa, però, è chiara sin da ora. Le elezioni americane non hanno spazzato via il Novecento con le sue culture politiche, come vanno blaterando molti commentatori: quello è già morto e sepolto da quasi un trentennio ormai, da quando è caduto il Muro di Berlino. Il ciclone Trump, piuttosto, mette la parola fine su una certa gestione, diciamo pure per certi aspetti disastrosa, del post-guerra fredda da parte degli Usa, in particolare dei clan Bush-Clinton e relativi circoli finanziari. Si apre ora una nuova partita che ha come posta in gioco i futuri equilibri internazionali. Ed è una partita a tre: Putin (con alle spalle il suo sostenitore cinese), Trump (con alle spalle i suoi circoli militari e dell’intelligence) e la Gran Bretagna (con alle spalle le forze pro Brexit, che per prime hanno fiutato la nuova aria). Siamo insomma alla vigilia di una nuova Yalta, a una nuova spartizione del mondo in aree di influenza, con l’Europa destinata a disintegrarsi e costretta a decidere da quale parte stare. Un bene? Un male? Vedremo. Ma forse sarebbe meglio dire: abbiamo già visto.
Fasaleaks
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