Il dramma più grande dell'attuale platea politica italiana è la mancanza di un movimento politico che rappresenti quella parte di italiani, liberali,moderati, alternativi alla sinistra.
Di quelli che vedono in uno stato leggero e liberale, ma non per questo debole di fronte all'illegalità, un ideale a cui ispirarsi.
Sono cosciente che la stragrande maggioranza di voi, ha affidato o starà per affidare il proprio voto ad un movimento che dal nulla ha saputo ritagliarsi uno spazio enorme nell'elettorato.
Questo non per convinzione di idee, ma per risposta al resto del desolante panorama politico.
D'altronde viene difficile comprendere come una persona di buon senso possa ancora riporre fiducia in chi nel corso degli ultimi decenni ha demolito un paese che dalle macerie della seconda guerra mondiale, ha saputo ritagliarsi un spazio importante nel firmamento delle potenze mondiali. Garantendo un impennata diffusa ed omogenea di un benessere che aveva portato ad avere un autentica classe media italiana; quella che, da imprenditore, professionista o dipendente, sapeva di poter aspirare ad un futuro più roseo rispetto a quello dei propri genitori.
Inutile ora precisare che per i più giovani, ma anche per gli attuali 30/40/50enni, avverrà l'esatto contrario.
Possiamo continuare la rassegnazione, vomitando il nostro disagio attraverso un moVimento che, pur nella buona fede dei suoi esponenti, risulta del tutto privo delle risposte necessarie a ripensare un Italia diversa, innovativa e competitiva.
Oppure, peggio ancora, possiamo in maniera subdola e meschina continuare a riporre le speranze di rallentare il nostro inesorabile impoverimento nazionale affidandoci al partitismo tradizionale. Il cui unico fine è garantire e perpetuare all'infinito un sistema garantito e dorato per pochi a danno dei più. Senza il coraggio di fare le dolorose quantunque necessarie demolizioni dello status quo (che chiamerei piuttosto rivoluzioni).
Infine c'è la possibilità di reagire e di credere in qualcosa di nuovo e diverso. In chi rifugge da soluzioni semplici e semplicistiche, ma piuttosto vuole rovesciare le storture mostruose che reggono al contrario questo paese, anche al costo di sembrare impopolare. E, per qualcuno, fortunatamente lo saremo.
Siamo in pochi ora. Giovani trentenni di diversa estrazione sociale, lavorativa e professionale. Con una profondo sentimento di rabbia che però non offusca la voglia di riscatto che questa nazione può ancora avere.
La mission è chiara, ridare voce a quell'area maggioritaria nel paese di chi non crede più nel professionismo politico dei partiti, ma che nemmeno vuole affidare le proprie speranze ad un movimento settario ed incompetente, che nella ricerca e mantenimento del consenso si sta dimostrando ancora più sensibile della partitocrazia.
Siamo all'inizio ma ci potete trovare qui.
C'è bisogno di tutti, perdeteci due minuti.
https://www.facebook.com/NoilLiberali-1060866190621829/
No(i)lLiberali – Non vi è dilemma che possa resistere all'assedio della ragione
Di quelli che vedono in uno stato leggero e liberale, ma non per questo debole di fronte all'illegalità, un ideale a cui ispirarsi.
Sono cosciente che la stragrande maggioranza di voi, ha affidato o starà per affidare il proprio voto ad un movimento che dal nulla ha saputo ritagliarsi uno spazio enorme nell'elettorato.
Questo non per convinzione di idee, ma per risposta al resto del desolante panorama politico.
D'altronde viene difficile comprendere come una persona di buon senso possa ancora riporre fiducia in chi nel corso degli ultimi decenni ha demolito un paese che dalle macerie della seconda guerra mondiale, ha saputo ritagliarsi un spazio importante nel firmamento delle potenze mondiali. Garantendo un impennata diffusa ed omogenea di un benessere che aveva portato ad avere un autentica classe media italiana; quella che, da imprenditore, professionista o dipendente, sapeva di poter aspirare ad un futuro più roseo rispetto a quello dei propri genitori.
Inutile ora precisare che per i più giovani, ma anche per gli attuali 30/40/50enni, avverrà l'esatto contrario.
Possiamo continuare la rassegnazione, vomitando il nostro disagio attraverso un moVimento che, pur nella buona fede dei suoi esponenti, risulta del tutto privo delle risposte necessarie a ripensare un Italia diversa, innovativa e competitiva.
Oppure, peggio ancora, possiamo in maniera subdola e meschina continuare a riporre le speranze di rallentare il nostro inesorabile impoverimento nazionale affidandoci al partitismo tradizionale. Il cui unico fine è garantire e perpetuare all'infinito un sistema garantito e dorato per pochi a danno dei più. Senza il coraggio di fare le dolorose quantunque necessarie demolizioni dello status quo (che chiamerei piuttosto rivoluzioni).
Infine c'è la possibilità di reagire e di credere in qualcosa di nuovo e diverso. In chi rifugge da soluzioni semplici e semplicistiche, ma piuttosto vuole rovesciare le storture mostruose che reggono al contrario questo paese, anche al costo di sembrare impopolare. E, per qualcuno, fortunatamente lo saremo.
Siamo in pochi ora. Giovani trentenni di diversa estrazione sociale, lavorativa e professionale. Con una profondo sentimento di rabbia che però non offusca la voglia di riscatto che questa nazione può ancora avere.
La mission è chiara, ridare voce a quell'area maggioritaria nel paese di chi non crede più nel professionismo politico dei partiti, ma che nemmeno vuole affidare le proprie speranze ad un movimento settario ed incompetente, che nella ricerca e mantenimento del consenso si sta dimostrando ancora più sensibile della partitocrazia.
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