pasquino
Stay human
- Registrato
- 11/2/07
- Messaggi
- 41.631
- Punti reazioni
- 1.011
Il Qe mette in crisi Svezia e Danimarca: il Nord Europa si scopre più povero
Copenhagen come Stoccolma è impegnata nella difesa della divisa locale: a gennaio ha registrato il nuovo record di riserve in valuta estera dopo aver abbassato quattro volte i tassi da inizio anno
di GIULIANO BALESTRERI e RAFFAELE RICCIARDI
09 marzo 2015
(ansa)
MILANO - Dopo la Svizzera, è la volta di Danimarca e Svezia. Il Quantitative easing lanciato dalla Bce, che da oggi fino al settembre 2016 inietterà nell'economia europea 60 miliardi di euro al mese, mette in crisi le grandi banche centrali del Nord: da Copenhagen a Stoccolma gli economisti si chiedono come difendere le proprie valute dalla svalutazione dell'euro.
Per la Danimarca il problema è immediato: in base agli accordi con la Ue il cambio con l'euro non può oscillare più del 2,25%. A un deprezzamento della moneta unica deve quindi seguire quello della corona e viceversa. Per Stoccolma, invece, il problema è legato alla deflazione in cui è caduto il paese che ha bisogno di spingere i consumi per poter ripartire. Di certo, oggi, il ricco nord Europa si scopre più povero per una svalutazione "imposta" dalla debolezza dell'euro.
La prima ad alzare bandiera bianca era stata la Svizzera che lo scorso 15 gennaio ha annunciato l'addio a quota 1,2 contro l'euro: troppo caro per la Banca centrale elvetica difendere la parità, acquistando valuta estera per un Paese che non vuole mettere in crisi il proprio bilancio. La situazione è diametralmente opposta a quella dell'Eurozona che ha bisogno di svalutare l'euro per spingere l'export, i consumi e l'occupazione.
Adesso sono molti gli economisti che si chiedono quale possa essere il prossimo Paese a seguire le orme delle Svizzera. La Danimarca è il primo indiziato: da inizio anno la Banca centrale ha già tagliato quattro volte i tassi d'interesse portando quello sui depositi delle banche a -0,75%. A gennaio, inoltre, è stato registrato un incremento a livelli record delle riserve in valuta estera. Dal 1999, infatti, la valuta danese è agganciata all'euro con un intervallo di oscillazione teorica del 2,25%, che di fatto però non ha mai superato l'1%, cosa che si traduce in un rapporto di cambio che in genere viaggia poco lontano da quota sette: oggi con un euro si comprano 7,4 corone.
Il maxi programma di acquisto di titoli soprattutto pubblici è destinato a deprezzare ulteriormente la valuta europea: gli addetti ai lavori si chiedono fino a che punto la Danimarca sarà in grado di sostenere l'impegno preso con Bruxelles. Anche perché l'eventuale allargamento della banda di oscillazione andrebbe discusso con l'Unione europea: la Danimarca, infatti, non è entrata nell'euro, ma ha vincolato la propria valuta alla moneta unica all'interno di una banda di oscillazione, proprio come fanno - per almeno due anni - i paesi che chiedono di aderire alla valuta comunitaria.
L'andamento del cambio tra la corona danese e l'euro, dall'annuncio del Qe
Non c'è solo la Danimarca a lottare strenuamente. Parlando sempre di corone, anche la Svezia ha fatto di tutto per tenere basso il livello della valuta. Quella di Stoccolma, ad esempio, è stata una delle Banche centrali più attive recentemente: ha portato il tasso di rifinanziamento principale in terreno negativo (-0,1%) e non è escluso che possa agire di nuovo. Ha anche lanciato un proprio piano di Qe, senza precedenti nella storia del Paese nordico. Come ricordano a Bloomberg, infatti, dalla metà di febbraio la corona svedese ha guadagnato il 5% verso l'euro, che si è indebolita con l'approssimarsi del Qe. Eppure, per dirla con le parole del vice governatore Per Jansson, alla Riksbank (Banca centrale) hanno accolto "con disappunto" l'evoluzione recente del cambio.
Secondo la principale banca scandinava attiva sul Forex, la Seb, la soglia di 9 corone per 1 euro è quella indicativa della necessità di agire di nuovo: ormai ci siamo. Il problema della Svezia è che in queste condizioni non riesce a risollevare la dinamica dei prezzi verso il target del 2%, che condivide con la Bce: a gennaio l'inflazione è scesa dello 0,2% e solo due delle ultime 13 rilevazioni hanno mostrato una crescita annua dei prezzi. Al board del prossimo 29 aprile potrà prendere le contromisure necessarie.
L'andamento del cambio tra la corona svedese e l'euro, dall'annuncio del Qe
Condividi
Il Qe mette in crisi Svezia e Danimarca: il Nord Europa si scopre più povero - Repubblica.it
Copenhagen come Stoccolma è impegnata nella difesa della divisa locale: a gennaio ha registrato il nuovo record di riserve in valuta estera dopo aver abbassato quattro volte i tassi da inizio anno
di GIULIANO BALESTRERI e RAFFAELE RICCIARDI
09 marzo 2015
(ansa)
MILANO - Dopo la Svizzera, è la volta di Danimarca e Svezia. Il Quantitative easing lanciato dalla Bce, che da oggi fino al settembre 2016 inietterà nell'economia europea 60 miliardi di euro al mese, mette in crisi le grandi banche centrali del Nord: da Copenhagen a Stoccolma gli economisti si chiedono come difendere le proprie valute dalla svalutazione dell'euro.
Per la Danimarca il problema è immediato: in base agli accordi con la Ue il cambio con l'euro non può oscillare più del 2,25%. A un deprezzamento della moneta unica deve quindi seguire quello della corona e viceversa. Per Stoccolma, invece, il problema è legato alla deflazione in cui è caduto il paese che ha bisogno di spingere i consumi per poter ripartire. Di certo, oggi, il ricco nord Europa si scopre più povero per una svalutazione "imposta" dalla debolezza dell'euro.
La prima ad alzare bandiera bianca era stata la Svizzera che lo scorso 15 gennaio ha annunciato l'addio a quota 1,2 contro l'euro: troppo caro per la Banca centrale elvetica difendere la parità, acquistando valuta estera per un Paese che non vuole mettere in crisi il proprio bilancio. La situazione è diametralmente opposta a quella dell'Eurozona che ha bisogno di svalutare l'euro per spingere l'export, i consumi e l'occupazione.
Adesso sono molti gli economisti che si chiedono quale possa essere il prossimo Paese a seguire le orme delle Svizzera. La Danimarca è il primo indiziato: da inizio anno la Banca centrale ha già tagliato quattro volte i tassi d'interesse portando quello sui depositi delle banche a -0,75%. A gennaio, inoltre, è stato registrato un incremento a livelli record delle riserve in valuta estera. Dal 1999, infatti, la valuta danese è agganciata all'euro con un intervallo di oscillazione teorica del 2,25%, che di fatto però non ha mai superato l'1%, cosa che si traduce in un rapporto di cambio che in genere viaggia poco lontano da quota sette: oggi con un euro si comprano 7,4 corone.
Il maxi programma di acquisto di titoli soprattutto pubblici è destinato a deprezzare ulteriormente la valuta europea: gli addetti ai lavori si chiedono fino a che punto la Danimarca sarà in grado di sostenere l'impegno preso con Bruxelles. Anche perché l'eventuale allargamento della banda di oscillazione andrebbe discusso con l'Unione europea: la Danimarca, infatti, non è entrata nell'euro, ma ha vincolato la propria valuta alla moneta unica all'interno di una banda di oscillazione, proprio come fanno - per almeno due anni - i paesi che chiedono di aderire alla valuta comunitaria.
L'andamento del cambio tra la corona danese e l'euro, dall'annuncio del Qe
Non c'è solo la Danimarca a lottare strenuamente. Parlando sempre di corone, anche la Svezia ha fatto di tutto per tenere basso il livello della valuta. Quella di Stoccolma, ad esempio, è stata una delle Banche centrali più attive recentemente: ha portato il tasso di rifinanziamento principale in terreno negativo (-0,1%) e non è escluso che possa agire di nuovo. Ha anche lanciato un proprio piano di Qe, senza precedenti nella storia del Paese nordico. Come ricordano a Bloomberg, infatti, dalla metà di febbraio la corona svedese ha guadagnato il 5% verso l'euro, che si è indebolita con l'approssimarsi del Qe. Eppure, per dirla con le parole del vice governatore Per Jansson, alla Riksbank (Banca centrale) hanno accolto "con disappunto" l'evoluzione recente del cambio.
Secondo la principale banca scandinava attiva sul Forex, la Seb, la soglia di 9 corone per 1 euro è quella indicativa della necessità di agire di nuovo: ormai ci siamo. Il problema della Svezia è che in queste condizioni non riesce a risollevare la dinamica dei prezzi verso il target del 2%, che condivide con la Bce: a gennaio l'inflazione è scesa dello 0,2% e solo due delle ultime 13 rilevazioni hanno mostrato una crescita annua dei prezzi. Al board del prossimo 29 aprile potrà prendere le contromisure necessarie.
L'andamento del cambio tra la corona svedese e l'euro, dall'annuncio del Qe
Condividi
Il Qe mette in crisi Svezia e Danimarca: il Nord Europa si scopre più povero - Repubblica.it