O.T A proposito dei " brogli" in USA

belanda

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Chiedo a qualche moderatore di spostarlo in A.P. essendo impossibiliato a farlo personalmente

E' molto interessante ed equilibrerebbe la narrazione a senso unico pro Trump che c'è in quel thread

L'autore è Costa vicedirettore del Post il piu' autorevole giornale on line in Italia

Da Costa a Costa S04E47
Seguire la politica americana insegna anche a non usare il mascara per coprire i capelli bianchi, e questo è Da Costa a Costa.

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Nella competizione per scegliere l’immagine che rappresentasse in modo più iconico la caduta di Donald Trump, sembrava che niente potesse superare l’incredibile scena di due settimane fa a Philadelphia, quando il “team di avvocati” del presidente uscente – di fatto Rudy Giuliani e un pugno di scappati di casa – aveva organizzato una conferenza stampa nel parcheggio di un negozio di giardinaggio, stretto fra un sexy shop e un forno crematorio, scelto forse perché il nome ricordava quello di una famosa catena di alberghi di lusso. Ve lo ricordate? Four Seasons Total Landscaping.

Questa settimana abbiamo dovuto ricrederci.

Giovedì mattina, dentro l’affollata sala stampa della sede del Partito Repubblicano a Washington DC, Rudy Giuliani si è di nuovo presentato davanti ai giornalisti; con lui c’era un’altra avvocata, Sydney Powell. Ancora una volta, Giuliani ha denunciato con parole molto dure quella che descrive come una vasta ed elaborata operazione di frode elettorale, che avrebbe coinvolto addirittura milioni di voti; ancora una volta, Giuliani non è riuscito a fare nemmeno un esempio concreto di come sarebbe avvenuta questa frode. “Schede votate in massa da poche persone”, “voti illegali”, “errori nei conteggi”, “macchinari malfunzionanti", "software manomessi”: ok, ma chi lo avrebbe fatto, e come? Ci sono delle prove? Ancora una volta non è stato presentato un solo esempio di queste truffe, né un solo testimone.

Mentre esponeva i suoi argomenti in modo sconclusionato – a un certo punto ha urlato «FBI, dove sei?!» – Giuliani sudava copiosamente. Quando si fermava per ascoltare le domande dei giornalisti, aveva il fiatone. A un certo punto il sudore ha cominciato a colargli sul viso, colorato di nero.

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Qualcuno ha ipotizzato che fosse tintura per capelli, ma la tintura non si scioglie col sudore. Il New York Times ha chiesto agli esperti: probabilmente era mascara.

Dopo di lui, l’avvocata Powell ha dato effettivamente qualche dettaglio: ha detto che l’intera operazione è stata portata avanti «con soldi dei comunisti», progettata dal defunto Hugo Chavéz, organizzata in combutta dal Venezuela, da Cuba, dalla Cina, da George Soros e dalla fondazione Clinton, ed eseguita grazie a un algoritmo dentro un fantomatico “super computer” in grado di cambiare istantaneamente il risultato in ogni stato americano. Prima della conferenza stampa, Powell aveva detto che i veri risultati elettorali erano stati inviati nella sede tedesca di una società spagnola il cui server sarebbe stato poi sequestrato dall’esercito americano. Non preoccupatevi di capire l'ultima frase: è tutto – tutto – inventato di sana pianta.

Nel frattempo le cause legali presentate in giro per gli Stati Uniti dal comitato Trump continuano a essere rigettate, e i riconteggi a non produrre nulla di nuovo, per una motivazione tutto sommato semplice: nemmeno il comitato Trump riesce ad articolare quali sarebbero stati questi brogli. Non portano esempi, non portano testimoni, non portano accuse concrete rivolte a qualcuno in particolare: non portano niente. E quando portano qualcosa, finiscono per fare figuracce colossali: una causa presentata in Michigan conteneva dati che avrebbero dovuto dimostrare come in alcune contee ci fossero stati più voti che elettori. Solo che i dati riguardavano... il Minnesota.

Persino i siti di news più vicini a Trump scuotono la testa davanti a fatti così ridicoli, e invitano Trump a togliersi di mezzo. Persino Tucker Carlson, il più estremista e complottista opinionista di Fox News, un incendiario senza scrupoli il cui mestiere non ha niente a che fare con i fatti, uno dei più grandi propalatori di propaganda trumpista, è sbottato durante la sua trasmissione. È stato un momento notevole. «La nostra trasmissione è quella con la mentalità più aperta, parliamo regolarmente di cose che altrove vengono definite bufale o "teorie del complotto": parliamo persino degli UFO! Ma questi non ci hanno ancora portato una prova che sia una, e si rifiutano di darne a chiunque».



Perché succede tutto questo? Ne abbiamo parlato la settimana scorsa, ma in parte ve ne parlo da anni. Nel mio libro c'è un intero capitolo che si intitola: "La radicalizzazione".
La politica statunitense oggi è attraversata trasversalmente da pulsioni allo stesso tempo intolleranti e infantili, ma soprattutto inadatte al peculiare funzionamento delle loro istituzioni: che infatti, da anni, non funzionano più. D’altra parte, dopo che agli elettori è stato promesso cento, senza tener conto del fatto che raggiungere cento sarebbe stato impossibile, in quale altro modo si può giustificare l’aver ottenuto un trenta o un quaranta? Chi vuole andare in giro a decantare il merito di quel quaranta, sapendo che il giorno dopo qualcuno ne approfitterà per dare una spinta alla propria carriera dandogli del traditore e promettendo, in tutta risposta, duecento? E un elettorato le cui aspettative vengono sistematicamente e deliberatamente gonfiate e poi frustrate ogni due o quattro anni, e al quale dopo ogni fallimento i responsabili di turno vengono indicati come ipocriti e corrotti, a chi si rivolgerà la prossima volta?
Tutto questo succede perché la base del Partito Repubblicano, pur essendo composta da una gran quantità di persone normali, negli ultimi vent’anni si è radicalizzata e si è spostata molto a destra: e ha eletto sindaci, governatori, deputati, senatori e presidenti che rispondono a questa sensibilità. Perché la bolla informativa della destra americana – creata dalla tv e rafforzata dai social media – è diventata completamente impermeabile al giornalismo più scrupoloso e affidabile, e quindi alla realtà.

Succede perché Trump ha raccolto i frutti di questa radicalizzazione ed è arrivato alla Casa Bianca avendo alle spalle la sua sola carriera da imprenditore fallito e personaggio televisivo di reality show, unico presidente nell'intera storia americana senza alcuna esperienza politica o militare. Perché si è sempre circondato di una gran quantità di maneggioni, disperati, estremisti, sciroccati e corrotti, cacciando una dopo l'altra le persone competenti che in questi anni hanno provato a dargli una mano. Perché tra i militanti Repubblicani il consenso per Trump è ancora forte. Perché chi dentro il partito osa ammettere che queste elezioni sono state vinte da Biden riceve montagne di insulti e minacce di morte, per sé e per la propria famiglia (persino Tucker Carlson si è sentito dare del traditore e del venduto).

Nelle intenzioni di Trump e dei suoi, poi, l’obiettivo a questo punto è chiaro: e non è nemmeno più vincere nelle aule di tribunale. L’obiettivo è trascinare le rivendicazioni e le polemiche abbastanza a lungo, ed esprimerle a un volume abbastanza forte, così da poter definire i risultati di queste elezioni come minimo “contesi”. A quel punto, fare pressioni perché i parlamentari locali scelgano di assegnare i grandi elettori espressi dal loro stato non al candidato più votato bensì a chi gli pare, trasformando un passaggio formale in un clamoroso e ingiustificato ribaltamento della volontà popolare.

Durante le procedure preliminari per certificare il voto in Michigan, per esempio, questa settimana due funzionari Repubblicani hanno deciso di votare contro l’approvazione dei verbali. Il loro argomento era che i voti riportati dalla città di Detroit erano truccati. C’è stato un momento di grande tensione, dopo il quale i due hanno cambiato idea e hanno approvato i verbali: nemmeno loro, infatti, sono riusciti a produrre una sola ragione concreta per accantonare i milioni di voti espressi da una città in cui oltre l'80 per cento degli abitanti è afroamericano, in un paese in cui la soppressione del voto dei neri è da oltre un secolo e mezzo una triste realtà. Il verbale è stato approvato, ma il giorno dopo Trump ha telefonato ai due funzionari e li ha invitati alla Casa Bianca. Poco dopo – ma era troppo tardi – i due hanno cercato di rimettere in discussione la loro precedente decisione.


Ora. È il caso di dire due cose, inequivoche.

La prima è che questi tentativi non funzioneranno. Per quanto teoricamente possibile, è concretamente impossibile che i grandi elettori di uno stato vinto da Joe Biden vengano assegnati a Donald Trump. Il presidente uscente e i suoi sodali non hanno quel tipo di potere e di influenza. I tribunali e la Corte Suprema interverrebbero in mezzo secondo – e non a loro favore. Le proteste di massa sarebbero le più oceaniche e intense mai viste nella storia del paese. Non succederà. Joe Biden sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.

La seconda è che soltanto il contesto – le regole, i tribunali, le persone che hanno la responsabilità di prendere decisioni – sta impedendo a Donald Trump di ignorare il risultato delle elezioni, tradire la volontà popolare e restare al potere nonostante la sconfitta. Le sue intenzioni, infatti, sono chiare; le sue azioni pure. Il ridicolo di Giuliani non vi distragga. Il presidente degli Stati Uniti le sta provando tutte: se dipendesse soltanto da lui, resterebbe al potere nonostante le elezioni siano state vinte da Joe Biden. Il tutto senza fare ancora niente di tecnicamente illegale, ma sfruttando le debolezze intrinseche di ogni democrazia di fronte a chi ha la volontà deliberata di sabotarla e il potere – politico, mediatico – per provarci sul serio, e provare ogni trucco finché non trova quello giusto. È una cosa mai vista prima negli Stati Uniti, e di cui si parlerà per decenni.

La conferenza stampa di giovedì è stata probabilmente il punto più basso nella storia del Partito Repubblicano. Se il risultato di queste elezioni fosse stato davvero incerto, se fosse davvero dipeso da poche migliaia di voti, non so cosa starebbe succedendo oggi negli Stati Uniti.

Nel frattempo la transizione fra la vecchia e la nuova amministrazione non è ancora partita. Anche in questo caso, la ragione è solo una prova di forza: la stessa dirigente che con una firma avrebbe il potere di avviare la transizione in questi giorni sta cercando lavoro. Lo scopo è costruire l'impressione che l'elezione sia ancora aperta.

Joe Biden potrebbe fare causa all’amministrazione Trump, e plausibilmente vincere, ma come comprenderete questa mossa farebbe il gioco di Trump: dare di queste elezioni un’immagine contesa è esattamente quello che Trump sta cercando di fare, e Biden non ha alcun interesse ad apparire come il candidato la cui vittoria è stata sancita dai tribunali. Se poi Biden dovesse perdere la causa, dal momento che i risultati devono ancora essere effettivamente certificati, Trump farebbe le capriole dalla gioia. Di questo passo la transizione partirà solo nella prima metà di dicembre, quando la vittoria di Biden sarà stata certificata e decisa ufficialmente dai grandi elettori.

La settimana scorsa vi ho raccontato perché questo ritardo rischia di essere un problema per la nuova amministrazione, e quindi per il paese. Biden è costretto a ricevere i briefing sulla sicurezza nazionale da esperti esterni al governo federale, non può parlare con la task force che si occupa della pandemia, non può essere aggiornato sui piani per distribuire i vaccini, deve finanziarsi da solo tutto il lavoro di tutte le persone richieste dalla transizione. Sembra che qualcuno dall’amministrazione Trump stia cominciando a parlare ai collaboratori di Biden, per il bene del paese: di nascosto. Ma i problemi riguardano anche i Repubblicani, che non stanno organizzando come potrebbero l'opposizione a Biden, e devono cercare di vincere i due ballottaggi per il Senato in Georgia senza poter usare il potente argomento "evitiamo che Biden abbia sia la Camera che il Senato dalla sua parte". E ovviamente, i problemi riguardano anche il presente.

Mentre Trump ha cancellato da giorni la grandissima parte dei suoi incontri pubblici, si fa sentire solo con decine di tweet e retweet pieni di falsità pubblicati in sequenza, come fiammate, e si fa vedere poco e niente se non per andare a giocare a golf, la terza ondata della pandemia sta ancora infestando gli Stati Uniti. La curva dei contagi quotidiani non ha ancora smesso di crescere; quella dei morti rischia di superare presto i livelli della prima ondata. Il governo federale non sta facendo niente.



Di questo passo, la prima decisione che dovrà prendere il presidente Biden una volta insediato sarà se imporre o no un lockdown nazionale. Quello che sappiamo è che tra i consiglieri scientifici di Biden se ne sta discutendo, e che tutti vorrebbero evitarlo. «Non sarò presidente fino al prossimo anno», ha detto Biden questa settimana. «Questa crisi però non rispetta calendari, e sta accelerando. Sono necessarie azioni urgenti, oggi, adesso, da parte dell’attuale amministrazione». Sono probabilmente speranze vane. Donald Trump non partecipa a una riunione della task force del governo contro l’epidemia da almeno cinque mesi, e da tempo non legge più nemmeno gli aggiornamenti quotidiani sullo stato dell’epidemia. Le ottime notizie sul fronte dei vaccini sono rassicuranti, ma gli Stati Uniti sembrano attesi da un inverno orribile.

Qualche altra notizia, in breve, e poi ci salutiamo.
 
E pensare ogni tanto alla topa...no eh ?
 
Ho smesso di leggere a "O" é stato detto? :o
 
insomma fai di tutto per essere bananato anche da AC! :D
 
ma lasciali parlarsi addosso.
Parlano fra di loro e si fomentano a vicenda e pensano che tutto il mondo la pensi come loro.
Sono un specie di setta.
Bisogna starne alla larga il più possibile.
Tanto il mondo se ne frega dei loro complottismi sbrindellati e va avanti per la sua strada.
 
insomma fai di tutto per essere bananato anche da AC! :D

Sto semplicemente tentando di far sì , nel mio piccolo , che il lettore casuale non si faccia un'idea totalmente distorta di quello che avviene negli USA attualmente
 
Ultima modifica:
Sto semplicemente tentando , nel mio piccolo , che il lettore casuale si faccia un'idea totalmente distorta di quello che avviene negli USA attualmente

si ok, ma ormai non puoi più... dellà non sei gradito;
belà vai a pisciare il cane, vai! :D:D
 
Io spero solo che qualcuno riprenda pari pari l'articolo e lo porti in AP . E' assolutamente attinente al caso e costituirebbe un'alternativa alla disinformazione che impera in quel thread.
 
Io spero solo che qualcuno riprenda pari pari l'articolo e lo porti in AP . E' assolutamente attinente al caso e costituirebbe un'alternativa alla disinformazione che impera in quel thread.

Non hai qualche tuo fan che potrebbe farlo per te... basta che ti metti d'accordo via MP...!!! ;)
 
Sto semplicemente tentando di far sì , nel mio piccolo , che il lettore casuale non si faccia un'idea totalmente distorta di quello che avviene negli USA attualmente

Stai lontano da AP... è tentacolare...!!! :D ;) Libera la mente... e pensa ad altro... fidati di me...!!! ;)
 
Ritenendo immotivato il ban di Belanda da AP, copierò e incollerò il suo post nel thread in cui si parla di elezioni americane (thread che non ho mai letto) anche se ho dubbi sull’efficacia dell’azione.
Mi sono convinto che in AP si scriva più per convincere gli altri della giustezza delle proprie idee che per scambiare opinioni.
 
Ritenendo immotivato il ban di Belanda da AP, copierò e incollerò il suo post nel thread in cui si parla di elezioni americane (thread che non ho mai letto) anche se ho dubbi sull’efficacia dell’azione.
Mi sono convinto che in AP si scriva più per convincere gli altri della giustezza delle proprie idee che per scambiare opinioni.

Appoggio il rientro di Belanda in AP

Lo scambio di opinioni c'è è che mediamente ognuno di noi matura le sue , e le difende.

:):):)
 
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