Alba Parietti: «Amore ossessivo,mi ha salvata uno psichiatra»
La conduttrice si confessa: «Quanto più era sfuggente, tanto più il desiderio si impossessava di me»
Quando uno vive una fase di particolare fragilità psicologica, come è successo a me intorno ai 45 anni, tende a diventare più facilmente vittima di dipendenze e di ossessioni. È stato in quel periodo che ho iniziato una relazione con un uomo decisamente inaffidabile, di cui allora non volevo però riconoscere limiti e difetti.
Credo sentissi, semplicemente, la necessità di un nuovo amore, a prescindere dalla persona in sé. Tant’è vero che, in mancanza di qualità morali, finii per innamorarmi della sua ars amatoria, al punto da diventarne dipendente. Grazie alla sua incredibile capacità di manipolazione riusciva sempre a ottenere da me quello che desiderava: ero caduta nella sua trappola.
Risultato? Nonostante la relazione sia durata, tra alti e bassi, poco meno di 12 mesi, per un paio d’anni sono rimasta ossessionata da lui. Senza alcun motivo lo ritenevo un amante unico e straordinario: quanto più era sfuggente, tanto più il desiderio cresceva e si impossessava di me. Mi creava l’effetto della droga: non provavo più soltanto un piacere fisico e mentale nei suoi confronti, quanto piuttosto un bisogno impellente e incontrastabile di fare l’amore con lui. Annebbiata e confusa, mi ostinavo a non voler guardare in faccia la realtà e a ricadere sempre nello stesso errore. Ogni volta che mi cercava, con doni meravigliosi o con romantiche lettere, mi illudevo che fosse innamorato e accettavo di rivederlo: alla fine quasi sempre mi rifiutava o mi mortificava. Andavo avanti così, in un perenne circolo vizioso. Gli amici hanno provato a farmi aprire gli occhi, ma era del tutto inutile. Anzi: quanto più mi accusavano di essere patetica e ridicola, tanto più desideravo dimostrare al mondo di avere ragione io.
Ho dimenticato cosa fosse l’appetito: avevo sempre lo stomaco chiuso e sono dimagrita tanto da ritrovarmi con un fisico da pin up. È stato l’unico aspetto positivo di tutta la vicenda: quell’uomo mi faceva l’effetto del verme solitario. Detto questo, non sono mai stata masochista e, una volta compreso di aver perso lucidità, ho deciso di chiedere l’aiuto di uno psichiatra. È stata la mia salvezza. Diversamente, non credo sarei mai uscita dal tunnel della dipendenza. Gli amici, forse perché ti danno consigli gratis, non si ascoltano mai. Grazie al percorso di analisi ho preso davvero consapevolezza di che tipo di uomo fosse: un profondo narcisista, incapace di provare empatia e sentimenti puri. In un attimo, quello che avevo considerato amore fino al giorno prima mi è apparso improvvisamente una chiara patologia. Ho capito che il suo continuo cercarmi non era un segno di amore verso di me, bensì la prova che non riuscisse a vivere senza la costante approvazione degli altri. Voleva semplicemente essere sicuro che io fossi ancora innamorata di lui. Oggi mi sembra impossibile aver perso la testa per un uomo del genere. Quando mi capita di incontrarlo non mi fa più nessun effetto e al pensiero di quel periodo mi viene quasi da ridere, ma sarei molto preoccupata se una mia amica si trovasse in una situazione simile. Personalmente, al momento non corro rischi: la passione ormai è l’ultimo dei miei interessi. La vita è fatta di stagioni: anche se non posso escludere di potermi innamorare di nuovo in futuro, in questo periodo voglio evitare ogni tipo di complicazione sentimentale e concentrarmi solo sul lavoro, su mio figlio e sugli amici.
Alba Parietti: «Amore ossessivo, mi ha salvata uno psichiatra» - Corriere.it
Ma vafangulo va....te e i tuoi canotti