da The intelligent investor

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Leite

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in un momento di follia mi è venuta l'idea di tradurre alcune parti dei celebri capitoli 8 e 20 dell'Intelligent investor di Graham, tralasciando volutamente esempi, dati, indicazioni pratiche,ecc e selezionando quei passi che descrivono l'attegiamento mentale giusto per un value investor o più semplicemente per quello che Graham chiamava appunto investitore intelligente (e ovviamente c'è Mr Market ;) ). Ci sono sicuramente anche errori, imprecisioni e libertà per adattare le frasi di Graham all'italiano, spero che il maestro non si rivolti troppe volte nella tomba.

Dal Cap. 8 “L’investitore e le fluttuazioni di mercato”

Le fluttuazioni di mercato come guida alle decisioni di investimento

Dato che le azioni, anche quelle degli investitori istituzionali, sono soggette a ricorrenti e ampie fluttuazioni dei prezzi, l’investitore intelligente dovrebbe essere interessato alle possibilità di guadagnare da queste oscillazioni. Ci sono due modi per farlo: con il timing o con il pricing. Con timing intendiamo l’anticipare i movimenti del mercato – comprare e non vendere quando il trend è in salita, vendere o evitare di comprare quando è in discesa. Con pricing intendiamo il comprare le azioni quando sono al di sotto del loro valore e venderle quando superano questo valore. Una forma meno ambiziosa di pricing è il semplice intento di assicurarsi che quando si compra non si paghi troppo le azioni. Questo può essere sufficiente per l’investitore difensivo, orientato al mantenimento per il lungo periodo, ma richiede una minima quantità di attenzione ai livelli del mercato.
Siamo convinti che l’investitore intelligente possa avere risultati soddisfacenti da entrambe le modalità di pricing. Siamo altrettanto convinti che se si concentra sul timing, nel senso della predizione del futuro, diventerà uno speculatore, con risultati da speculatore. Questa distinzione può sembrare piuttosto labile per il neofita e non è comunemente accettata a Wall Street. Per la pratica col business, o forse per durevoli convinzioni, i broker e gestori di investimenti sono convinti del principio secondo il quale sia gli investitori che gli speculatori debbano essere molto attenti alle previsioni sui mercati.
Più ci si allontana da Wall Street più scetticismo si troverà, noi crediamo, sulle velleità delle previsioni sul mercato e sul timing. L’investitore può tenere in scarsa considerazione le innumerevoli previsioni che appaiaono quasi tutti i giorni. Invece in molti casi ci fa attenzione e addirittura agisce sulla base di esse. Perché? Perché è stato convinto che è importante per lui formarsi un’opinione sul futuro corso del mercato e perché crede che il servizio di previsioni sia più meritevole di fiducia di se stesso.
Non abbiamo tempo qui per discutere nel dettaglio i pro e i contro delle previsioni di mercato. Molte risorse sono dedicate a questo ambito e indiscutibilmente alcune persone possono arricchirsi con le previsioni. Ma è assurdo pensare che la gran massa degli investitori possa mai arricchirsi con esse. Chi comprerà quando la grande massa, per un certo segnale, correrà a vendere a un certo livello di profitto? Se tu lettore credi di diventare ricco negli anni seguendo un sistema di previsioni, devi aspettarti di fare ciò che innumerevoli altri ambiscono di fare ed essere capace di farlo meglio dei tuoi avversari.
Non c’è una base né logica né nell’esperienza per sostenere che un investitore comune possa anticipare i movimenti di mercato con maggior successo della massa, di cui egli stesso fa parte.
C’è un aspetto del timing che sfugge all’attenzione di tutti. Il timing è di grande importanza psicologica per lo speculatore perché vuole arricchirsi in fretta. L’idea di aspettare un anno prima che l’azione salga lo ripugna. Ma un periodo di attesa, come questo, è senza conseguenze per l’investitore. Che vantaggio ha a mantenre i suoi soldi non investiti quando ha segnali (degni di fiducia) che è arrivato il tempo di comprare? Ha un vantaggio solo se aspetta di comprare successivamente a prezzo più basso in modo da recuperare la perdita del mancato dividendo. Questo significa che il timing non è valido per l’investitore a meno che non coincida con il pricing – cioè se non gli consente di ricomprare le sue azioni a un prezzo di vendita sostanzialmente inferiore al precedente.
(…)

Le fluttuazioni di mercato del portafoglio dell’investitore

Ogni investitore che possiede azioni deve aspettarsi di vederle fluttuare negli anni. L’andamento del Dow Jones Industrial Average da quando l’ultima edizione di questo libro fu stampata nel 1964 riflette bene cosa è successo al portafoglio di un investitore prudente che si limiti alle azioni di grandi e sicure società. Il valore è aumentato da un livello medio di 890 a un massimo di 995 nel 1966 (985 nel 1968), è caduto a 631 nel 1970 e ha fatto un pieno recupero a 940 all’inizio del 1971. Abbiamo analizzato altri tipi di portafogli azionari prudenti e diversificati e abbiamo trovato risultati non troppo diversi. In generale le azioni di piccole società fluttuano molti di più di quelle delle grandi, ma questo non significa necessariamente che un gruppo di piccole società ben scelte dia cattivi risultati su periodi abbastanza lunghi.
In ogni caso l’investitore deve rassegnarsi in anticipo alla probabilità piuttosto che alla possibilità che la maggior parte delle sue azioni avanzino, diciamo, di un 50% o più dal loro punto basso e scendano di un terzo o più da quello alto in vari periodi nei 5 anni successivi.
Un investitore serio non deve credere che le fluttuazioni giornaliere o anche mensili del mercato lo rendano più ricco o più povero. Ma riguardo ai cambiamenti più grandi e di lungo termine? Qui si prensentano questioni pratiche e i problemi psicologici aumentano. Una crescita sostanziale del mercato è sia un legittimo motivo di soddisfazione che di prudente preoccupazione, ma può anche portare a forti tentazioni verso azioni imprudenti. Le tue azioni sono salite, bene! Sei più ricco di prima, bene! Ma il prezzo è salito troppo e dovresti pensare a vendere? O dovresti lamentarti di non aver comprato di più quando il livello era più basso? O – il peggior pensiero di tutti – dovresti inspirare l’atmosfera del bull market, infettarti di entusiasmo, di eccessiva fiducia e dell’avidità della massa (di cui peraltro sei parte) e fare maggiori e più pericolosi investimenti? Detta così su un libro la risposta è facile: no, ma anche l’investitore intelligente ha necessità di avere una considerevole forza di volontà per non seguire la massa.
E’ per queste caratteristiche della natura umana, persino più che per il calcolo di guadagni o perdite finanziarie, che siamo favorevoli a variare un po’ la proporzione tra azioni e obbligazioni nel portafoglio dell’investitore. Il vantaggio principale forse è che questo metodo gli dà qualcosa da fare. Quando il mercato sale potra venderà di volta in volta alcune azioni, aumentando le obbligazioni; quando scende farà il procedimento inverso. Queste attività gli daranno modo di impiegare le sue energie inutilizzate. Se è un investitore del tipo giusto avrà una soddisfazione aggiuntiva dal pensiero che le sue operazioni sono esattamente opposte a quelle della massa.

Le valutazioni del business contro quelle del mercato

L’impatto delle fluttuazioni del mercato sulla situazione dell’investitore possono essere considerate anche dal punto di vista dell’azionista, come possessore parziale di vari business. Il proprietario di quote di mercato ha un doppio status e con esso il privilegio di avvantaggiarsi di entrambi a sua scelta. Da una parte la sua posizione è analoga a quella della minoranza degli azionisti o dei partner silenti di un’azienda non quotata. In questo caso i suoi risultati sono interamente dipendenti dai guadagni dell’impresa o dai cambiamenti del valore sottostante dei suoi asset. Di solito si determinerebbe il valore di un tale interesse in un business non quotato calcolando la sua porzione di patrimonio netto (book value) come mostrato nel più recente bilancio. Dall’altra parte l’investitore in azioni ha un pezzo di carta che può essere venduto in pochi minuti a un prezzo che varia in ogni istante – quando il mercato è aperto – e spesso è molto lontano dal valore del bilancio.
Lo sviluppo del mercato negli ultimi decenni ha reso l’investitore comune più dipendente dal prezzo delle quotazioni e meno libero di considerarsi semplicemente il possessore di un business. La ragione sta nel fatto che le aziende di successo in cui ama concentrare i suoi investiementi sono quasi sempre a prezzi ben al di sopra il valore netto degli asset (o book value o valore di libro). Pagando questi extra al mercato l’investitore compie un’azione rischiosa, perché deve dipendere dal mercato stesso.
Questo è un fattore di primaria importanza oggigiorno e ha ricevuto meno attenzioni di quanto meritasse. L’intera struttura delle quotazioni del mercato contiene contraddizioni intrinseche. Migliori sono record e prospettive di un’azienda, minore è la relazione che le sue azioni avranno rispetto al book value. Ma più grande è la discrepanza sopra al book value, meno sicura è la base per determinare il suo valore intrinseco - cioè questo valore dipenderà dal cambiamento degli stati d’animo del mercato. Così arriviamo al paradosso finale che più successo ha la società più grandi possono essere le fluttuazioni del suo prezzo di mercato. Questo significa davvero che maggiore è la qualità di un’azione più tende a essere speculativa – al meno rispetto a quelle di medio livello.
(…)
Questa discussione ci conduce a una conclusione di importanza pratica per l’investitore prudente in azioni. Se porrà attenzione alla selezione del suo portafoglio, la cosa migliore potrà essere concentrarsi su azioni che vengono vendute vicine al loro book value - diciamo a non più di un terzo. Acquisti fatti a questi livelli, o più bassi, possono essere considerati guardando il bilancio della società e avendo una giustificazione indipendente dalle fluttuazioni dei prezzi. L’extra al di sopra del book value può essere considerato come una spesa aggiuntiva dovuta al vantaggio della quotazione su un mercato.
E’ necessaria una precauzione. Un’azione non è un buon investimento solo perché può essere comprata vicino al suo book value. L’investitore deve cercate un soddisfacente rapporto prezzo/utili, una posizione finanziaria sufficientemente forte e la prospettiva che gli utili verranno almeno mantenuti negli anni. Questa può sembrare una richiesta eccessiva per un’azione che costa poco, ma la prescrizione non ha difficoltà a trovare corrispondenze in tutti i mercati eccettuati quelli pericolosamente alti.
(…)
Torniamo al paragone tra il possessore di azioni e la persona interessata in aziende non quotate. Abbiamo detto che il primo ha l’opzione di considerarsi solo un possessore parziale di vari business o il possessore di azioni che sono vendibili in ogni momento al prezzo di mercato.
Ma notate questo fatto importante: il Vero investitore difficilmente è forzato a vendere le sue azioni ed è sempre libero di non dare importanza alla quotazione. Deve solo fare attenzione a questa e vendere solo se il prezzo giustifica la vendita, niente di più.
Invece l’investitore che permette a se stesso di essere preoccupato senza ragione da un calo ingiustificato del valore delle sue azioni sta perversamente trasformando il suo vantaggio di base in uno svantaggio di base. Costui farebbe meglio a non occuparsi di azioni, perché parteciperebbe all’angoscia mentale causata dagli errori di giudizio di altre persone.
(…)
Chiudiamo questa sezione con una specie di parabola.
Immagina che possiedi in un business non quotato una piccola parte che ti è costata $1000. Uno dei tuoi partner, chiamato Mr Market, è molto voglioso di aiutarti. Ogni giorno ti dice cosa pensa che valga la tua quota e offre sia di comprartela che di vendertela con un guadagno addizionale. A volte la sua stima del valore sembra plausibile e giustificata dagli sviluppi del business e dalle prospettive per come le conosci. Spesso, d’altra parte, Mr Market consente al suo entusiasmo o alle sue paure di impadronirsi di lui e il valore che propone ti sembra una stupidaggine.
Se sei un investitore prudente o un uomo di business di giudizio, consentirai che la valutazione giornaliera di Mr Market determini il tuo giudizio sui $1000 investiti nell’impresa? Solo se sei d’accordo con lui, o se vuoi fare affari con lui. Puoi essere felice di vendergli quando ti offre un prezzo ridicolmente alto e ugualmente felice di comprare da lui quando il prezzo è basso. Ma nel resto del tempo sarai più saggio a farti da solo l’opinione sul valore delle tue quote, basato sui report dell’azienda sulle sue operazioni e sulla posizione finanziaria.
Il vero investitore è proprio in quella condizione quando possiede azioni di un’azienda quotata.
(…)
Fondamentalmente le fluttuazioni del prezzo hanno un solo importante significato per il vero investitore. Gli danno l’opportunità di comprare saggiamente quando i prezzi scendono in modo consistente e di vendere saggiamente quando procurano un grande affare. Negli altri momenti farà meglio a dimenticarsi del prezzo di mercato e porre l’attenzione sui dividendi e sui risultati operativi delle società.

Dal Cap. 20 Il “Margine di sicurezza” come concetto centrale dell’investimento

Secondo l’antico adagio l’uomo saggio alla fine riassume la storia delle cose mortali con la frase: “anche questo passerà”. Allo stesso modo possiamo distillare il segreto di un buon investimento con tre parole: MARGINE DI SICUREZZA.
Tutti gli investitori esperti riconoscono che il concetto di margine di sicurezza è essenziale nella scelta di buone obbligazioni e azioni privilegiate. Per esempio una ferrovia dovrebbe guadagnare i suoi costi fissi più di 5 volte (prima delle imposte) affinchè le sue obbligazioni possano essere considerati titoli per investitori istituzionali. Questa capacità passata di guadagnare più di certi requisti costituisce il margine si di sicurezza su cui si conta di proteggere il capitale dell’investitore contro la perdita o lo scoraggiamento dovuto a un futuro calo degli utili netti. (…)
Il margine di sicurezza per le obbligazioni può essere calcolato, alternativamente, paragonando il valore totale dell’azienda con il suo debito (un calcolo simile può essere fatto anche per le azioni privilegiate). Se un business si indebita per $10 mln e vale $30 mln c’è spazio per un calo di due terzi del valore - almeno teoricamente – prima che i possessori delle obbligazioni abbiano delle perdite. (…)
Per le azioni ordinarie, comprate in condizioni normali, il margine di sicurezza è nell’earnings yield [l’inverso del p/e] considerevolmente superiore al tasso delle obbligazioni [nel 1972 Graham specifica che è la differenza tra earnigs yield (al prezzo d’acquisto) e il tasso delle obbligazioni]
(…)
C’è una correlazione logica tra il concetto di margine di sicurezza e il principio di diversificazione. Uno è correlato con l’altro. Anche con un margine a favore dell’investitore un’azione può andare male. Il margine garantisce solo che ci sono più possibilità di andare bene che male – non che una perdita sia impossibile. Ma se il numero delle azioni sale ci sono più possibilità che l’insieme dei guadagni ecceda l’insieme delle perdite. (…)
Suggeriamo che il concetto di margine di sicurezza possa essere usato come pietra miliare per distinguere un investimento da una speculazione. Probabilmente la maggior parte degli speculatori crede di avere il destino dalla sua parte e può asserire di avere un margine di sicurezza in ciò che fa (..) Si basano su giudizi soggettivi, non supportati dall’evidenza di uno sbocco favorevole o dalla conclusione di un ragionamento. Dubitiamo molto se un uomo che investe denaro sulla sua opinione riguardo alla salita o alla discesa del mercato possa dire di essere protetto da un margine di sicurezza.
All’opposto, il concetto di margine di sicurezza dell’investitore si basa su un semplice e definito ragionamento aritmetico fornito da dati statistici. Pensiamo anche che sia supportato bene dall’esperienza pratica dell’investimento. Non c’è garanzia che questo approccio fondamentalmente quantitativo funzionerà anche nelle sconosciute condizioni del futuro. Ma non c’è un valido motivo per essere pessimisti su questo aspetto.
(…)
L’investimento è tanto più intelligente quanto è più come un business. E’ incredibile vedere quanti businessmen capaci tentino di operare a Wall Street con un completo disprezzo di tutti i principi giusti attraverso i quali hanno avuto successo nei loro lavori. (..) Se una persona inizia a guadagnare dall’acquisto e dalla vendita di azioni sta inziando una propria avventura di business, che deve essere gestita con principi di business consolidati se vuole avere successo.
Il primo e più ovvio di questi principi è “Conosci quello che fai – conosci il tuo business”. Per l’investitore significa: non cercare di guadagnare dalle azioni – guadagni superiori ai corsi normali e ai dividendi – se non sai tanto del loro valore quanto dovresti sapere del valore commerciale di un prodotto che ti sei proposto di produrre o di commerciare.
Un secondo principio di business: “Non consentire a nessun altro di gestire il tuo business, a meno che tu non possa supervisionare la sua performance con attenzione e comprensione adeguate o abbia insolite forti ragioni di dare un’implicita fiducia alla sua integrità e abilità”. Per l’investitore questa regola dovrebbe determinare le condizioni sotto le quali permette a qualcun altro di decidere cosa fare con i suoi soldi.
Un terzo principio di business: “Non entrare in un’operazione – come produrre o commerciare un prodotto – senza un calcolo che mostri che ha buone possibilità di guadagnare un ragionevole profitto. In particolare, sta alla larga dalle avventure in cui hai poco da guadagnare e molto da perdere”. Per l’investitore aggressivo questo significa che le sue operazioni dovrebbero essere basate non sull’ottimismo ma sulla matematica. Per l’investitore comune significa che quando limita il suo guadagno a una bassa somma – come in obbligazioni convenzionali o azioni privilegiate – deve cercare una convincente evidenza che non sta rischiando una parte sostanziale del suo capitale.
Una quarta regola di business è più postiva: “Abbiate il coraggio della vostra conoscenza ed esperienza. Se vi siete formati una conclusione dai fatti e se sapete che il vostro giudizio è giusto, agite sulla base di esso – anche se altri possono esitare o rinviare” (Non avete ragione o torto perché la massa non è d’accordo con voi. Avete ragione perché i vostri dati e ragionamenti sono giusti). Allo stesso modo, nel mondo delle azioni, il coraggio diventa la virtù suprema dopo che una conoscenza adeguata e un giudizio testato sono nelle vostre mani.
Fortunatamente per il tipico investitore non è che abbia queste qualità per avere successo – dato che egli limita la sua ambizione alla sua capacità e confina la sua attività in un percorso sicuro di investimento prudente. Arrivare a risultati soddisfacenti è più facile di quanto la maggior parte della gente pensi; arrivare a risultati superiori è più difficile di quanto sembri.
 
Ultima modifica:
Grande... io lo sto leggendo in inglese ( che fatica )...
 
:clap: :clap: :clap: :clap:

ottima iniziativa

libro che non può mancare nella libreria di qualsiasi persona si definisca un "investitore" ........ogni tanto vado a rileggermi delle parti, perchè è incredibile come siamo bravi a dimenticare .......

"coloro che non ricordano il passato (quindi anche "errori") sono condannati a ripeterlo" (G. Santayana)
 
uno stralcio di alcuni pensieri di C. Munger, l'altra faccia di Berkshire, che pochi conoscono ma è più determinante di quanto si pensi

Though not the most recognised public face of Berkshire Hathaway, Charlie Munger’s contributions to the philosophy of value investing cannot be overlooked. Notably, Warren Buffet credits Munger with Berkshire’s investments in high quality companies at fair price and the move away from the cigar-butt, short-term value arbitrage approach followed before. Mungerisms, as his investment philosophies are popularly known, are as forthright and simple as they can get. Here are a few samplers:

“The number one idea is to view a stock as an ownership of the business (and) to judge the staying quality of the business in terms of its competitive advantage. Look for more value in terms of discounted future cash flow than you’re paying for. Move only when you have an advantage. It’s very basic. You have to understand the odds and have the discipline to bet only when the odds are in your favour.”

“A single stock can make up 50 per cent of the value of the entire portfolio. Holding a concentrated number of stocks, that you know extremely well, will in the long term produce superior returns.”

“The mental habit of thinking backward forces objectivity. One of the ways you think a thing through backward is you take your initial assumption and say, Let’s try and disprove it. For example, if you were hired by the World Bank to help India, it would be very helpful to determine the three best ways to increase man-years of misery in India — and, then, turn around and avoid those ways. So think it backward as well as forward. It’s a trick that works in algebra and it’s a trick that works in life. If you don’t, you’ll never be a really good thinker.” :yes:

“Rationality is not just something you do so that you can make more money, it is a binding principle. Rationality is a really good idea. You must avoid the nonsense that is conventional in one’s own time. It requires developing systems of thought that improve your batting average over time.” :rolleyes:

“Spend each day trying to be a little wiser than you were when you woke up. Discharge your duties faithfully and well. Step by step you get ahead, but not necessarily in fast spurts. But you build discipline by preparing for fast spurts… Slug it out one inch at a time, day by day, at the end of the day — if you live long enough — most people get what they deserve.” :)

“The idea of caring that someone is making money faster (than you are) is one of the deadly sins. Envy is a really stupid sin because it’s the only one you could never possibly have any fun at. There’s a lot of pain and no fun. Why would you want to get on that trolley?”. :rolleyes:

“To avoid envy from other, you should deserve your success.”

“Never wrestle with a pig, for if you do, you will both get dirty, but the pig will enjoy it.” :D

“The ethos of not fooling yourself is one of the best you could possibly have. It’s powerful because it’s so rare.”:bow:

gioia23
 
ottima cosa!!

grazie a Leite
 
davvero illuminante... 10+ mi sa che la biblioteca mi aspetta domani... spero di trovare qualcosa di buffet/ben, sapete se c'e' in italiano?
 
Da un'intervista del 26 ottobre. Fantastico come sempre.
Warren Buffett FBN Interview: Commentary, Quotes, Video Links
Posted by: gurufocus (IP Logged)
Date: October 24, 2007 08:19PM


The Fox Business Network which commenced operations last week, hit it off to a good start with this great one-hour interview with Warren Buffett. The interview was conducted by Liz Clayman, formerly of CNBC, who recently joined the network. This was not her first interview with Buffett, and as always, Buffett's humility, candor and wisdom does not disappoint.

Below are some of the video link from the interview, along with the gems that I extracted and some personal thoughts (tagged with 'IV').

ON THE ECONOMY (6 mins) [foxnews1.a.mms.mavenapps.net]

"We don't really worry that much about Fed policy, and actually we don't really worry that much about a recession - I hope I live to see a couple recessions."

IV: Value Investors do not pay too much attention to macroeconomic figures such as interest rates, inflation, unemployment figures or the trade balance. They only focus on the fundamentals of the business they are analyzing. As they are long term investors, they know that the businesses they invest in will one day go through a recessionary period. It is inevitable. It is for this reason that when analyzing a company, Value Investors look at the 10-year financial history, and assess how well the business fared during the tougher years.

IV: "I hope I live to see a couple recessions." - This is typical of the Value Investing philosophy - Value Investors love market weakness - as these are the times when the best buying opportunities are available. Incidentally, I recently met with the Managing Director of one of Israel's largest mutual funds businesses, and he was telling me how tough this environment was for him, and how these were dark times for the business. His fund managers are not seeking bargains now, but rather taking the market's lead, and exiting their positions.

"When the tide goes out, you see who's been swimming naked".

IV: This is one of my favorite Buffett quotes - one he has used many times. What he means by this is that it is easy to do well as an investor when the market has been rising and you are buoyed by it. The real test however is when the market suffers significant weakness, and investors flee to 'quality' and defensive companies. One such company is Buffett's Berkshire Hathaway (Ticker:BRK)- which has increased 20% since last July.

ON SELLING PETROCHINA (5 Minutes) [foxnews1.a.mms.mavenapps.net]

"Unfortunately I sold it a little too soon..... we made about $3.5 billion on a $500m investment... I still sold it way too soon.... Charlie would say 'you've done it again!".

IV: This type of comment is vintage Buffett, and which has endeared him to fans and investors around the world. He doesn't speak with bravado declaring 'look I turned $500m into $3.5b but rather - 'I screwed up' - I sold it too soon. It's this type of candid talk which Value Investors look for in the management of businesses they are analyzing.

"It was a 100% decision based on valuation."

"We think about 'how much is it selling for?... 'how much do we think it's worth?"

IV: Value Investors do not try to time the market. They do not seek 'bottoms' or 'tops'. Their investments are based on their estimate of what the entire business is worth.

When asked 'How did [Petrochina] come to your attention? How do you find a stock like that'?

"I sat there in my office, and read an annual report, which fortunately was in English - and it described a very good company..... I sat there and said to myself this company's worth about $100 billion (and at the time it was trading for $35 billion). Now I didn't look at the price first. I looked at the business first, and tried to figure out what its worth - because if I look at the price first I'll get influenced by that. I look at the business first, I try to value it and then I look at the price. If the price is way less than what I just valued it at, I'm going to buy it."

"Other guys read Playboy. I read annual reports....I just read every report I can and figure out whether something is cheap."

IV: Buffett's message is clear. You've got to do the work yourself. No shortcuts. Don't listen to analyst reports or rumors. Do your own independent research. Read the annual reports. Look for what the rest of the market is not seeing.

ON BUFFETT'S BEST INVESTMENT (30 Seconds) [foxnews1.a.mms.mavenapps.net]

IV: Those who know Buffett's history will know already that this investment is GEICO. The story goes that whilst studying at Columbia under his mentor Benjamin Graham, the 21-year old Buffett discovered that Graham was on the Board of GEICO. One Saturday morning, he boarded a train and headed to GEICO's headquarters, which were closed. He found a janitor and pleaded with him to take him to someone who worked for the company. The janitor took him up to the only person in the building at the time - Lorimar Davidson, GEICO's Chief Investment Officer. The young Buffett made enough of an impression on the senior executive that Davidson ended up chatting with him for 5 hours. By the end of that Saturday Buffett recognized GEICO business potential, and why Graham had invested in the business. Soon aftera Buffett invested 75% of his net worth - $9,000 and sold a couple of years later for a 50% profit. In the late '70's Buffett returned to GEICO, and invested more than $47 million into the company. Today that investment is worth more than $9 billion.
You can read a 1951 analysis of GEICO written by a young Buffett - "The Security I Like Best". [shookrun.com] - (thanks to Oded for the link).

ON BEAR STEARNS (50 Seconds) [foxnews1.a.mms.mavenapps.net])

ON SUCCESSION (1 min. 41 sec) [foxnews1.a.mms.mavenapps.net]

"All Three [CEO's] of them are far better than I am".

IV: In my opinion, this is one of the secrets to Buffett's success. Buffett's investment company owns 49 private businesses, that employ more than 217,000 employees. The CEO's that run these businesses are all independently wealthy and do not really need to work. Yet they continue to work under and remain extremely devoted and loyal to Buffett. The reason for this is simple: Buffett refuses to take credit for Berkshire's success. Rather he gives all the credit to his managers, often making statements like "All three are far better than me". This is how you earn long-term loyalty. In contrast, a CEO who takes all the credit for himself will inevitably chase away great executives and managers.

_____________________________
Avi Ifergan is the Managing Partner of Israel Value Funds (www.israelvalue
 
sapete se c'e' in italiano?

di Graham credo che non sia mai stato tradotto nulla (e se anche fosse non sarebbe facile da trovare in una biblioteca normale), Buffett scrive solo le lettere ai suoi azionisti ma sono stati scritti una marea di libri su di lui (in inglese ne trovi un po' nel p2p, purtroppo non c'è quello che lui ama di più: The Essays of Warren Buffett : Lessons for Corporate America di Cunningham che è una grossa selezione di passi delle sue lettere)
in italiano c'è qualche libro su Buffett, come questo biografico:
http://www.internetbookshop.it/code...cutelegravene/warren-buffett-investitore.html
quello di Cuneo "Così parlò Warren Buffett. Lezioni per investire in Italia" ha un titolo ingannevole perchè la tesi dell'autore (gestore di private equity) è che in realtà Buffett, con i suoi standard, in Italia non comprerebbe proprio niente :D comunque anche in questo caso ogni capitolo si apre con un pezzo di Buffett dalle lettere agli azionisti e poi Cuneo parla della realtà italiana, delle aziende famigliari,ecc
adesso vedo però che è uscito uno dei libri della nuora Mary Buffett:
http://www.lindau.it/schedaLibro.asp?idLibro=1067
che dovrebbe essere la traduzione del suo ultimo libro The Tao of Warren Buffett, non di uno dei due Buffettology (in cui delinea un metodo di valutazione delle società (es: 10 anni di ROE>15%,EPS in salita per 10 anni,ecc) attribuendogli tutta una serie di abitudini e idee su cui io non metterei la mano sul fuoco :D)
 
ex-nuora...e pochi della famiglia vedono questo con buon'occhio, sembra che la signora cerca di "fare soldi" con il suo nome e magari rivelando qualcosa che si considera interessante, non penso, anzi sono quasi certo che non ha intervistato Buffett ne ha informazioni precise e dirette su di lui...
invece in primavera dovrebbe uscire un volume di ALice Schroeder, ex-analista sul settore assicurazione che conobbe BUffett nel 1998, dopo l'acquisto di GenRe e lui rimase impressionate dalle valutazioni precise e interessanti che era riuscita a fare su BRKA, cosi lei decise di scrivere un libro e Buffett si dichiaro disponibile a contribuire direttamente,...
vedremo cosa sarà il risultato
gioia23
 

:D è vero!
hai perfettamente ragione, li conosco i due buffettology e come dicevo in modo velato mi sembra ovvio che quegli screening che fa fare non siano assolutamente quello che fa Buffett quando guarda un bilancio (lo dimostra il fatto che dopo la lettura, a quanto dice anche nell'intervista a FoxBusiness, dà una valutazione complessiva della società a cui invece non si arriva con quello che fa fare l'ex-nuora; lei si base interamente sugli utili, quando lo stesso Buffett,data la loro possibile inattendibilità, ha suggerito di sostituirli con gli owner's earnings; poi lei proietta gli utili nel futuro (sia con la crescita composta di tutti gli utili che con quella di quelli non distribuiti) trovando il prezzo futuro con il p/e medio quando per esempio un altro grahmiano come Charles Brandes mette bene in guardia dall'usare un p/e teorico nelle valutazioni future e così via)
poi appunto il fatto che per ogni cosa dica "Warren è solito...","Warren dice sempre...","Warren fa..." è un tentativo bislacco di legittimare quello che propone, certo può darsi che alcune cose siano vere
per chi non l'avese mai vista, è 'sto pezzo di f*ga qua:
http://it.youtube.com/watch?v=hwKCBq-iOt4

grazie per la segnalazione della Schroeder
 
che dovrebbe essere la traduzione del suo ultimo libro The Tao of Warren Buffett,

sì, è una raccolta di frasi di Buffett commentate dai due.
Eccone qualcuna:

6
«È difficile insegnare a un cucciolo i vecchi trucchi.»

Warren ha scoperto che il senso degli affari si acquisisce con l’età ed è quasi impossibile da insegnare ai manager più giovani. Le vecchie aquile hanno capito come funziona e sanno come fare soldi. Warren è sulla settantina, il suo socio, Charlie Munger, sugli ottanta, Mrs. B. gestì il Nebraska Furniture Mart fin dopo i cento e molti dei manager della Berkshire Hathaway, la holding finanziaria di Warren, sono andati in pensione ben oltre i settant’anni. Quindi alla Berkshire Hathaway Warren non ha fissato un’età obbligatoria per la pensione. Nel mondo di Warren, a 65 anni hai appena iniziato: l’età e l’esperienza sono qualità molto più importanti della giovinezza e dell’entusiasmo quando si tratta di fare soldi alla vecchia maniera.

7
«Un investimento è come il matrimonio per un cattolico: per la vita.»

Warren sa che se esamini una decisione di investimento pensando che non potrai più cambiare idea, prima di lanciarti nell’affare ti informerai bene. Non ti sposeresti senza documentarti (gli appuntamenti) e discuterne con i tuoi consulenti (gli amici al pub) e averci pensato e ripensato… no? E non ti imbarcheresti in un investimento senza sapere tutto il possibile sulla compagnia ed essere sicuro di capirlo. Ma è la parte che riguarda la durata che ti fa arricchire. Si consideri questo fatto: nel 1973 Warren investì undici milioni di dollari nella Washington Post Company ed è ancor oggi sposato al suo investimento, e nei trentatré anni in cui se l’è tenuto stretto è arrivato a valere 1,5 miliardi di dollari. Il giusto impegno e la convinzione di continuare sulla strada intrapresa possono fruttare ricompense celestiali, sempre che, tanto per cominciare, tu abbia operato la scelta giusta.

10
«Ci vogliono vent’anni per costruirsi una reputazione e cinque minuti per perderla. Se lo tieni a mente agirai in maniera diversa.»

Una stupidaggine e la cattiva pubblicità che ne consegue possono distruggere in un secondo una buona reputazione faticosamente guadagnata nel corso di una vita. È meglio non fare qualcosa che sai essere sbagliato, perché se vieni scoperto, il prezzo da pagare potrebbe essere più alto di quanto ti puoi permettere. Questo è un principio che Buffett bisbigliava alle orecchie dei propri figli fin da quando erano bambini.
Quando si verificò lo scandalo contabile del gigante delle assicurazioni AIG, Buffett scrisse ai propri manager: «L’indagine in atto nel mondo delle assicurazioni sottolinea la necessità del messaggio che vi invio regolarmente nel mio promemoria (più o meno) semestrale: la Berkshire può permettersi di perdere soldi, anche parecchi; non può permettersi di perdere la propria reputazione, neanche un grammo… Alla lunga avremo, in questo modo, la reputazione che ci meritiamo. Ci sono un mucchio di soldi da fare in mezzo al cortile. Non c’è bisogno di andare a giocare ai bordi».
Wall Street è disseminata di giganti caduti che hanno lasciato che l’avidità offuscasse il loro buonsenso e non hanno dato ascolto a questo consiglio.

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«La borsa, come Nostro Signore, aiuta chi si aiuta. Ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno.»

Il mercato azionario è lì per farti arricchire, se sai quello che fai. Altrimenti non avrà pietà e ti toglierà tutto. La conoscenza è sempre la migliore protezione contro l’ignoranza, perché l’ignoranza, unita all’avidità, è la materia di cui sono fatti i disastri finanziari. Nel 1969, al culmine del mercato tendente al rialzo degli anni ’60, Warren riteneva che i prezzi delle azioni fossero talmente eccessivi che si ritirò completamente dal mercato. Nel 1973-74 il mercato azionario invertì la propria rotta e le azioni iniziarono a essere vendute a prezzi d’occasione. Warren le comprò, per sua stessa ammissione, con l’appetito di «un uomo affamato di sesso in un harem pieno di belle donne». Molte di queste bellezze concorsero a renderlo miliardario.
Per quanto riguarda gli investitori che rimasero dopo l’abbandono di Warren nel 1969, molti di loro persero anche la camicia nel crollo del 1973-74, e rimettersi in pista divenne impossibile: per comprare azioni hai bisogno di soldi. Sapere quello che fai è davvero utile.

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"Wall Street is the only place that people ride to in a Rolls Royce to get advice from those who take the subway."

Having spent 35 years involved with Wall Street, and currently being a Managing Partner of a national prominent investment-banking firm, I can't tell you how true this is. I have seen people barely competent, advising self-made billionaires on what to do with their money. The same is true for the firms themselves. Many of the billionaire clients are worth more than the firms arranging the financing. "Empty suits" is the expression we like to use.

49
"It's only when the tide goes out, that you learn who's been swimming naked."

Enron is a perfect example of this witticism. The CPA's came in from Arthur Andersen, saw all this wealth. They saw helicopters landing on the top of the Enron building. They saw guys with $40 million paychecks, and they accepted whatever was handed to them as bona fide, as long as the $50 million check for the audit fee cleared the bank.

57
"Never ask a barber if you need a haircut."

Is this brilliant or what? He's talking about Wall Street, brokers, investment advisors, financial planners, surgeons, and everybody with a private agenda. Brokers make their money by doing transactions, investment bankers by forcing the deal to happen, good, bad, or indifferent.

68
You only have to do a very few things right in your life, so long as you don't do too many things wrong."

Buffett's net worth is in excess of $50 billion. My understanding is that 90% of that net worth has come from only 10 investment decisions, and you think you want to DAY TRADE.

74
"I buy expensive suits. They just look cheap on me."

Buffett did not buy an expensive suit until he was 60 years old. He figured out that $25,000 at 20% compounded growth for 20 years, was almost a million dollars. Who needs suits?

112
"What we learn from history is that people don't learn from history."

Whether it's Viet Nam, Iraq, or investments, this is from the brain of a genius. If each of us could only understand the emotional truth of this statement and take it to heart, we would be so much better off, and so would our portfolios
 
OK!

"Price is what you pay, value is what you get"

gioia23
 
Buffett su "The intelligent investor":

"Penso che ci siano tre ideee di base, idee che se sono il fondamento
del tuo atteggiamento mentale, non vedo come non possano aiutarti a
fare bene con le azioni. Nessuna è complicata. Nessuna richiede
talento nella matematica o cose del genere.
(Graham) dice che dovresti guardare alle azioni come piccoli pezzi di
un business. Guardare alle fluttuazioni di mercato come amiche
piuttosto che nemiche - approfittare della follia piuttosto che
prendervi parte, e (nell'ultimo capitolo) dice le tre parole più importanti
dell'investimento: "margine di sicurezza". Penso che queste idee tra
100 anni saranno ancora considerate le tre pietre angolari
dell'investimento giusto."
 
piccolo retroscena sulle trattative di Berkshire Hathaway per Central Sates Indemnity di Omaha del '92, raccontato da William M. Kizer:
"(Buffett) ci disse che il prezzo a cui comprava le società era 10 volte gli utili (annuali). Allora dissi: "Be' l'anno scorso abbiamo guadagnato 10 milioni di dollari quindi, se la moltiplicazione è giusta, fa 100 milioni" e degluttii. E lui disse: "Okay" e io: "125 milioni?" e lui "troppo tardi" :D
 
Why more people don’t follow his advice:
- The advice doesn’t promise enough…it’s not a “get rich quick” scheme, which is what a lot
of other philosophies promise
- WB mentioned that when he was really young he started investing using technical analysis,
but found that he never could make any money with it
- “I realized that technical analysis didn’t work when I turned the chart upside down and
didn’t get a different answer.”
- After seeing that charting didn’t work, he switched to Graham…it made sense and it worked
 
dal meeting degli azionisti del '95:

"Amiamo le azioni che generano alti ritorni sui capitali investiti e dove c'è una forte probabilità che continuino a farlo. Per esempio l'ultima volta che abbiamo comprato Coca-Cola era a 23 volte gli utili. Usando il nostro prezzo d'acquisto e gli utili di oggi, fa circa 5 volte gli utili. E' davvero l'interazione del capitale impiegato, il ritorno su questo capitale e il futuro capitale generato con il prezzo di acquisto oggi".
 
"Amiamo le azioni che generano alti ritorni sui capitali investiti

però calcolare il ROIC non è semplice come gli altri indicatori di profittabilità, un esempio sempre con KO:

Return on invested capital is defined as:

Net operating profits after taxes
-------------------------------------------------------------------
assets - excess cash - investments - non interest bearing liabilities


First, look at the company's income statement. Basically, net operating profits after taxes (NOPAT) = operating income * (1 - tax rate), which is equal to:


Operating income * [1-(income tax expense/income before taxes)]


For Coca-Cola in 2003, this is equal to:


$5,221 (million) * [1-(1148/5495)]
= $5,221 * 0.791 = $4130


Note: Coca-Cola earns "equity income," that is, income from businesses that Coca-Cola owns a large, non-controlling stake in. These are not included in our calculation of NOPAT. If you wish to add this back into NOPAT, you'll need to count long-term investments as part of the company's investment capital. The reason is, "equity income" comes from these "long term investments," so either both should be included in your return on invested capital calculation, or both should be excluded.

Now let's look at the Coca-Cola's balance sheet. Its invested capital is equal to (total assets - excess cash - non interest bearing liabilities). First, let's define these terms.

Excess cash is defined as the total amount of cash held by the company minus the amount of cash that is necessary for running the business. Unfortunately, there's no good way to determine which cash is "excess cash." Certain industries, for instance, require more cash on hand than others. I just remove all cash in my calculations. Other investors don't remove any cash at all (these people argue that, if a company typically holds a lot of cash, this should be considered part of what is being invested in the business, and should remain in our calculation of capital). Others estimate that excess cash is any cash beyond a certain percentage (perhaps 5%) of sales.

As for current liabilities, you want to figure out which ones incur interest and which do not. Liabilities which usually do not incur interest are:

Accounts payable
Accrued expenses
Unearned revenue
Income taxes payable
If you're not sure whether something incurs interest or not, assume that it does.

If you want to be specific, you might be able to sort it out by studying the section of the company's annual report titled: "Notes to Consolidated Financial Statements."

So, we can take Coca-Cola's $27,342,000 in total assets, subtract the company's $9,020,000 in cash, short term investments and long term investments. Then we'd subtract its accounts payable of $4,980,000. This gives us an invested capital of $13,342. So Coca-Cola's return on invested capital, including intangible assets, is

$ 4,130
--------
$13,342

=31%.
 
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