Numero di azioni massime in un portafoglio

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massimo972

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Secondo voi, considerando che parliamo di Value Investing
(comunque comprare azioni di ottima qualità e tenerle fino a che continuano essere di qualità ... diciamo quindi per lungo periodo)

esiste un numero max di azioni da tenere e perchè?
 
Per una buona diversificazione 20 sono sufficienti. Oltre non si hanno vantaggi significativi.

How many stocks should you own in your portfolio?

Ottimo articolo.
L'articolo parla di zona di comfort, cui tale regola empirica suggerisce un minimo di 25 titoli nel portafoglio anche fino a 100.
In effetti aumentando il numero di azioni (supponendo di avere un capitale adeguato) si ha maggiore differenziazione geografico e di settore ... non trovi?
 
Dipende da tante cose secondo me.
Ovviamente più azioni compri e più diversifichi e più abbassi il rischio ma possibile anche il rendimento.
Se sai molto bene quello che fai potresti concentrare il capitale in pochissime azioni che conosci benissimo.
Se compri ad esempio Berkshire Hataway e Tamburi è come se avessi investito anche in altre decine di azioni.
Se hai intenzione di comprare decine e decine di titoli puoi valutare ad esempio l'acquisto di etf specifici.
Insomma non è facile la risposta e varia sensibilmente da persona a persona.
 
Ottimo articolo.
L'articolo parla di zona di comfort, cui tale regola empirica suggerisce un minimo di 25 titoli nel portafoglio anche fino a 100.
In effetti aumentando il numero di azioni (supponendo di avere un capitale adeguato) si ha maggiore differenziazione geografico e di settore ... non trovi?

Sì ci sono vari articoli in proposito, anche contrastanti, più sul numero minimo di azioni per una diversificazione adeguata che su quello massimo; tempo fa ne avevo trovato uno ancora più dettagliato e interessante che non riesco a recuperare.

Volendo si potrebbero anche comprare 1.000 azioni diverse, ma la situazione sarebbe molto complessa e costosa da gestire.
Per ovviare a questo, sono piuttosto comodi gli ETF (poi ci sarebbe da aprire un discorso a parte su come selezionarli) con cui però non sempre si ha un quadro chiaro dei titoli inclusi.
Insomma in entrambi i casi c'è un rovescio della medaglia.
 
Dipende da tante cose secondo me.
Ovviamente più azioni compri e più diversifichi e più abbassi il rischio ma possibile anche il rendimento.
Se sai molto bene quello che fai potresti concentrare il capitale in pochissime azioni che conosci benissimo.
Se compri ad esempio Berkshire Hataway e Tamburi è come se avessi investito anche in altre decine di azioni.
Se hai intenzione di comprare decine e decine di titoli puoi valutare ad esempio l'acquisto di etf specifici.
Insomma non è facile la risposta e varia sensibilmente da persona a persona.

Era un discorso più generale
per esempio io nel mio portafoglio l'azione più consistente è quella di berkshire hataway ed ho anche un ETF azionario globale ...
ma devo dire che trovo più soddisfazione usare gli ETf con gli obbligazionari.

Francamente più che investire tutto ciò che è destinato alle azioni in un paio di etf preferisco azioni singole, opportunamente scelte ovviamente.

Quindi tornando al discorso numero di azioni in portafoglio, ritengo che 20 sia un numero basso per ottenere una differenziazione ottimale
 
Sì ci sono vari articoli in proposito, anche contrastanti, più sul numero minimo di azioni per una diversificazione adeguata che su quello massimo; tempo fa ne avevo trovato uno ancora più dettagliato e interessante che non riesco a recuperare.

Volendo si potrebbero anche comprare 1.000 azioni diverse, ma la situazione sarebbe molto complessa e costosa da gestire.
Per ovviare a questo, sono piuttosto comodi gli ETF (poi ci sarebbe da aprire un discorso a parte su come selezionarli) con cui però non sempre si ha un quadro chiaro dei titoli inclusi.
Insomma in entrambi i casi c'è un rovescio della medaglia.

vero ... il fatto che non si ha un quadro completo dei titoli non mi piace ... poi affidare una buona percentuale di capitale alla Blackrock o Vanguard o Invesco o ...ecc ... non è che mi fa stare tranquillo
sarebbe interessante l'articolo di cui parli

io per esempio ho qualche etf, poi sul reparto azionario li ho diviso in azioni di lungo periodo (circa 25 in questo momento) e max 10 azioni in ambito energia (soprattutto petrolio) e settore ciclico che vendo e compro più volte nel corso dell'anno
 

Lo avevo postato col mio precedente nickname (uguale a questo ma senza il .) in una discussione su Bio-On, quando era vicino ai massimi, per mettere un pò in guardia chi magari era all-in su quel titolo con tutti i suoi risparmi, ingolosito dalle prospettive del triplete (115€ ad azione o giù di lì).
Poi hanno cancellato qualche post e mi hanno bananato a vita senza alcuna motivazione... così, semplicemente perchè ai fanatici del titolo dava fastidio quel che dicevo.
Magari cercando su google lo ritrovo cmq si trattava di uno studio/ricerca di qualche istituzione seria, che metteva in relazione rendimenti + volatilità con il numero di azioni in ptf, sulla base dei dati passati.
 
Ultima modifica:
Lo avevo postato col mio precedente nickname (uguale a questo ma senza il .) in una discussione su Bio-On, quando era vicino ai massimi, per mettere un pò in guardia chi magari era all-in su quel titolo con tutti i suoi risparmi, ingolosito dalle prospettive del triplete (115€ ad azione o giù di lì).
Poi hanno cancellato qualche post e mi hanno bananato a vita senza alcuna motivazione... così, semplicemente perchè ai fanatici del titolo dava fastidio quel che dicevo.
Magari cercando su google lo ritrovo cmq si trattava di uno studio/ricerca di qualche istituzione seria, che metteva in relazione rendimenti + volatilità con il numero di azioni in ptf, sulla base dei dati passati.

Sono molto d'accordo con te, infatti lo spirito di questo post è proprio quello di differenziare anche se siamo sicuri ...
se riesci a ritrovare lo studio sarebbe interessante
 
Per me il fatto che la maggior parte preferisca le azioni agli etf è perchè tutti vogliamo di più.
Prendere ad esempio un etf con sottostante un indice si sa già in partenza che la performance sarà uguale all'indice, il che rende noioso l'approccio all'investimento.

La diversificazione serve per limitare le perdite, ma allo stesso tempo limita anche le salite. Il più delle volte si traduce in una performance simile a quella di un etf che raggruppa un paniere di titoli, senza contare che ci sono anche le varie commissioni dei singoli titoli presi.
Maggiori titoli si acquistano e maggiori sono le probabilità che la performance sia uguale ad un semplice indice.
In più, come non bastasse, vendere un etf in perdita rimane perdita, mentre per le azioni si accumula minus che andrà poi recuperato dai guadagni futuri.
 
Ultima modifica:
Per me il fatto che la maggior parte preferisca le azioni agli etf è perchè tutti vogliamo di più.
Prendere ad esempio un etf con sottostante un indice si sa già in partenza che la performance sarà uguale all'indice, il che rende noioso l'approccio all'investimento.

La diversificazione serve per limitare le perdite, ma allo stesso tempo limita anche le salite. Il più delle volte si traduce in una performance simile a quella di un etf che raggruppa un paniere di titoli, senza contare che ci sono anche le varie commissioni dei singoli titoli presi.
Maggiori titoli si acquistano e maggiori sono le probabilità che la performance sia uguale ad un semplice indice.
In più, come non bastasse, vendere un etf in perdita rimane perdita, mentre per le azioni si accumula minus che andrà poi recuperato dai guadagni futuri.

Bravo, infatti non si compensano le minusvalenze
... poi vuoi mettere la soddisfazione di essere un azionista di una società piuttosto che avere una quota di un fondo passivo
 
Bravo, infatti non si compensano le minusvalenze
... poi vuoi mettere la soddisfazione di essere un azionista di una società piuttosto che avere una quota di un fondo passivo

Indubbiamente :yes:
Però devo ammettere che da un pò di tempo a questa parte sto prendendo di più in considerazione gli etf. Il motivo è che comunque il "sentirsi azionista" è solo una apparente soddisfazione dato che se si vuol avere un minimo di potere reale ci vogliono vagonate di milioni da mettere in una singola azienda.
E non è il caso mio :'(
 
Indubbiamente :yes:
Però devo ammettere che da un pò di tempo a questa parte sto prendendo di più in considerazione gli etf. Il motivo è che comunque il "sentirsi azionista" è solo una apparente soddisfazione dato che se si vuol avere un minimo di potere reale ci vogliono vagonate di milioni da mettere in una singola azienda.
E non è il caso mio :'(

Avevo letto uno studio che metteva in dubbio, la qualità degli ETF se dovesse esserci una richiesta estrema di liquidità (cosa che avverrebbe in caso di crisi finanziaria con richieste di vendita che potrebbero crescere) ...
nel 2000 non esistevano, mentre nel 2008 gli ETF non erano molto diffusi e il punto focale potrebbe essere la percentuale di liquidità rispetto al patrimonio dell'ETF
 
Avevo letto uno studio che metteva in dubbio, la qualità degli ETF se dovesse esserci una richiesta estrema di liquidità (cosa che avverrebbe in caso di crisi finanziaria con richieste di vendita che potrebbero crescere) ...
nel 2000 non esistevano, mentre nel 2008 gli ETF non erano molto diffusi e il punto focale potrebbe essere la percentuale di liquidità rispetto al patrimonio dell'ETF

Credo sia la stessa cosa per i titoli singoli come aziende piccole o multinazionali quotate in altri mercati, esempio il GEM. In ogni caso la differenza può essere di qualche zero virgola in termini di percentuale, non molto di più. Sono probabilmente poco adatti per il trading giornaliero se hanno pochi scambi
 
Credo sia la stessa cosa per i titoli singoli come aziende piccole o multinazionali quotate in altri mercati, esempio il GEM. In ogni caso la differenza può essere di qualche zero virgola in termini di percentuale, non molto di più. Sono probabilmente poco adatti per il trading giornaliero se hanno pochi scambi

Parlando di multinazionali non è la stessa cosa, le regole sono stringenti (un conto è controllare un bilancio ed un altro è provare a controllare il sistema di gestione di un etf)
Poi di fatto vendendo un'azione, vendi le quote della suddetta azienda (prezzo a questo punto regolato dal mercato, supponendo di stare in un momento di crisi finanziaria);
la gestione della liquidità degli etf in caso di vendita è una cosa più complessa e potrebbe essere un problema in caso surplus di richieste,
ovviamente questo è quanto mi sembra di aver capito.

Nel 2008 gli etf erano poco diffusi, e gran parte diffusi tra operatori professionisti, oggi è molto diverso, quindi di fatto non hanno mai affrontato un vero crollo
 
Parlando di multinazionali non è la stessa cosa, le regole sono stringenti (un conto è controllare un bilancio ed un altro è provare a controllare il sistema di gestione di un etf)
Poi di fatto vendendo un'azione, vendi le quote della suddetta azienda (prezzo a questo punto regolato dal mercato, supponendo di stare in un momento di crisi finanziaria);
la gestione della liquidità degli etf in caso di vendita è una cosa più complessa e potrebbe essere un problema in caso surplus di richieste,
ovviamente questo è quanto mi sembra di aver capito.

Nel 2008 gli etf erano poco diffusi, e gran parte diffusi tra operatori professionisti, oggi è molto diverso, quindi di fatto non hanno mai affrontato un vero crollo

Si in effetti non c'è uno storico su questo tipo di strumento abbastanza lungo da poterlo confrontare.
Sono però convinto che dipenda dal tipo di sottostante. Il prezzo e di conseguenza la valutazione dell'etf è (detto in modo fin troppo semplicistico) la media dei titoli in pancia. Se il sottostante è l'indice di riferimento, come ad esempio quello sul Ftse Mib o Dax, grosso modo la percentuale in salita e in discesa è in linea con l'andamento dell'indice stesso, con una leggera differenza che può arrivare difficilmente a superare l'1%. A meno che non si smuova milionate alla volta, non credo ci siano grossi problemi nel vendere o acquistare (parlo non da speculatore ma da investitore, cosi come vorrebbe la sezione)
 
Si in effetti non c'è uno storico su questo tipo di strumento abbastanza lungo da poterlo confrontare.
Sono però convinto che dipenda dal tipo di sottostante. Il prezzo e di conseguenza la valutazione dell'etf è (detto in modo fin troppo semplicistico) la media dei titoli in pancia. Se il sottostante è l'indice di riferimento, come ad esempio quello sul Ftse Mib o Dax, grosso modo la percentuale in salita e in discesa è in linea con l'andamento dell'indice stesso, con una leggera differenza che può arrivare difficilmente a superare l'1%. A meno che non si smuova milionate alla volta, non credo ci siano grossi problemi nel vendere o acquistare (parlo non da speculatore ma da investitore, cosi come vorrebbe la sezione)

In realtà l'investimento su indici è ottenuto acquistando fisicamente i titoli, nella quantità esatta rispetto al peso di capitalizzazione del titolo.
Innanzitutto non premiando il merito dei singoli titoli, rende complessa una corretta valutazione del rischio ... e quindi è difficile stabilire i rischi in caso di eventi di crollo.

Molti titoli presenti in alcuni etf (anche con patrimoni notevoli) in realtà sono poco liquidi, mentre altri etf hanno quasi la totalità dei titoli negoziati in mercati poco liquidi, ... quindi se tanti investitori decidessero nello stesso istante di vendere (cosa che avverrebbe in caso di crisi tipo il 2008),
ciò renderebbe ancora più instabile il mercato di riferimento e si avrebbe difficoltà a soddisfare l'offerta perchè l'ETF in caso di tante richieste di vendita (non potendo contare sulla liquidità, perchè le richieste sarebbero tante) , se non vende immediatamente e fisicamente i titoli non potrebbe soddisfare il richiedente ...

se il discorso si affronta sugli etf a replica sintetica sarebbe ancora peggio perchè il sottostante è un derivato, che si basa sull'affitto di titoli non posseduti fisicamente ...

ovviamente qui parliamo da investitori, perchè l'etf non è uno strumento per speculatori
 
Ultima modifica:
Comunque anche io ho qualche etf, ma li ho ridotti rispetto al passato,
perchè dopo averli studiati meglio, (dopo averne posseduti ed anche averci guadagnato bene quando ho deciso di venderli tutti ... )
non mi sento più di affidare tutto l'investimento agli etf

Purtroppo sulla parte obbligazionaria non ho scelta e devo detenere per forza gli etf, perchè è complicato acquistare buone obbligazioni con tagli piccoli,


ovviamente è un giudizio personale
 
Io di etf ne ho attualmente molto pochi, qualche punto percentuale sul totale ptf e li sto monitorando da poco tempo.
Guardo però quasi solo quelli a replica degli indici per il semplice motivo che un indice è "studiato" per mantenersi possibilmente stabile o in salita, fatta eccezione ovviamente a cadute di prezzo generali.
Il Dow Jones (giusto per citarne uno) se un'azienda al suo interno per un periodo prolungato di tempo ha difficoltà a mantenere stabile il prezzo, la tolgono mettendone un'altra al suo posto che al contrario possa dare stabilità e crescita. General Electric (se non vado errato) nella sua instabilità aziendale e di prezzo è stata rimossa dall'indice. Rimpiazzata con un'altra più solida l'indice sarà propenso a seguire il mercato e non essere "zavorrato". E questo viene eseguito continuamente nel corso degli anni.
Principalmente è per questo che guardo gli etf, e nello specifico quelli a replica degli indici. Quelli settoriali invece per il momento li evito perchè a quel punto credo che acquisterei direttamente le aziende che mi interessano di più.
 
Lo avevo postato col mio precedente nickname (uguale a questo ma senza il .) in una discussione su Bio-On, quando era vicino ai massimi, per mettere un pò in guardia chi magari era all-in su quel titolo con tutti i suoi risparmi, ingolosito dalle prospettive del triplete (115€ ad azione o giù di lì).

Ma anche senza pensare alle “barchette” dell’AIM, anche “transatlantici” come KHC, per dire, hanno riservato sorprese. Alla fine un titolo azionario è legato alle vicende di una singola azienda, che il piccolo investitore può conoscere e prevedere fino a un certo punto, e una singola azienda può avere oscillazioni più forti e imprevedibili del tracker di un indice, generalmente parlando.
Per questo personalmente mi son fatto l’idea che il grosso del “malloppo” vada in ETF, lasciandosi una quota per lo stock picking di titoli conosciuti con cui tentare di fare “meglio del mercato“ (ma facile non è, né privo di rischi) e compensare eventuali minus.
 
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