parametri di analisi fondamentale

Valetudo

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ciao a tutti.
sto scrivendo un trading system per la gestione di portafoglio.
Questo sistema fa uno screening di tutti i titoli dell'SP500, e prima di tutto lo divide nei suoi settori settori.
Dopo calcola quali sono i settori che hanno (sarebbe a dire: in cui la media delle azioni che vi appartengono hanno ) il piu alto ranking di alcuni parametri e quelli che hanno il piu basso.
Dopo di che va long nei top rank scegliendo fra essi le azioni a maggiore capitalizzazione meno correlate e va short per un pari valore nei Bottom Rank sempre scegliendo le azioni piu capitalizzate e meno correlate.
Aggiusta il peso da dare ad ogni azione a seconda della sua volatilità e dopo una verifica (banale) che le condizioni siano buone anche da un punto di vista tecnico, entra a mercato.
In pratica l'obiettivo è quello di creare un portafoglio che dipenda in modo quasi esclusivo dalla bontà della scelta delle azioni, e non dall'andamento del mercato diventando quanto piu possibile market neutral per raggiungere l'obiettivo della salvaguardia del capitale e al tempo stesso del raggiungimento di un vantaggio sullo SPY che ho usato come benchmark.
Ora..

Qualcuno può aiutarmi nella scelta dei parametri da valutare per considerare un settore come 'buono' e un settore come meno buono?
Sto ottenendo alcuni risultati considerando il 'price to book ratio' e il 'price to earnings', ed il ROE ma se avete qualche altro parametro significativo (fra le centinaia di possibili) mi aiutereste molto, possibilmente scegliendo fra i dati che mette a disposizione morningstar e considerando che il portafoglio viene ribilanciato mensilmente
 
ciao a tutti.
sto scrivendo un trading system per la gestione di portafoglio.
Questo sistema fa uno screening di tutti i titoli dell'SP500, e prima di tutto lo divide nei suoi settori settori.
Dopo calcola quali sono i settori che hanno (sarebbe a dire: in cui la media delle azioni che vi appartengono hanno ) il piu alto ranking di alcuni parametri e quelli che hanno il piu basso.
Dopo di che va long nei top rank scegliendo fra essi le azioni a maggiore capitalizzazione meno correlate e va short per un pari valore nei Bottom Rank sempre scegliendo le azioni piu capitalizzate e meno correlate.
Aggiusta il peso da dare ad ogni azione a seconda della sua volatilità e dopo una verifica (banale) che le condizioni siano buone anche da un punto di vista tecnico, entra a mercato.
In pratica l'obiettivo è quello di creare un portafoglio che dipenda in modo quasi esclusivo dalla bontà della scelta delle azioni, e non dall'andamento del mercato diventando quanto piu possibile market neutral per raggiungere l'obiettivo della salvaguardia del capitale e al tempo stesso del raggiungimento di un vantaggio sullo SPY che ho usato come benchmark.
Ora..

Qualcuno può aiutarmi nella scelta dei parametri da valutare per considerare un settore come 'buono' e un settore come meno buono?
Sto ottenendo alcuni risultati considerando il 'price to book ratio' e il 'price to earnings', ed il ROE ma se avete qualche altro parametro significativo (fra le centinaia di possibili) mi aiutereste molto, possibilmente scegliendo fra i dati che mette a disposizione morningstar e considerando che il portafoglio viene ribilanciato mensilmente
Come dire, mettere il carro davanti ai buoi :D Sarei partito da identificare i parametri per considerare un titolo buono o cattivo, piuttosto che dalla costruzione del portafoglio/strategia.

I fattori storicamente performanti sono quelli più frequentemente menzionati in letteratura: value (titoli poco cari rispetto ai fondamentali fanno meglio di titoli cari), momentum (titoli che hanno performato meglio recentemente continuano a far meglio di titoli che hanno performato male), low volatility (titoli a bassa volatilità/beta fanno meglio di quelli ad alta volatilità/beta), profitability (titoli con alto ROA fanno meglio di titoli con basso ROA) e liquidity (titoli illiquidi fanno meglio di titoli liquidi).

Ovviamente questo vale per il passato, di doman non c'è certezza, e soprattutto molti di questi studi ignorano il secondo punto su cui ti volevo far riflettere: commissioni e tasse. Non ho idea del tuo piano commissionale, nè del tuo broker e delle dimensioni del tuo capitale, ma alcune di queste strategie son difficili anche per gli istituzionali.

Inoltre, hai esperienza nel tenere la gamba short (peraltro di quella portata, ovvero pari alla long) aperta indefinitivamente? Anche quelli sono ulteriori costi, margini da postare e che in genere si alzano proprio nel momento peggiore. Ad esempio la versione L/S di value, momentum e liquidity soffre di più proprio nei crolli di mercato e durante i cosìdetti "liquidity hole".

Magari hai già pensato a tutto e sapevi tutto, nel qual caso mi scuso per le spiegazioni ridondanti, ma in genere si parte sempre da come selezionare i titoli e poi si passa alla, altrettanto difficile, esecuzione della strategia.
 
ciao thetruth34, grazie per i consigli.
Non sono ridondanti, specialmente quelli sulla gestione della gamba short, che nel mio modello non presenta ancora costi di mantenimento commissioni a parte che invece nella realtà ci sono.

Si comunque diciamo che ho usato un approccio che parte dal risultato che vorrei ottenere (un ptf con basso beta sul mercato) e ora sto cominciando a sbattere la testa, il 'come selezionare i titoli' pur essendo la parte piu importante è anche quella dove ho meno esperienza quindi lo considero un progetto a lungo termine (che è un altro modo per dire che ancora ci capisco poco di analisi fondamentale :) ) anche se per adesso i backtest condotti in un mondo ideale su uno storico di 14 anni(dove la gamba short non presenta alcun problema tranne le commissioni ) sono abbastanza incoraggianti
 
consigli

Allora io ti consiglierei di prendere in considerazione il Price to book value, l'Earnings per Share e assolutamente il ROE, tutto poi logicamente dipende dall'orizzonte temporale, investire in titolo sottovalutati si è redditizio ma non è detto che dall'oggi al domani la quotazione arriva al vero valore!
OK!
 
Ciao,
vi scrivo come mi comporto io, ma non è detto che il mio metodo sia il migliore in assoluto:

- seleziono i titoli con l'F-Score di Piotroski per un primo screening (prendo solo quelli con FScore = 9, il valore massimo);

- ordino i titoli in base al loro PEG (Price/Earnings to Growth) scartando quelli con PEG > 2 e PEG < 0, allocando una quota maggiore del portafoglio per quelli con PEG compreso tra 0 e 1 e una quota minore per quelli con PEG tra 1 e 2;

- per scegliere il momento migliore per prendere posizione e per uscire mi sono creato un indicatore tecnico parametrico (che si adatta alle condizioni del mercato);



PS: Complimenti a thetruth34 per il CFA :)
 
Ultima modifica:
- seleziono i titoli con l'F-Score di Piotroski per un primo screening (prendo solo quelli con FScore = 9, il valore massimo);
Se posso dare un consiglio l'F-Score non mostra quella monotonicità che si dovrebbe vedere nei sistemi quantitative (i.e. 9 performa meglio di 8, 8 performa meglio di 7, 7 performa meglio di 6.... e via così); quindi "pescare" titoli con F-Score 7-8-9 è in genere meglio che focalizzarsi esclusivamente su 9. (detto ciò, ovviamente 7-8-9 fanno molto meglio di 0-1-2...)

PS: Complimenti a thetruth34 per il CFA :)
Eh.... ancora lunga!! Mi dicono che il II livello sia il più difficile :censored:
 
Se posso dare un consiglio l'F-Score non mostra quella monotonicità che si dovrebbe vedere nei sistemi quantitative (i.e. 9 performa meglio di 8, 8 performa meglio di 7, 7 performa meglio di 6.... e via così); quindi "pescare" titoli con F-Score 7-8-9 è in genere meglio che focalizzarsi esclusivamente su 9. (detto ciò, ovviamente 7-8-9 fanno molto meglio di 0-1-2...)

Premessa dovuta: non ho backtestato personalmente l'operatività con il solo f-score

This academic can help you make better investment decisions

Eh.... ancora lunga!! Mi dicono che il II livello sia il più difficile :censored:

Io avevo preparato il livello I per dicembre, poi ho preferito rimandare a giugno 2016 :(
 
ovviamente 7-8-9 fanno molto meglio di 0-1-2...)

purtroppo questo era quello che speravo prima di eseguire dei backtest.
In uno storico dal 2002 la differenza di performance fra i titoli con un piotroski > 7 e quelli con un piotroski < 3 è una linea che non cresce neanche se la innaffi , nonostante alcuni papers dicano il contrario, almeno per quello che riguarda i titoli US
 
purtroppo questo era quello che speravo prima di eseguire dei backtest.
In uno storico dal 2002 la differenza di performance fra i titoli con un piotroski > 7 e quelli con un piotroski < 3 è una linea che non cresce neanche se la innaffi , nonostante alcuni papers dicano il contrario, almeno per quello che riguarda i titoli US

Fonte? Se posso. :)
 
ho programmato il piotroski score utilizzando i dati fondamentali di morningstar sul nasdaq e altri mercati US scartando le azioni con prezzo < 1 e quelle che negli anni sono state delistate facendo un backtest dal 2002.
Volendo fare un portafoglio long/short Market Neutral paribilanciato con 200 titoli long e 200 titoli short ribilanciato mensilmente(che è l'esigenza di tanti fondi hedge) su un portafoglio di 1 Milione di dollari utlizzando solo il punteggio del sistema piotroski la equity risultante è intradabile, al punto che è caduto nel dimenticatoio, se lo recupero posto un pdf.

Il problema di questo approccio è che il criterio di stock piking non si adatta alle condizioni di mercato (e questa è la cosa piu importante) ovvero da per scontato che il mercato voglia sempre titoli con buoni fondamentali, ma non è sempre cosi, e soprattutto i cicli di vita un un criterio di selezione hanno una durata limitata nel tempo. purtroppo.
 
ho programmato il piotroski score utilizzando i dati fondamentali di morningstar sul nasdaq e altri mercati US scartando le azioni con prezzo < 1 e quelle che negli anni sono state delistate facendo un backtest dal 2002.
Volendo fare un portafoglio long/short Market Neutral paribilanciato con 200 titoli long e 200 titoli short ribilanciato mensilmente(che è l'esigenza di tanti fondi hedge) su un portafoglio di 1 Milione di dollari utlizzando solo il punteggio del sistema piotroski la equity risultante è intradabile, al punto che è caduto nel dimenticatoio, se lo recupero posto un pdf.

Il problema di questo approccio è che il criterio di stock piking non si adatta alle condizioni di mercato (e questa è la cosa piu importante) ovvero da per scontato che il mercato voglia sempre titoli con buoni fondamentali, ma non è sempre cosi, e soprattutto i cicli di vita un un criterio di selezione hanno una durata limitata nel tempo. purtroppo.
Mi sembra strano. :confused:

Qui due backtest recenti:

Piotroski F-Score Backtest

Piotroski Score Backtest Part 2

E qui in interazione con altre strategie:
Can the Piotroski F-Score also improve your investment strategy?

Il primo sito sinceramente non lo conosco, ma utilizza Portfolio123 che ha banca dati Compustat e molti users istituzionali, mi sembra strano che abbia cannato i risultati. Il secondo è già più noto! :/
 
Ho ricontrollato e i miei risultati li confermo per quello che vale (certo che è come chiedere all'oste se il suo vino è buono), diciamo che sono in linea con tutte le equity di sistemi market neutral long/short che prendono in considerazione parametri di analisi fondamentale per lo stock piking. Ovvero funzionano bene solo fino al 2007 dopodiche poi la equity o è un disastro o è piatta, poco importa che sia il piotroski score o altri parametri, non so se dal 2009 in poi il mercato abbia smesso di comprare i buoni fondamentali o cosa.. :mmmm:

Comunque non so questi sistemi di costruzione portafogli automatici come funzionino, sono un po delle scatole nere che non mi danno moltissima fiducia, ma puo benissimo essere che mi sbagli io :D
 
Ho ricontrollato e i miei risultati li confermo per quello che vale (certo che è come chiedere all'oste se il suo vino è buono), diciamo che sono in linea con tutte le equity di sistemi market neutral long/short che prendono in considerazione parametri di analisi fondamentale per lo stock piking. Ovvero funzionano bene solo fino al 2007 dopodiche poi la equity o è un disastro o è piatta, poco importa che sia il piotroski score o altri parametri, non so se dal 2009 in poi il mercato abbia smesso di comprare i buoni fondamentali o cosa.. :mmmm:

Comunque non so questi sistemi di costruzione portafogli automatici come funzionino, sono un po delle scatole nere che non mi danno moltissima fiducia, ma puo benissimo essere che mi sbagli io :D


Ciao, spero possa aiutarmi a risolvere un "mistero". Esiste un sito web che fornisce i Piotroski delle aziende italiane, cosi´ come se ne trovano tanti per quelle americane? Diciamo, al fine di evitare di calcolarlo.
 
Ciao!

Da come hai posto la domanda deduco che tu sia un programmatore o data analyst, non un economista/analista finanziario. Questo perché chiedi lumi su quali possono essere le variabili che spieghino il rendimento futuro e perché, prima ancora di conoscerle, già stai programmando la strategia. In ogni caso complimenti, sono piuttosto convinto che il tuo lavoro verrà remunerato in termini di extra-rendimenti.

Io sto lavorando a un modello simile, con competenze di analisi finanziaria e un po' meno di programmazione e computazione. Dal mio punto di vista ti sconsiglio sia l'utilizzo del ROE che dell'indice di mercato P/B. Questo perché il primo è eccessivamente volatile (tra le imprese e per le stesse imprese nel tempo) a causa dell'elevata volatilità di base della voce contabile ''utile netto'', che non rappresenta bene la profittabilità dell'azienda. Tra l'altro guardare solo al ROE (che è proxy della remunerazione del rischio d'impresa) senza fare riferimento al rischio ha poco senso. Che un'impresa di biotecnologie abbia ROE > di un'impresa che opera nell'alimentare è normale, ma questo non significa che operi meglio e remuneri meglio i rischi. Il P/B è anch'esso un multiplo secondo me ormai poco informativo (uso ''ormai'' perché, come correttamente fatto notare nei commenti precedenti, nella letteratura è ampiamente dimostrato come fino agli anni '80 quel tipo di investimenti ha dato extra-rendimenti). Guardare al P/B senza fare allo stesso tempo attenzione a 1) rischio 2) profittabilità 3) prospettive 4) entità dell'indebitamento è un esercizio che ha poco senso. Poi il book value è in troppe aziende una pessima proxy del valore effettivo del patrimonio aziendale. Per il P/E vale quanto detto per il ROE e per il P/B.

Ora, esposte i limiti e le problematiche di questi due indicatori, provo a proporre alternative e soluzioni:

1) Piuttosto che il ROE utilizzerei il ROI (calcolato in modo rigoroso --> ti consiglio di utilizzare la metodologia di Mediobanca nel calcolo del ROI) perché molto meno volatile (al numeratore c'è l'utile operativo, non il netto) e maggiormente rappresentativo della profittabilità del business nel lungo termine. Potresti, per cogliere anche aspetti di maggiore/minore efficienza, utilizzare il rapporto tra ROI dell'azienda valutata e ROI medio del settore.

2) Piuttosto che il P/B utilizzerei, come multiplo di mercato, l'EV/ebit. Questo perché ciò tiene conto del diverso livello d'indebitamento finanziario tra le imprese e l'aggregato che meglio descrive il risultato caratteristico. Entrambi i termini di questo rapporto sono grandezze rappresentative e di mercato.

3) Introdurrei poi delle variabili che sappiano cogliere lo ''stato di salute'' del settore in cui opera l'impresa. Potresti guardare al tasso di crescita dei prezzi nel settore, nel tasso di crescita delle vendite etc.

4) Introdurrei anche delle variabili che sappiano cogliere il rischio. La volatilità dei prezzi dei titoli? La volatilità dei risultati operativi? La correlazione tra fatturato e PIL? La perdita di fatturato o ebit delle imprese di un certo settore durante le fasi di recessione?

Spero che il mio intervento ti abbia dato qualche spunto interessante. Visto che anche io sto facendo un lavoro simile (usando strumenti informatici più ''grezzi'') privilegiando aspetti più economico-finanziari, potrebbe essere una buona idea unire le nostre competenze per farne uscire qualcosa di migliore per entrambi.

Ciao!
 
Cacchio mica mi sono accorto che era un thread del 2015. Immagino tu abbia perfezionato il tuo modello e sia ormai multimilionario :P
 

Anzitutto grazie della risposta, ma non risolve il problema, per 2 motivi:
1) io cerco un database estraibile. ad esempio su chartmill posso impostare dei semplici filtri ed ottenere un database delle aziende americane bello e pronto, invece che cercarle una alla volta come sul sito da te consigliato
2) il sito in questione (al quale ero arrivato anche io, in quanto interessato al mercato tedesco) ha dati non aggioranti. Difatti sono tutti 2019, non sono TTM aggiornati all´ultimo quarter e quindi va da se che, oggi, sapere che nbel 2019 il Piotroski era quello che era, lascia il tempo che trova.

In pratica per la mia Strategia, il mio primo "cancello" e´ quello di analizzare solo aziende che hanno un Piotroski di 8 o 9. COme detto, per il mercato americano risulta facile trovare le info e trovarle aggiornate, per quello Italiano e Tedesco....io non sono in grado
 
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