Analisi dinamica e algoritmica

Per media Mobile si intende una media calcolata su un numero definito di dati (ad esempio 7, 14, 55, 100, 200 rilevazioni) che periodicamente viene aggiornata sostituendo al dato più lontano l’ultima rilevazione in ordine di tempo.
Per questo motivo, ogni giorno che passa (nel caso di media mobile giornaliera), sarà necessario aggiungere il nuovo valore e procedere al ricalcalo della media.

La media mobile, per come viene costruita, ha alcune caratteristiche:

  • è tanto più sensibile quanto minore è il numero di rilevazioni che la compongono (evidentemente una media breve, ad esempio a 14 rilevazioni, è molto più sensibile rispetto ad una media di lungo periodo, ad esempio a 200 rilevazioni).
  • le indicazioni che vengono fornite sono ritardate: è evidente che l’inizio o la fine di una tendenza viene segnalato in ritardo, e questo indipendentemente dalla base di calcolo.
  • ha la tendenza ad eliminare possibili falsi segnali: la media mobile riesce ad eliminare parte della erraticità delle quotazioni dovute a fattori esogeni del mercato.

Le medie mobili possono essere di tre tipi:

Semplice : si ottiene dividendo la somma delle quotazioni degli ultimi n-giorno per il numero delle rilevazioni (n) presi a riferimento.

Ponderata : si ottiene attribuendo ai valori più lontani dalla data odierna un peso decrescente.
Il valore del singolo giorno nel calcolo della media assume quindi più peso quanto più è vicino all’ultima rilevazione in ordine di tempo.

Esponenziale : Simile alla media ponderata, la media esponenziale si ottiene moltiplicando la media semplice per una costante X1 (compresa tra 0 ed 1) e moltiplicando il valore ottenuto per una costante X2 (calcolata come 1-X1).

La caratteristica di questo tipo di media è quello di mantenere in memoria tutta la storia del titolo. Scegliendo un X1 > X2 daremo un maggior peso per il calcolo della media al passato. Se X1 < X2 daremo un maggior peso alla nuova rilevazione.

La media esponenziale (probabilmente la più utilizzata dai trader) ha il pregio di eliminare gli sbalzi repentini tipici della media aritmetica, dovuta essenzialmente al fenomeno dell’eliminazione del dato più antico.

Segnali operativi forniti dalle Medie Mobili

Le medie mobili sono strumenti utilizzati per capire quale sia la tendenza media dell’andamento dei prezzi. Nel momento in cui le quotazioni dei titoli si avvicinano alla media mobile scelta come riferimento, queste possono fungere da supporto (nel grafico evidenziato con le frecce verdi) o da resistenza (frecce arancioni) a seconda che le quotazioni si trovino al di sopra od al di sotto della media mobile stessa.

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Operativamente, la rottura da parte delle quotazioni di un titolo della propria media dal basso verso l’alto fornisce un segnale di input, di acquisto. Viceversa la rottura dall’alto verso il basso della media fornisce un segnale di vendita.

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I segnali operativi dati dalle medie mobili forniscono performance interessanti nei periodi di tendenza (trend) fortemente definita: viceversa nei periodi poco direzionali (assenza di trend), considerato il ritardo nelle segnalazioni, spesso i segnali che se ne ottengono risultano essere poco performanti, in particolare quando i prezzi continuano ad oscillare sopra e sotto la media stessa. Per ovviare a questo inconveniente alcuni operatori utilizzano una configurazione di più medie mobili sullo stesso grafico: una fra le più utilizzate è la configurazione che utilizza tre medie calcolate a 14-55-200 periodi.

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L’intersecazione di più medie fra di loro è un segnale di conferma di inversione del trend in atto.
Uno scenario in cui la media a breve periodo (14 rilevazioni) è superiore a quella a medio (55 rilevazioni) che a sua volta è superiore a quella di lungo (200) configura uno scenario estremamente rialzista (nella figura punto 1). Viceversa, quando la media di lungo periodo sta sopra a quella di medio la quale sta sopra a quella di breve prefigura uno scenario estremamente ribassista (2).

6.1.2 Bollinger Band

Le Bollinger Band sono calcolate come deviazioni standard di una media mobile. Graficamente si presentano come un paio di linee che avviluppano il grafico dei prezzi delineando la volatilità del titolo.

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Per costruire la Bollinger Band è necessario specificare il parametro delle rilevazioni della media e la percentuale della deviazioni standard da utilizzare. Molti analisti utilizzano una media a 20 rilevazioni con una deviazione standard del 2%. In questo caso la banda superiore è calcolata moltiplicando il valore della media mobile per 1 + la deviazione standard prescelta (nell’esempio 1+0.02 = 1.02); la banda inferiore per simmetria è calcolabile moltiplicando per il fattore 1- deviazione standard (0.98).

Le bollinger band così ottenute servono per misurare la volatilità del mercato: un aumento della ampiezza delle bande rappresenta un aumento della volatilità e viceversa.

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A livello operativo, quotazioni che si muovono lambendo la banda superiore (upper band) indicano una buona forza del trend rialzista. Viceversa quotazioni che si muovono in prossimità della "lower band" indicano una grande debolezza del titolo.
Prezzi che si muovono al di fuori delle bande indicano notevole forza del trend in atto. Quando i prezzi sono in prossimità di una delle bande, è probabile che l’obiettivo prezzo si proietti verso la banda opposta.
Spesso, dopo un periodo di bassa volatilità (nel quale le bande si avvicinano) è possibile assistere ad un’ aumento della volatilità stessa (nel quale le bande si allontanano) con un violento movimento verso l’alto o verso il basso in quanto bande molto strette spesso coincidono con fasi di accumulazione o distribuzione.
Frequentemente gli operatori associano lo studio delle Bollinger Band all’analisi di alcuni oscillatori come l’Rsi: in tal caso l’analisi abbinata delle informazioni, con particolare riferimento alle divergenze dell’oscillatore, spesso fornisce validi segnali operativi.

6.2 Analisi algoritmica

L’analisi algoritmica si basa sullo studio di oscillatori ed indicatori che elencheremo più avanti e che possono fornire utili informazioni circa l’andamento del titolo oggetto di studio.
Gli oscillatori vengono rappresentati da curve che oscillano (proprio da questa caratteristica prendono il loro nome) intorno ad un valore centrale.
Il ragionamento alla base di questi oscillatori presuppone che più ci si allontana dalla retta centrale, più diventa probabile che il grafico torni nuovamente in prossimità della stessa.
Gli oscillatori si muovono fra un valore massimo (top) ed un minimo (bottom) che evidenziano le fasi di eccesso del mercato: in particolare si dice che un titolo è in "ipercomprato" quando gli oscillatori sono vicini al massimo della banda; viceversa un titolo risulta "ipervenduto" quando gli oscillatori sono prossimi al minimo della banda.
Fra gli innumerevoli oscillatori che sono proposti dai classici manuali di analisi tecnica, volgeremo la nostra attenzione su: Rsi, Momentum, Macd, Stocastico ed Obv.

6.2.1 RSI: Relative Strenght Index

E’ probabilmente l’indicatore più conosciuto e utilizzato dai trader in tutto il mondo. L’Rsi, o indicatore di forza relativa, viene utilizzato per evidenziare condizioni di ipercomprato o ipervenduto su un particolare titolo.
Ideato da Wells Wilder, l’Rsi viene calcolato con la seguente formula:

RSI=100-[100/(1+MM)]

dove MM rappresenta il rapporto tra la media mobile delle chiusure al rialzo di n-giorni e la media mobile delle chiusure al ribasso di n-giorni.

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Il grafico dell’indicatore si muove all’interno di una banda compresa trai valori 0 e 100. Sul grafico vengono evidenziate con due rette orizzontali i valori 30 e 70 che delimitano rispettivamente le fasce di ipervenduto ed ipercomprato del titolo, mentre il valore 50 rappresenta la fascia di neutralità.

L’Rsi si basa sul presupposto che dopo una prolungata fase di rialzo o ribasso delle quotazioni divenga più probabile un rallentamento del movimento in atto finalizzato a "scaricare" gli eccessi di comprato o di venduto.
Solitamente l’indicatore viene utilizzato con un parametro temporale pari a 14 periodi. In alternativa, alcuni operatori applicano un parametro di 22 periodi per avere una analisi di medio periodo. Viene anche utilizzato un parametro di 9 periodi al fine di effettuare analisi di brevissimo periodo.
Risulta chiaro che riducendo l’ampiezza temporale dei periodi utilizzati per il calcolo dell’Rsi si assisterà ad ampliamento ed ad un incremento delle oscillazioni dell’indicatore, che segnalerà così un maggior numero di casi di ipercomprato ed ipervenduto.

Particolarmente interessante il discorso delle divergenze: quando l’Rsi si muove in modo contrario rispetto al trend principale del titolo non è infrequente assistere ad una inversione del trend anticipato proprio dal segnale di divergenza segnalato dall’ oscillatore.

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Le divergenze possono essere di tipo rialziste o ribassiste, a seconda della direzione del trend. Il caso riportato nel grafico qui sopra è un classico esempio di "divergenza sui massimi" che preannuncia una possibile inversione di trend del titolo. Qui sotto riportiamo un esempio di "divergenza sui minimi" di periodo: in particolare si noti come il nuovo minimo relativo segnato dal grafico del titolo (punto A) non sia confermato da un nuovo minimo dall’RSI (punto B).

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6.2.2 Momentum

Il Momentum è un oscillatore utilizzato per individuare la velocità del trend di un titolo. Il Momentum viene infatti calcolato come rapporto tra lo spazio percorso ed il tempo impiegato per percorrere tale movimento. In altre parole il Momentum ci indica quanta inerzia rimane ancora disponibile per sostenere il movimento in atto.
Per calcolare il valore di Momentum a "n" periodi è sufficiente dividere il prezzo di chiusura del titolo per il prezzo di "n" giorni prima, moltiplicando il tutto per 100.

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Il grafico risultante consta di una curva che oscilla intorno al valore di parità, pari a 100. Operativamente, più il grafico del Momentum si allontana dal valore di parità, maggiori diventeranno le probabilità che il grafico vi si riavvicini a quota 100.

L’oscillatore può generare in particolare due tipi di indicazioni:

  • segnale di conferma: il momentum ed il trend del titolo si muovono nella stessa direzione, confermando quindi la validità del segnale.
  • segnale di allerta: quando si nota una divergenza tra il grafico del momentum e quello del trend del titolo, segnale che può anticipare una possibile inversione di tendenza del trend in atto ( analogamente a quanto detto per l’ Rsi) .

6.2.3 ROC: Rate of change

Il Rate of change (ROC) è un indicatore che esprime il rapporto tra la variazione del prezzo degli ultimi n-periodi ed il prezzo degli n-periodi passati. Come il Momentum, il Roc esprime il tasso di variazione dei prezzi, con la differenza che il Momentum lo esprime in termini di rapporto, il Roc in termini percentuali.

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6.2.4 Stocastico

Questo tipo di indicatore indica la posizione assunta dal prezzo del titolo all’interno di un intervallo di ampiezza pari alla differenza tra il prezzo massimo ed il minimo registrato nel periodo di calcolo prescelto.

Sostanzialmente lo Stocastico indica a quale livello percentuale il prezzo corrente si colloca rispetto all’intervallo massimo/minimo segnato nell’arco temporale preso in analisi.

La formula per il calcolo del valore è la seguente:

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Il grafico dello Stocastico è rappresentato quindi da una curva che oscilla tra due estremi di 0 e 100. La curva così calcolata prende il nome di k-Line.

Nel grafico dello stocastico si trova anche una seconda linea (%d-Line) che rappresenta la media mobile della stessa k-Line.

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Tale indicatore si basa sul principio che nelle fasi di trend rialzista, i prezzi di un particolare strumento finanziario tendano a stabilizzarsi nella zona alta del range, e viceversa nel caso di trend ribassista.

I manuali di analisi tecnica riportano come opportunità di acquisto i casi in cui la %d-Line è crescente e sotto quota 20, e viene incrociata dal basso verso l’alto dalla K-Line, che contemporaneamente si porta al di sopra di quota 20.

Per analogia, le condizioni standard per la vendita si verificano quando la %d-Line si trova in trend decrescente e sopra quota 80, e viene rotta al ribasso dalla K-Line, che contemporaneamente passa sotto quota 80.

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Come visto nel capitolo dedicato all’Rsi, particolarmente interessanti risultano i casi di divergenza tra oscillatore e grafico del titolo che potrebbe preannunciare una inversione del trend in atto.

6.2.5 MACD

Il Macd, Moving Average Convergence Divergence, è un oscillatore che segue il trend del mercato nel senso che quando presenta valori positivi presuppone l’esistenza di un trend rialzista, mentre in caso di valori negativi presuppone un trend ribassista.

Il Macd viene calcolato come differenza tra la media mobile esponenziale a 12 e quella a 26 periodi. A tale curva viene associata la "trigger line", calcolata come media mobile a 9 periodi della stessa.

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Operativamente il segnale di acquisto si ha quando si verifica l’incrocio delle due linee, meglio se confermato dal passaggio dalla linea dello "0".
Considerato il ritardo fisiologico con cui le medie mobili forniscono i segnali operativi, è consigliabile utilizzare il segnale fornito nel momento dell’incrocio delle due linee, mentre il passaggio dallo "0" deve essere interpretato semplicemente come eventuale conferma del segnale.

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6.2.6 OBV: On Balance Volume

L’Obv è il più importante oscillatore che analizza l’andamento dei volumi scambiati sul titolo.
Tale oscillatore viene calcolato sottraendo il volume realizzato nelle sedute al ribasso da quello realizzato nelle sedute rialziste: la curva ottenuta consente di capire se sul mercato stanno affluendo nuovi capitali o se invece, gli investimenti si stanno indirizzando altrove.

Il grafico dell’Obv può essere utilizzato per una conferma della qualità del trend in atto o, in caso opposto quando si nota una divergenza rispetto all’andamento dei prezzi, può preannunciare una possibile inversione del trend.

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A livello operativo si possono seguire queste semplici regole:

In caso di Up-Trend

  • Obv in aumento conferma la forza del trend
  • Obv in discesa segnala la debolezza del trend e preannuncia una possibile inversione dello stesso

In caso di Down-Trend

  • Obv in diminuzione riferma la forza del trend in atto
  • Obv in aumento segnala la debolezza del trend e preannuncia una possibile inversione del trend

In caso di Sideways Trend (mercato laterale)

  • Obv in aumento segnala una fase di Accumulazione
  • Obv decrescente segnala una fase di distribuzione

 

 

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