I titoli del debito pubblico sono obbligazioni che vengono emesse dai governi centrali ed enti locali per finanziarsi al fine di colmare il divario tra quanto ricevuto sotto forma di tasse e ciò che viene speso, per rimborsare il debito esistente e/o per accrescere il capitale. I titoli di stato vengono solitamente considerati privi di rischio di insolvenza in quanto sono supportati dai governi centrali. Le principali tipologie di titoli del debito pubblico italiani attualmente in circolazione sono:
BOT – Buoni Ordinari del Tesoro
I Buoni Ordinari del Tesoro, nascono nella seconda metà degli anni ’70, durante i quali il debito pubblico, crescendo a dismisura, costringeva i governi del tempo a ricorrere all’emissione di titoli che dovevano coprire anche le spese correnti. Tali strumenti presentano quindi una vita di 3, 6 o 12 mesi. I BOT rientrano nella tipologia di titoli “zero coupon” ossia senza cedola. La remunerazione dell’investimento è data dalla differenza tra il valore nominale del titolo (il prezzo di rimborso) ed il prezzo di acquisto: la somma che l’investitore paga in sede di sottoscrizione (o di successivo acquisto sul mercato secondario) è, infatti, inferiore a quanto incasserà a scadenza. Da un punto di vista tecnico l’interesse, di tipo implicito, è considerato anticipato: a conferma vi è il fatto che la ritenuta fi scale viene applicata già al momento della sottoscrizione. L’emissione dei BOT avviene tramite asta telematica competitiva, gestita dalla Banca d’Italia, a cui partecipano gli intermediari autorizzati. In questa fase si determina il prezzo di assegnazione dei titoli ai sottoscrittori. Generalmente si ha un’emissione a metà e alla fi ne di ogni mese. Una volta emessi, il MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni di Borsa Italiana) permette la successiva compravendita dei titoli sul mercato secondario. Data la massiccia diffusione dei BOT e la presenza di parecchi investitori professionali, il mercato regolamentato MOT si presenta molto liquido, sia in termini di proposte di negoziazione che di volumi scambiati. All’investitore viene offerta, quindi, la possibilità di vendere il titolo prima della sua scadenza ad un prezzo trasparente e tendenzialmente coerente con i tassi di interesse di mercato. Il rendimento a scadenza del titolo, come detto, deriva dalla differenza tra il prezzo di rimborso e quello di acquisto o di emissione e dalla vita residua del titolo. Ad esempio, nel caso di un BOT a dodici mesi con prezzo di emissione pari a 97, il rendimento a scadenza è pari al 3,09% annuo.
Di seguito, si riporta la formula per calcolare il tasso di rendimento effettivo a scadenza, da applicarsi nel caso di vita residua del titolo inferiore a 12 mesi:
Il valore percentuale così determinato corrisponde al rendimento annuo lordo, cioè il rendimento che si otterrebbe nell’arco temporale di un anno reinvestendo i proventi ottenuti dall’investimento originario alle medesime condizioni di mercato iniziali (c.d. regime di capitalizzazione composta).
BTP – Buoni del Tesoro Poliennali
I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono titoli di credito a medio-lungo termine emessi dal Tesoro con scadenza pari a 3, 5, 7,10, 15 e 30 anni. L’investitore riceve, durante la vita dell’obbligazione, un flusso cedolare periodico oltre al rimborso a scadenza del valore nominale dei titoli posseduti. Le cedole sono determinate applicando al valore nominale del titolo un tasso di interesse fisso, stabilito al momento dell’emissione del prestito. Il pagamento è, a differenza dei Bund tedeschi e degli Oat francesi, semestrale. Anche nel caso di questi strumenti di debito pubblico, l’emissione avviene tramite asta. Solitamente si ha un’emissione al mese. Si tratta di aste marginali in cui non viene definito un prezzo base d’asta. Anche per i BTP, il MOT rappresenta il mercato secondario regolamentato di riferimento sia per la clientela retail che per gli investitori istituzionali: si tratta di un mercato molto liquido, di tipo order driven, dove operano oltre 50 aderenti (sia SIM che banche italiane ed estere). Gli investitori istituzionali possono, inoltre, comprare o vendere i BTP anche sul mercato elettronico regolamentato MTS, per operazioni non inferiori a 2,5 milioni di Euro. I BTP possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo di 1.000 Euro o un multiplo di esso. I Buoni Poliennali sono titoli a reddito fisso particolarmente adatti per quegli investitori che richiedono flussi di pagamenti costanti. Le varie scadenze esistenti sul mercato consentono di programmare fl ussi di cassa regolari durante tutto l’arco dell’anno. Inoltre i BTP sono particolarmente apprezzati per la loro liquidità. Il principale rischio che l’investitore corre acquistando i BTP è quello di mercato. I BTP, in quanto strumenti a tasso fisso, sono molto sensibili alle variazioni che intervengono sui tassi di mercato. Tale sensibilità è tanto più elevata quanto è maggiore la vita residua dello strumento. La volatilità, in altri termini, è tanto maggiore quanto più lunga è la vita residua del titolo. Un aumento dei tassi di mercato comporterà una diminuzione del prezzo del BTP: per eguagliare il rendimento di mercato, date le cedole fisse, la quotazione dovrà ecrescere, in modo che l’investitore recuperi con un “capital gain” la differenza tra il rendimento cedolare e quello di mercato. Al contrario, nel caso di diminuzione dei tassi di mercato, il prezzo del BTP si alzerà. I BTP a più lunga scadenza (15 e 30 anni) sono più rischiosi di quelli a media scadenza (3 e 5 anni). Inoltre, poiché la cedola è fi ssa, a parità di vita residua essi sono più rischiosi dei titoli a tasso variabile (CCT). Questi ultimi, infatti, mantengono un prezzo sostanzialmente costante, perché è la cedola stessa che si modifica in ragione dei rendimenti di mercato. In ogni caso, mantenendo i titoli in portafoglio fino a scadenza, l’investitore si vedrà rimborsato un importo pari al valore nominale.
CTZ – Certifi cati del Tesoro Zero Coupon
Con l’introduzione dei CTZ (Certifi cati del Tesoro Zero Coupon), nel 1995, il Tesoro ha uno strumento zero-coupon di medio termine. Si tratta di un titolo, della durata di 24 mesi, che non prevede il pagamento di cedole periodiche a favore dei sottoscrittori e il cui rendimento viene determinato sulla base della differenza tra valore nominale e prezzo di emissione (sotto la pari). Dal rendimento lordo così determinato deve essere sottratta la ritenuta fiscale, attualmente pari al 12,5%. L’emissione dei CTZ avviene mediante asta marginale mensile, che si tiene in coincidenza con quella dei BOT. All’asta possono partecipare solo gli intermediari abilitati, ovvero banche e SIM; gli investitori intenzionati a sottoscrivere CTZ devono prenotare la quantità desiderata presso un intermediario autorizzato non oltre il giorno precedente l’asta: l’importo di sottoscrizione è pari a nominali Euro 1.000 (lotto minimo) e relativi multipli. La commissione di collocamento dello 0,20% è retrocessa dal Tesoro agli intermediari, e quindi il sottoscrittore finale paga il prezzo d’asta, senza ulteriori aggravi. Dopo l’emissione i CTZ sono negoziabili sul mercato regolamentato MOT, per importi pari o multipli di 1.000 euro. Scambi “all’ingrosso” dei titoli si realizzano su MTS, dove si eseguono transazioni non inferiori a 2,5 milioni di euro.
CCT – Certifi cati di Credito del Tesoro
Un’ulteriore tipologia di titoli emessi dallo Stato è rappresentata dai Certifi cati di Credito del Tesoro (CCT). Si tratta di titoli a tasso variabile della durata di 7 anni. Sono caratterizzati dal pagamento di cedole semestrali indicizzate al rendimento dei BOT a 6 mesi, maggiorato di uno spread. I CCT hanno la peculiarità di adeguare la cedola ai tassi correnti di mercato, permettendo all’investitore la possibilità, in caso di smobilizzo dell’investimento prima della scadenza, di recuperare, grosso modo, il capitale inizialmente investito. Ai fini della determinazione della cedola semestrale, si moltiplica per 0,5 il rendimento lordo semplice del BOT semestrale registrato nell’ultima asta che precede il godimento della cedola del CCT; al risultato così ottenuto viene sommato uno spread dello 0,15%. La cedola netta incassata dall’investitore terrà conto della ritenuta fiscale attualmente del 12,50%.
Sul rendimento lordo dell’investimento, oltre alle cedole incassate, incide anche lo scarto di emissione (ovvero la differenza tra valore nominale e prezzo di emissione). Come per i CTZ, il collocamento avviene una volta al mese mediante asta marginale a cui partecipano gli intermediari abilitati. L’investitore dovrà quindi prenotare i titoli con almeno un giorno di anticipo rispetto alla data dell’asta. Il prezzo pagato è quello d’asta, dato che nessuna commissione è prevista a carico del sottoscrittore. Per quanto concerne l’importo minimo di sottoscrizione e la negoziazione sui mercati secondari, si rimanda al paragrafo dedicato ai CTZ. Recentemente il Tesoro ha lanciato il nuovo CCTeu, indicizzato all’Euribor a 6 mesi (con eventuale spread). Sostituirà gradualmente il vecchio CCT. L’obiettivo del Tesoro è di ridurre l’eccessiva volatilità che ha caratterizzato di recente anche questi strumenti; inoltre il CCTeu presenta un’indicizzazione simile a quella dei mutui a tasso variabile, permettendo quindi una più ottimale copertura sia per investitori retail che istituzionali.
BOC
I cosiddetti BOC sono titoli obbligazionari emessi da enti territoriali, esclusivamente con finalità di copertura degli investimenti. È quindi fatto divieto di utilizzare tali strumenti per finanziarie le spese correnti. La durata minima è fissata in 5 anni e l’emissione avviene alla pari, mentre le cedole possono essere trimestrali, semestrali o annuali, di importo fisso o variabile. Nel secondo caso l’indicizzazione deve essere basata sui tassi BOT o interbancari, eventualmente maggiorati di uno spread non superiore al punto percentuale. La tassazione sulle cedole è pari al 12,50%.
BTPi – Indicizzati all’inflazione
Antenati dei certifi cati a tasso reale (CTR), rappresentano la tipologia di titoli di stato italiani più recenti, essendo stati emessi per la prima volta nel 2003 ed acquistabili sia da privati cittadini sul mercato al dettaglio (MOT) che da investitori istituzionali sul Mercato telematico secondario dei titoli di Stato (MTS). I BTPi sono indicizzati all’inflazione europea, sulla base dell’Indice Eurostat, con scadenze a 5, 10 e 30 anni. Sia le cedole che il capitale rimborsato a scadenza, sono rivalutati rispettivamente sulla base del tasso di infl azione occorso tra la data di godimento e quella di stacco e del tasso di inflazione occorso tra la data di acquisto e la data di rimborso a scadenza. Di conseguenza chi manterrà il titolo in portafoglio fino a scadenza incasserà il valore nominale a suo tempo sottoscritto, rivalutato dell’intera inflazione maturata.