L’inutilità di dare TP (Target Price) sui titoli azionari e valute

Una serie di studi condotti dal gruppo di studio "EURO WORKING GROUP ON FINANCIAL MODELLING" (una task force di studiosi europei nata per l’integrazione delle scuole di pensiero economiche europee) ha ripreso ai primi anni novanta alcuni studi di ricercatori USA (come CONLISK) sulla validità di effettuare TP su titoli e valute.Questi studi portano a considerare che le quotazioni solitamente sono decisamente influenzate da EVENTI UNICI E DIFFICILMENTE MODELLIZZABILI. (studi Wilkie 1993)Questa premessa e altre considerazioni da loro effettuate, inducono a definire DETERMINANTE il vissuto degli analisti quindi spostando dalla dimensione OGGETTIVA alla dimensione soggettiva il "focus"Tra gli studiosi che hanno maggiormente affrontato il problema della CAPACITA’ PREDITTIVA DEGLI OPERATORI PROFESSIONALI troviamo PollocK, Wilkie, Loistl, Landes, Pentecost.Essi affermano con certezza che speculatori professionali sulle valute e sulle azioni non hanno mai evidenziato una significativa capacità di anticipare il mercato rispetto ad altri investitori dotati di tecniche di previsione meno sofisticate o di specialisti in altri settori (statistici o matematici)Ovviamente stiamo parlando di "capacità di previsione" e non di "capacità di gestione" che riguarda tutt’altre caratteristiche e capacità che chi ha letto i miei precedenti articoli conosce bene.Gli autori sono convinti che anche i migliori analisti spessissimo commettano errori sistematici, influenzati dalle distorsioni delle valutazioni probabilistiche. Spesso l’eccessiva informativa (information overload), il clima fortemente rischioso e competitivo oltre che stressante, lo inducono a riporre eccessiva fiducia nelle sue considerazioni.Considerazioni che a causa anche e soprattutto dell’INFORMATION OVERLOAD sono purtroppo, anche il risultato di una INFLUENZA RECIPROCA DI VALUTAZIONE a vari livelli.I primi studi significativi, accademici ed empirici, sono stati ad appannaggio di studiosi tedeschi. Essi hanno trattato il MERCATO come una entità che muta le attese sui prezzi in funzione delle stesse dinamiche e delle aspettative degli altri operatori/analisti/investitori.Forse la considerazione più semplice dei risultati di tali ricerche è stata effettuata dal francese ORLEAN (Orlean A. Le role des influences interpersonnelles dans la dètermination de cours boursiers. Revue Economique, 5 pp. 839-868) il quale definisce il mercato borsistico come UN AGGREGATO di analisti e investitori che cambiano idea, ADERENDO IN BASE ALLA VICENDE DEI PREZZI, a diverse stime che possono essere tra di loro anche diversissime e con consensi maggiori o minori anche in funzione delle "aspettative del mercato" e dei singoli investitori.
(provate ad analizzare i TP di SEAT di qualche mese fa, e confrontateli con quelli di qualche settimana fà: stiamo parlando di due aziende totalmente diverse o della stessa azienda?)Essendo questi fenomeni sociali possono essere inquadrati in quei fenomeni che vengono definiti AUTOPOIETICI E AUTOREFERENZIANTI. Non spaventatevi, questi termini vogliono semplicemente dire che i fenomeni delle quotazioni possono nascere e svilupparsi indipendentemente dal valore dell’azienda o della valuta/mercato, ma semplicemente sono dettati da dinamiche interne dei prezzi.Alla luce di quanto detto siano portati anche a fare delle considerazioni che ben si adattano al fenomeno NASDAQ come bolla speculativa, passando dai 5000 ai 3200 punti: tentimo di capire il fenomeno delle "bolle speculative".Infatti proprio per l’indebolimento delle convinzioni sul valore FONDAMENTALE delle aziende si verificano le dinamiche AUTORAFFORZANTISI che prendono la forma di "bolle speculative"
Le bolle, definite come DEVIAZIONI MOLTO MARCATE DEI PREZZI DAL VALORE FONDAMENTALE, nascono per effetto del CONTAGIO, inteso come speculazione sulle altrui credenze e come polarizzazione dei consensi su una opinione comune.
Le bolle sono definite dallo studioso Orlèan come RAZIONALI in quanto in occasione di un indebolimento COLLETTIVO del riconoscimento del valore fondamentale, il criterio più obiettivamente sicuro di stima dell’evoluzione dei prezzi consiste proprio nell’adeguarsi all’opinione comune in movimento.(In un prossimo articolo continuerò l’argomento con le caratteristiche dei modelli in comune: "sviluppo proprie convinzioni" – "imitazione" – "opposizione alle scelte più diffuse")
Conclusioni: i TP servono a riempire le pagine dei giornali…? (e purtroppo qualche volta non solo quelle…?)
Nessuno sa dove andrà e quanto vale un titolo realmente, cioè depurato da tutto quanto pesa in termini di aspettative e (aggiungo FALSI IN BILANCIO vedi processo ROMITI a settembre, ecc, ecc) perciò cerchiamo di capire semplicemente DOVE STA’ ANDANDO E ADEGUIAMOCI in fase di trading. E’ stato emblematico il caso NASDAQ, ma ogni giorno troviamo titoli il cui valore di mercato si distacca da quello di quotazione, possiamo quindi anche tentare di adottare dei comportamenti di trading adeguati in funzione di tali presupposti ossia, alla logica di mercato sintetizzabile in SPECULIAMO SULLE CREDENZE DEGLI ALTRI’. Per questo e altro, io trovo molto interessanti gli indicatori di origine nipponica KAGI, RENKO, e TREE LINE (meno conosciuti ma non meno efficaci del CANDLESTICK) che chiunque può trovare in tutte le versioni di METASTOCK, essi hanno il vantaggio di essere facilmente settabili e "IMPOSTANO UN METODO DI TRADING" (sopratutto il primo con definiti stop-loss) sul quale è possibile (ma non consigliabile) in alcuni casi intervenire discrezionalmente perchè permettono di fare AT integrativa con chiarezza.
Un ulteriore indicatore di estremo impatto visivo valido per identificare le fasi di accumulazione