Notizie ETF ETF, utilizzare la leva senza scottarsi

ETF, utilizzare la leva senza scottarsi

Pubblicato 2 Agosto 2011 Aggiornato 26 Settembre 2022 08:39

Gli ETF a leva si confermano tra i replicanti di maggior successo tra gli investitori poiché permettono di amplificare al rialzo o al ribasso la performance di un determinato indice e sfruttare al meglio le fluttuazioni dei mercati. Al contempo, però, richiedono un’adeguata conoscenza del loro funzionamento per evitare di farne un uso improprio. Assieme alla performance aumenta anche la componente di rischio se l’indice sottostante dovesse muoversi in direzione opposta rispetto alle attese. Si tratta pertanto di uno strumento indicato per investitori esperti che intendono implementare strategie di trading di breve periodo volte a massimizzare i ritorni potenziali. Possono essere sfruttati anche per operazioni di copertura all’interno di un portafoglio diversificato tra posizioni rialziste e posizioni ribassiste.
“Gli ETF a leva vanno capiti e monitorati con la massima attenzione – avverte Ambra Gambini, Executive Director ETF Product Specialist di Morgan Stanley – perché acquistarli non vuole dire automaticamente avere nel medio termine due volte quello che ha fatto l’indice non a leva. Il loro utilizzo risulta pertanto più adatto a investitori sofisticati come gli hedge funds, mentre è più problematico per il pubblico retail”.

Il daily reset e l’effetto compounding
Attualmente i fondi passivi quotati in Europa, per risultare conformi alla direttiva UCITS III, possono presentare una leva massima pari a 2, mentre negli Stati Uniti la leva massima degli ETF si spinge fino a 3. I replicanti a leva quotati sul mercato ETFPlus di Borsa Italiana presentano una leva fissa pari a 2 per quelli “long” (al rialzo) e a -2 per quelli “short” (al ribasso). Ipotizzando un ribasso giornaliero del 2% dell’indice Ftse Mib, corrisponde un rialzo del 4% dell’indice short a leva legato all’analogo indice, mentre l’indice long segnerà una performance negativa di 4 punti percentuali. Questo vale però esclusivamente su base giornaliera.  Per un periodo di tempo superiore a un giorno il risultato finale potrà essere diverso deludendo le attese dell’investitore inesperto poiché l’ETF cambia la base su cui la leva viene calcolata e di conseguenza anche i rendimenti risultano influenzati. Come illustrato negli esempi 1 (mercato stabile) e 2 (mercato volatile), l’ETF a leva tende a sottoperformare rispetto al corrispondente indice long durante il periodo di mercato più volatile caratterizzato da variazioni giornaliere significative, anche in un periodo in cui la variazione cumulata dell’indice di riferimento è minima. In queste situazioni l’investitore è chiamato a monitorare le sue posizioni in modo da effettuare gli aggiustamenti necessari. Per correggere l’effetto compounding, ossia il rischio che su più giorni si verifichino degli scostamenti rispetto alla performance registrata dal sottostante, è quindi necessario riaggiustare l’importo investito nell’ETF a leva. “Logicamente in situazioni limite con volatilità oltre la media l’effetto compounding risulta molto evidente – rimarca Marcello Chelli, responsabile per l’Italia dei prodotti quotati di Lyxor – soprattutto in assenza di direzionalità dei movimenti di mercato, con l’investitore che può trovarsi sovra o sotto investito. Si può facilmente risolvere questo problema riaggiustando periodicamente la quota investita”. L’investitore che desidera mantenere una strategia di copertura 1 a 1 tra investimento Long ed ETF short dovrà periodicamente acquistare/vendere un importo di ETF Short tale da riportare in parità l’importo dell’investimento Long e quello dell’ETF.

Saperne di più per un utilizzo più consapevole
Dare più informazioni, chiedere più informazioni. Questa è la ricetta proposta dal Financial Stability Board per quanto concerne le tipologie di ETF più complesse che richiedono una conoscenza finanziaria maggiore. “L’investitore deve spendere il tempo necessario per informarsi adeguatamente sulle caratteristiche degli ETF a leva che comunque possono rivelarsi utili se adoperati con la necessaria cautela – commenta Emanuele Bellingeri, responsabile per l’Italia di iShares – . In generale il consiglio è quello di rivolgersi ad un consulente finanziario, a meno che non si abbia la necessaria cultura finanziaria”.  Di pari passo, aggiunge Bellingeri, gli emittenti sono chiamati a fare passare messaggi semplici laddove si sia davanti a prodotti complessi adatti principalmente a investitori professionali.

L’opzione del reset mensile
Quest’anno in Italia sono approdati anche gli ETF a leva con ribilanciamento mensile. Per questi nuovi ETF proposti da Royal Bank of Scotland è previsto il reset una volta al mese in modo che tutti i giorni successivi al ribilanciamento la base di calcolo rimarrà fissa fino al successivo reset mensile. L’intento è quello di ridurre l’impatto della composizione dei rendimenti (“compounding”) che caratterizza gli ETF a leva con daily reset. Gli ETF con ribilanciamento mensile risolvono il problema dell’effetto compounding nel breve termine, che però si ripresenta su un orizzonte temporale superiore a un mese.