Notizie Notizie Italia Voto, Italia ingovernabile Senato al Pdl, Camera al Pd. Alfano invoca il “too close to call”, Spread voto del mercato.

Voto, Italia ingovernabile Senato al Pdl, Camera al Pd. Alfano invoca il “too close to call”, Spread voto del mercato.

26 Febbraio 2013 02:07
La vera sorpresa uscita dalle urne delle Elezioni 2013 è stato il boom del MoVimento 5 Stelle. Il movimento capitanato da Beppe Grillo ha ottenuto il 25,54% alla Camera, percentuale che ne fa la prima forza politica di Montecitorio. Grazie al gioco delle alleanze ad aggiudicarsi il premio di maggioranza del ramo parlamentare è stato il Partito Democratico.
AL PD LA CAMERA AL PDL IL SENATO
La coalizione guidata da Pierluigi Bersani ha ottenuto il 29,56% delle preferenze, lo 0,4% in più di quella del Pdl di Silvio Berlusconi. In Parlamento vi sarà anche una quarta rappresentanza politica, quella costruita intorno alla figura del Premier uscente Mario Monti. Il movimento ha ottenuto il 10,57%. Soglia che tuttavia ha sbarrato l’accesso a Montecitorio agli alleati, con Udc e Fli sotto il 2% minimo richiesto dallo sbarramento legislativo. La stessa tendenza si è registrata al Senato, con il centrosinistra al 31,63%, il Pdl al 30,72% e Grillo al 23,79%. La distribuzione dei seggi tra le 60.431 sezioni di voto ha tuttavia modificato le gerarchie consegnando l’altro ramo del parlamento a Silvio Berlusconi e alla Lega, Determinanti in tal senso le vittorie in Lombardia, Campania Sicilia, Veneto e Puglia le regioni con il più alto numero di posti da assegnare. Sotto la soglia del 10% è scivolata al Senato Con Monti per l’Italia, fermatasi al 9,13%.
INGORGO POLITICO
L’attuale scenario, con Grillo che ha già dichiarato di non voler discutere alleanze, sancisce la sostanziale ingovernabilità per l’Italia. Né Pd+Monti né Pdl+Monti avrebbero la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. A livello numerico, solo il binomio Pd+Pdl potrebbe assicurare al Paese una guida solida. Nonostante le prime aperture al dialogo emerse dal Partito Democratico, la scena politica degli ultimi anni rende difficile ipotizzare una tale evenienza. Riprova emblematica l’immediato “too close to call” invocato dal candidato Premier del Pdl, Angelino Alfano, una volta visti i risultati finali del voto. E questo potrebbe irritare il mercato. L’ingorgo politico che si è venuto a creare dopo le elezioni del week-end potrebbe intimorire gli investitori esteri.
ORA IL VOTO DEI MERCATI
Dopo il recupero di fiducia mostrato dagli investitori negli ultimi mesi, fattore sul quale ha indubbiamente pesato favorevolmente il paracadute anti-spread studiato da Mario Draghi, il sentiment potrebbe raffreddarsi in attesa di capire lo sviluppo dello scenario politico interno. Il piano riformatorio di cui necessita il Paese e la sua rapida implementazione sono due elementi legati a doppia mandata alle sorti dei mercati finanziari e dell’Europa più in generale. Quella che per antonomasia è diventata l’agenda Monti è stato il grimaldello con cui il Premier uscente aveva tentato di stimolare gli investitori esteri sull’inizio di un serio processo riformatorio capace di liberare risorse da destinare alla crescita. Per gli investitori esteri le difficoltà oggettive di assicurare una guida al Paese potrebbero mettere in discussione i progressi segnati, a loro avviso, nei mesi scorsi, con un immediato aumento del rischio-Paese percepito. 
VIX AI MASSIMI DA INIZIO 2013, ATTENZIONE ALLO SPREAD A 10 ANNI
Monitorare lo spread Btp/Bund sulla parte più lunga della curva, quindi sul decennale, appare così nuovamente prioritario per capire le sorti dei mercati, Per capire l’eco delle elezioni italiane e i possibili risvolti per i mercati internazionali basti pensare all’indice Vix statunitense. Il paniere che misura la volatilità attesa sull’S&p 500 è esploso al rialzo, con i valori che al termine degli scambi hanno registrato un +34,02% a 18,99 punti Quello noto anche come indice della paura è così volato sui massimi dell’anno. In quest’ottica, una soglia psicologica molto significativa misurare il polso del mercato è rappresentata dalla soglia dei 300 punti di spread. Accelerazioni oltre tale livello potrebbero infatti allargare le preoccupazioni degli investitori, con ulteriori ripercussioni negative sui mercati.
MENO PRESSIONE SUI TITOLI A BREVE, PROTETTI DALLO SCUDO OMT
Le elezioni in Italia era segnata con il cerchietto rosso sulle agende di tutti i leader europei, intimoriti in tal senso che un esito elettorale potesse riportare nel Vecchio Continente la speculazione allontana solo la scorsa estate con la netta risposta della Bce. Il tutto in un contesto che in Francia vede Hollande sotto pressione per quanto riguarda gli obietti europei 2013 di disavanzo e la Merkel si appresta a iniziare la sfida politica interna che culminerà con le elezioni autunnali. Dal gioco della speculazione dovrebbero rimanere fuori i titoli di Stato con scadenza inferiore ai 3 anni. Su questo tipo di strumenti, tra cui dunque i diversi Bot e i Btp con duration inferiore ai 36 mesi, aleggerà lo scudo Omt della Banca Centrale europea. Il piano firmato Mario Draghi potrebbe attivarsi ai primi focolai speculativi. Solo una scommessa del mercato contro il piano Outright Monetary Transactions stesso, eventualità questa che verrebbe favorita solo da nuovi dissidi sulla gestione delle sfide poste dalla crisi tra i diversi leader europei, potrebbe riaccendere la speculazione sui titoli di Stato a breve dei Paesi più deboli.