Notizie Notizie Italia UniCredit torna a guardare a Commerzbank, in trattative con Deutsche Bank. Pronta a giocare carta HypoVereinsbank

UniCredit torna a guardare a Commerzbank, in trattative con Deutsche Bank. Pronta a giocare carta HypoVereinsbank

4 Aprile 2019 09:09

Il dossier UniCredit-Commerzbank torna a riproporsi sui mercati, con indiscrezioni riportate dal Financial Times che chiamano in causa HypoVereinsbank, la sussidiaria tedesca della banca italiana. Il mercato non la prende bene: il titolo UniCredit, reduce tra l’altro da una forte corsa che ha fatto da assist al Ftse Mib da inizio anno, cede più dell’1% attorno alla soglia di 12,03 euro.

Da segnalare che l’azione – che dall’inizio del 2019 ha guadagnato ben +24% – proprio nella giornata di ieri si è avvicinata a 12,296 euro, a un soffio dai massimi annui intraday toccati il 19 marzo a 12,32 euro, che corrispondono al livello più alto a quasi 6 mesi

L’istituto guidato dal ceo Jean-Pierre Mustier, secondo fonti sentite dal quotidiano britannico, sarebbe pronto a presentare un’offerta alla tedesca Commerzbank, nel caso in cui le trattative in corso tra quest’ultima e Deutsche Bank non dovessero andare a buon fine.

L’offerta, di miliardi di euro, punterebbe ad acquisire una partecipazione rilevante in Commerzbank, che poi convolerebbe a nozze per l’appunto, HypoVereinsbank. Tutto, governo tedesco permettendo.

L’entità risultante dalla fusione avrebbe sede in Germania, mentre i quartieri generali di UniCredit rimarrebbero in Italia, così come il titolo della banca capitanata da Jean-Pierre Mustier continuerebbe a essere scambiato a Piazza Affari. Dal canto suo Commerzbank continuerebbe a essere quotata alla borsa di Francoforte.

UniCredit potrebbe davvero acquisire la seconda banca tedesca, mandando a monte i piani del governo tedesco volti a creare un campione nazionale con la fusione tra Deutsche bank e Commerzbank?

Il punto, però, è il seguente: è difficile, se non impossibile, che uno scenario UniCredit-Commerzbank possa concretizzarsi senza il benestare di Berlino, che è il principale azionista di Commerzbank, con una partecipazione pari al 15%.

E’ altrettanto vero tuttavia che, nelle trattative in corso tra le due banche tedesche, c’è più di un ostacolo: oltre al timore dei sindacati, preoccupati che una merger Deutsche bank-Commerzbank possa tradursi in tagli monstre che manderebbero a casa fino a 30.000 dipendenti, c’è infatti la preoccupazione che, nel caso in cui il matrimonio riuscisse, il colosso bancario risultante dalla fusione, per quanto campione bancario nazionale, dovrebbe lanciare un aumento di capitale fino a 10 miliardi di euro. Una operazione che vedrebbe in prima linea lo stesso governo tedesco.

E gli azionisti dei due istituti guardano all’accordo con non poco scetticismo. Inoltre, l’eventuale superbanca che nascerebbe da una eventuale intesa sarebbe costretta a pagare tasse più alte. Diversi insomma i rischi. Tra questi, anche il buco finanziario di diversi miliardi di euro che potrebbe venirsi a creare: la fusione, infatti, renderebbe necessario un aggiustamento alle valutazioni di alcuni investimenti che le banche hanno effettuato.

Commerzbank, per esempio – stando a quanto ha riportato di recente Reuters – detiene titoli di debito italiani rilevati per un valore di 30,8 miliardi di euro, che ora valgono però 27,7 miliardi di euro, per una svalutazione di 3,1 miliardi.

Un matrimonio tra i due istituti, spiega Reuters, finirebbe per ‘cristalizzare questa perdita’, visto che ‘Deutsche ha partecipazioni del genere iscritte a bilancio al valore di mercato’.

Ipotesi Commerzbank-HypoVereinsbank

Ma perché Jean-Pierre Mustier avrebbe deciso di riprovarci, dopo il nulla di fatto del 2017? All’epoca, ricorda il Financial Times, UniCredit non presentò alcuna offerta, in parte a causa dell’opposizione dei politici tedeschi, contrari a operazioni di M&A transazionali. C’è da dire anche che, due anni fa, l’istituto italiano era impegnato a portare avanti un importante piano di risanamento.

Il rinnovato interesse su Commerzbank viene spiegato oggi con la speranza di UniCredit che Berlino possa chiudere in occhio ed essere più morbida, visto che la banca italiana, ha affermato una fonte, “è già in gioco”, e dal momento che il suo interesse nei confronti dell’istituto tedesco “non si è mai spento”, stando a un’altra fonte di un’importante autorità di supervisione bancaria europea.

Ancora, un advisor di UniCredit ha sottolineato che, da un punto di vista commerciale, un’alleanza tra Commezbbank e Hypovereinsbank avrebbe senso, visto che i due istituti hanno “business complementari”.

In particolare, le 447 filiali di Hypovereinsbank sono situate prevalentemente in Bavieria e nel Baden-Württemberg, mentre le 1000 filiali di Commerzbank sono diffuse in tutto il territorio tedesco.

Il rischio di una sovrapposizione delle operazioni retail è più accentuato nel caso di una fusione tra Commerzbank e Deutsche Bank. Non per niente, le critiche al deal sono arrivate nelle ultime settimane da più parti.

Prevarrà la logica di mercato o la politica?

Sempre stando a quanto riporta il Financial Times, il ministro delle finanze Olaf Scholz starebbe iniziando a essere meno convinto della bontà della fusione Deutsche-Commerzbank. Il suo assist all’operazione potrebbe costargli caro, visto che il socialdemocratico potrebbe pagare politicamente il sì a un deal che rischia di tradursi in decine di migliaia di licenziamenti.

Allo stesso tempo – finora nessuno dei diretti interessati ha commentato i rumor sull’interesse di UniCredit – nel caso in cui le trattative tra Commerzbank e Deutsche Bank dovessero fallire, è improbabile che UniCredit entri in gioco a gamba tesa.

“A quel punto il governo tedesco vorrà che la situazione si calmi un po’”, prevede una delle fonti sentite dall’FT.

Non è detto neanche che UniCredit avrebbe la strada spianata, visto altri potenziali interessati a Commerzbank ci sono già, e sono – secondo i rumor – ING, BNP Paribas e Santander.

Occhio al commento intanto diMichael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets UK.

A suo avviso, l’accordo UniCredit-Commerzbank avrebbe più senso ” rispetto al tentativo di fondere due banche tedesche in difficoltà, tuttavia è probabile che gli ostacoli da fronteggiare possano essere numerosi”, commenta . C’è infatti la questione di ‘dover convincere’ il governo teutonico che detiene una partecipazione pari al 15% in Commerzbank, dopo il salvataggio del 2009.

“Un vantaggio di Unicredit è che, nonostante le debolezze del sistema bancario italiano, è stata una delle poche banche tricolore che negli ultimi anni ha adottato misure per rafforzare la propria posizione finanziaria”, aggiunge Michael Hewson.

“Commerzbank è inoltre la ‘più cheaper’ tra le due banche tedesche, con una capitalizzazione di 9 miliardi di euro e “sembra essere più avanti nel percorso di ristrutturazione, anche se sta ancora lottando sul fronte della redditività, sebbene nei suoi ultimi numeri del quarto trimestre abbia mostrato un aumento del 51% l’utile netto a 113 milioni di euro, anche se ridimensionato le sue proiezioni per i ricavi per il 2020”.