Notizie Risparmio Un terzo degli italiani più ricchi migrerebbe all’estero

Un terzo degli italiani più ricchi migrerebbe all’estero

21 Marzo 2012 15:00

Investono in proprietà immobiliare, vivono soprattutto in Lombardia e un terzo di loro valuterebbe il trasferimento all’estero. Sono gli italiani più facoltosi, i cosiddetti “upper affluent” con oltre 900 mila euro di asset investibili a gennaio 2012. Secondo la ricerca Millionaire Monitor+ condotta su 300 italiani da Skandia – divisione di Gruppo Old Mutual specializzata nella gestione del risparmio a lungo termine e leader nel segmento Unit Linked – nel 64,7% dei casi non lascerebbe mai il proprio Paese, ma nella restante percentuale non è particolarmente legato all’Italia, e anzi nel 9% dei casi si sta già attivando per cambiare patria. Attualmente, tre rispondenti su dieci vivono nel Lazio, ma più di un quarto (26%) in Lombardia, mentre uno su dieci in Campania.

Sebbene due terzi (64%) dei rispondenti abbiano visto crescere la propria ricchezza dall’inizio della crisi economica mondiale del 2008, le principali motivazioni per prendere in considerazione di espatriare riguardano le migliori opportunità di lavoro (22%), le politiche governative (15%), l’aumento del costo della vita (13%), l’elevata pressione fiscale (12%) e un miglior standard di vita (12%).

Gli italiani facoltosi – la più parte imprenditori – non hanno paura di cogliere un’opportunità che può migliorare la propria vita. Ben sette su dieci tra loro (71%) dichiarano di avere un’elevata, o addirittura molto alta, propensione al rischio.

Quanto al modo in cui gli “upper affluent” nostrani hanno costruito le proprie fortune, le risposte sono diverse. Le modalità principali sono per via ereditaria (70%), grazie a investimenti (66%) e per reddito da lavoro (63%). Anche matrimonio, divorzio e fortuna hanno avuto il loro peso; un quarto degli italiani ricchi ha beneficiato di una vincita alla lotteria o al gioco.
In generale, si evidenzia che l’Italia è un paese di imprenditori, con la metà di essi che hanno fatto fortuna grazie alla propria attività; più di due terzi (69%) hanno avviato il proprio business prima dei trent’anni e quasi quattro su cinque hanno accumulato ricchezza entro un decennio dall’avvio dell’impresa.

In Italia, poi, la proprietà rimane l’investimento più diffuso; circa un quinto della ricchezza è detenuto in immobili residenziali, il 10% in proprietà commerciali, il 15% è in liquidità, il 12% è destinato al risparmio gestito e l’11% a titoli azionari.