Notizie Notizie Mondo La Spagna paga a caro prezzo il successo dell’asta. Finlandia ancora contro Lisbona

La Spagna paga a caro prezzo il successo dell’asta. Finlandia ancora contro Lisbona

5 Maggio 2011 11:05

E’ toccata alla Spagna movimentare la mattinata sul mercato dei titoli di Stato. Madrid ha collocato Bonos quinquiennali per 3,4 miliardi di euro, meno del massimo di 4 miliardi prefissato dalla Banca di Spagna, e con rendimenti più alti. Il tasso medio è, infatti, salito al 4,549% dal 4,389% della analoga asta di marzo, mentre la domanda ha superato l’offerta di 1,86 volte contro 2,17 volte del precedente collocamento. Sul mercato, riferiscono dalle sale operative, domina la speculazione legata all’odierno incontro di routine della Bce, soprattutto, al linguaggio che il suo Presidente userà in conferenza stampa. L’Eurotower, infatti, dovrebbe lasciare invariata la propria politica monetaria, ossia confermare i tassi all’1,25%.


Tra gli addetti ai lavori prevale la sensazione che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, potrebbe indicare la possibilità di un rialzo di 25 punti base già nella riunione di giugno. Le parole che il numero uno dell’istituto centrale pronuncerà saranno ascoltate con la massima attenzione. “Negli ultimi giorni infatti – commenta un broker di una primaria banca italiana – è accelerata l’idea che una nuova stretta possa arrivare già il prossimo mese, mentre fino a poche settimane fa questa veniva scontatà per luglio-agosto”. Fino a ieri i numeri espressi dal mercato non contemplavano questo scenario e i movimenti avvertiti questa mattina sono un semplice adeguamento.


Oltre alla Bce oggi è in calendario anche la riunione di routine della Banca d’Inghilterra, che ha confermato lo statu quo dei tassi e l’ammontare di acquisto di bond. Come osserva Biagio Lapolla di Royal Bank of Scotland la domanda dell’asta spagnola non è stata così forte come quella delle aste precedenti “anche se ultimamente il sentiment attorno alla Penisola iberica è sembrato più positivo rispetto ai mesi scorsi”. “Si sta materializzando una correlazione più bassa rispetto al resto della Periferia, ma questo non cambia la situazione strutturale di fondo che negativa rispetto alla Spagna”, puntualizza Lapolla, secondo cui arriveranno indicazioni interessanti dalla riunione della Bce odierna.


“Il mercato ha già prezzato un nuovo rialzo dei tassi entro l’estate e sarà importante guardare anche i movimenti del mercato valutario. Se l’apprezzamento dell’euro dovesse continuare ad essere così forte, è un elemento di ulteriore preoccupazione per l’economia spagnola alle prese con la crisi immobiliare”. “I rendimenti in crescita dell’asta spagnola sono dettati dalla situazione di instabilità del Portogallo”, sentenzia Matteo Regesta di Bnp Paribas. Il governo portoghese ha approvato in queste ore il pacchetto di aiuti negoziato assieme alla delegazione della troika internazionale l’Ue, la Bce e il Fmi. L’annuncio è stato dato dal ministro delle Finanze Fernando Teixeira dos Santos. La situazione però resta difficile.

 

Il Portogallo andrà incontro a una recessione di circa il 2% nel 2011 e nel 2012, prima di imboccare la strada della ripresa nel 2013, ha segnalato Teixeira dos Santosm, citando i dati su cui punta il programma di aiuto al Portogallo negoziato con la Ue e il Fmi. Una mano la darà il piano di aiuti che ammonterà a 78 miliardi di euro da erogare in tre anni. Di questa somma due terzi verranno dalla Ue (52 miliardi di euro) e un terzo dall’Fmi (26 miliardi di euro). Lo hanno appena adesso confermato i rappresentanti di Ue ed Fmi nel corso di una conferenza stampa a Lisbona. Come se non bastasse il partito nazionalista Veri Finlandesi, uscito vittorioso dalle ultime elezioni politiche, è tornato a ribadire in queste ore che non voterà in Parlamento il salvataggio di Lisbona. Salvataggio che, secondo le regole, i ministri finanziari europei dovranno approvare all’unanimità. Bruxelles continua a mostrare ottimismo, ma in sede di preparazione del prossimo Ecofin si starebbe lavorando ad ipotesi come quella di un’astensione della Finlandia, per non compromettere la necessaria unanimità.