Seduta da dimenticare per Piazza Affari, giù le altre borse europee
La Borsa di Milano ha chiuso la seduta in deciso ribasso iniziando a pagare il nervosismo pre-elettorale e le divisioni all'interno della Fed. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha ceduto il 3,13% a 16.009 punti. Mediaset è stata ancora colpita dalle vendite e ha archiviato la seduta con un ribasso del 5,71% a 1,734 euro. Il rialzo dello spread si è riflesso, come spesso accade, sui titoli del comparto bancario: Ubi Banca ha ceduto il 5,15% a 3,462 euro, Monte dei Paschi il 4,35% a 0,221 euro, Mediobanca il 3,96% a 5,22 euro, Unicredit il 4,30% a 4,048 euro, Popolare di Milano il 3,56% a 0,542 euro, Intesa Sanpaolo il 4,07% a 1,32 euro. Ennesima seduta da dimenticare per Telecom Italia (-3,79% a 0,583 euro) che è scivolata sotto quota 0,60 euro toccando i minimi dal lontano 1997. Vendite anche sulla galassia Agnelli: Fiat è arretrata del 4,14% a 4,122 euro, mentre Exor ha lasciato sul parterre il 4,17% a 21,38 euro. In decisa controtendenza Parmalat (+2,24% a 1,871 euro).
Al ribasso gli altri listini europei. A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dell'1,62% portandosi a 6.291,54 punti, -1,82% per l'Ibex a 8.014,5 e -1,88% del tedesco Dax che si è fermato a 7.583,57. La performance peggiore è quella del Cac40, sceso del 2,29% a 3.624,8 punti, in scia delle indiscrezioni su un taglio delle stime di crescita del Paese da parte della Commissione europea.
Al ribasso gli altri listini europei. A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dell'1,62% portandosi a 6.291,54 punti, -1,82% per l'Ibex a 8.014,5 e -1,88% del tedesco Dax che si è fermato a 7.583,57. La performance peggiore è quella del Cac40, sceso del 2,29% a 3.624,8 punti, in scia delle indiscrezioni su un taglio delle stime di crescita del Paese da parte della Commissione europea.