News Notizie Italia La Romania accelera sulla strada dell’Ue (fondionline.it)

La Romania accelera sulla strada dell’Ue (fondionline.it)

Pubblicato 4 Luglio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 13:08


I miglioramenti macro- economici della Romania sono ancora insufficienti per garantirne l'ingresso nel club comunitario a gennaio 2007. L'economia rumena è cresciuta del 6,9% durante il primo trimestre dell'anno. Un risultato sensibilmente migliore rispetto al 4,1% registrato nello stesso periodo del 2005.

Il governo è riuscito a controllare il deficit fiscale, l'inflazione e la disoccupazione. Tuttavia, l'attuale congiuntura non sarebbe sufficiente a garantire l'ingresso dell'UE previsto per gennaio 2007. I problemi derivanti dal cattivo funzionamento del sistema tributario e il fallimento del piano di aiuti regionali potrebbero provocare uno slittamento dell'ingresso nel club comunitario.

L'attuale ritmo di crescita del paese è in linea con l'evoluzione sperimentata negli ultimi dieci anni. La crescita dell'economia viene sostenuta dal decollo del settore industriale (+ 4,8%) e delle costruzioni ( +20,4%), settori che rappresentano l'84,2% del Pil rumeno. Allo stesso modo, il consumo finale è cresciuto del 10,9% e gli investimenti dell'11,4%.

Dopo la forte crisi degli anni Novanta, l'economia rumena è riuscita a consolidare una crescita medio annua del 5% a partire dal 2000. La caduta del comunismo e la transizione verso un'economia di libero mercato hanno accelerato il crollo delle obsolete strutture statali. In siffatto contesto, i primi passi verso il capitalismo sono stati compiuti senza curarsi della crescita della spesa pubblica, attuando una privatizzazione delle imprese alquanto disorganizzata. Questo processo ha generato un innalzamento dell'incidenza della povertà, passata dal 20% del 1996 al 41% del 1999.

Con l'inizio di questo decennio, il governo ha applicato politiche macro- economiche alimentate dalla disciplina fiscale e da un mix di politiche monetarie flessibili e riforme strutturali che hanno contribuito a migliorare sia il sistema fiscale sia l'humus necessario a favorire gli investimenti. La ricetta adottata dal governo ha contribuito a consolidare i tassi di crescita, ridurre il deficit, controllare l'inflazione e ridurre il tasso di disoccupazione. Nel 2000, il tasso di crescita annuo dei prezzi toccava il 45,6%, una cifra che si è ridotta fino all8,6% nel 2005. E le proiezioni per l'anno in corso includono un'inflazione al 5%.

Il deficit è passato dal 4,5% del 2000 al 2% del 2006. Il tasso di disoccupazione e uno degli indicatori che ha registrato i progressi più marcati nell'ultimo lustro. Da un picco del 10,5% del 2000 si è passati al 5,6% del 2005. Questo nuovo panorama ha sostenuto il miglioramento del commercio estero e degli investimenti (in special modo da parte dei futuri socie europei).

La Romania, con i suoi 22 milioni di abitanti, è il secondo maggior mercato (dopo la Polonia) del gruppo di paesi destinati ad ampliare i confini dell'UE. L'UE è il principale socio commerciale del paese (rappresenta più dei due terzi degli scambi commerciali). I dati indicano che la partecipazione dell'UE alle esportazioni rumene è del 73%, mentre il 60% delle importazioni rumene provengono dall'Europa occidentale. Gli investimenti totali diretti verso la Romania hanno toccato i 6.300 milioni di euro nel 2005, duplicando le cifre registrate agli inizi del decennio.

Tuttavia, il panorama descritto sembra essere insufficiente per garantire l'ingresso della Romania nell'UE per il prossimo gennaio. L'ultimo report della Commissione Europea indica che Romania e Bulgaria devono superare un ultimo esame in ottobre per stabilire se potranno fare ingresso nell'UE entro gennaio 2007 o se dovranno rinviare l'ingresso al 2008. Nel caso rumeno sono stati verificate deficienze nell'implementazione dei sistemi informatici dell'UE, nel sistema fiscale e negli aiuti alla aree agricole. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno sottolineato la necessità di accelerare le riforme strutturali necessarie per migliorare l'ambiente a favore dell'investitore. Altro punto dolente è la riforma delle istituzioni pubbliche e dei processi legislativi e giudiziali. A cura di www.fondionline.it