News Indici e quotazioni Rally dei listini europei, banche francesi in evidenza

Rally dei listini europei, banche francesi in evidenza

Pubblicato 24 Aprile 2017 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:58
Avvio di settimana all’insegna degli acquisti per l’azionario europeo all’indomani del primo turno delle presidenziali francesi. Emmanuel Macron si è aggiudicato il 23,9% dei consensi, contro i 21,4% della leader del Front National, Marine Le Pen: al secondo turno, la vittoria al candidato del partito di En Marche! è stimata 62%.

“Se consideriamo –ha detto Vincenzo Longo, Market Strategist di IG - che il voto francese è stato considerato uno dei principali rischi per questo 2017, possiamo comprendere come un venir meno di questi timori possa liberare ancora molti acquisti su un’Europa giudicata ancora troppo sotto pesata da parte dei gestori globali”. Insomma, “sull’equity il trend potrebbe essere rialzista ancora per qualche trimestre”.

A spingere il “risk-on” c’è anche il risultato migliore del previsto arrivato dall’indice tedesco IFO, salito ad aprile da 112,4 a 112,9 punti. A Londra il Ftse100 ha terminato a 7.264,68 punti, +2,11%, l’Ibex si è fermato a 10.766,80, +3,76%, e il Dax a 12.454,98, +3,37% (toccato nuovo massimo a 12.456,18 punti).

La performance migliore è stata ovviamente registrata a Parigi, dove il Cac40 è salito del 4,14% a 5.268,85 grazie a un comparto bancario in grande spolvero (+10,86% del Credit Agricole, +9,86% di Societe Generale e +7,52% di BNP Paribas).

Tra le società che hanno presentato i conti, +3,62% per Philips che ha visto l'utile netto balzare nei primi tre mesi del 2017 a 259 milioni di euro, contro i 37 dell'analogo periodo nel 2016. I ricavi si sono attestati a 5,7 miliardi, praticamente in linea con i 5,69 miliardi del consensus Bloomberg. Confermate le previsioni per l'intero 2017.

Segno meno sul listino svizzero per LafargeHolcim (-0,60%) dopo la notizia delle dimissioni del Ceo, Eric Olsen, a seguito a un'indagine interna relativa a un ex impianto di Lafarge in Siria. Il mese scorso il colosso cementiero ha ammesso che in uno dei suoi impianti in Siria sono state pagate somme di denaro ai gruppi armati per ottenere protezione e assicurare il normale svolgimento della produzione.