Notizie Notizie Mondo Poco valore nel mercato Usa. Per una view “contrarian”, puntare su banche e settore estrattivo

Poco valore nel mercato Usa. Per una view “contrarian”, puntare su banche e settore estrattivo

4 Maggio 2016 10:40
 
 
Il dopo-Obama ormai alle porte stimola le società di investimento a testare lo stato di salute dell’economia americana. E in cima a tutti i capitoli da esaminare si colloca il debito, tema fondamentale per formulare una view complessiva sulle condizioni del mercato azionario statunitense. “La rilevanza della questione legata al debito è indiscutibile, anche se tende a essere messa tra parentesi dalla quotidianità dei mercati finanziari”, conferma John Lambert, responsabile delle strategie azionarie globali di GAM. Nell’ultimo trimestre del 2016 il debito non finanziario negli Stati Uniti ha toccato un livello record relativamente al Pil, lo stesso livello percentuale raggiunto dal Pil cinese, e il rapporto complessivo tra debito e Pil (includendo nel dato anche il debito del settore finanziario) ha raggiunto il 349% contro il 149% del 1960.
Allarme recessione
 
Per quanto riguarda le imprese americane, il debito è cresciuto di circa 2 trilioni di dollari solo nel corso degli ultimi cinque anni. Nello stesso periodo, il flusso di cassa è aumentato di 11 miliardi di dollari. Mettendo dunque a confronto i cambiamenti negli ultimi cinque anni sul piano del flusso di cassa e del debito societario, i numeri mostrano che la crescita degli utili a medio termine ha storicamente rallentato giusto nel momento di massima accelerazione della crescita del debito. “Si tratta di un’osservazione comune a molti cicli, e che mostra anche come di solito i mercati entrino in recessione o in fase di rallentamento poco dopo”, è il commento di Lambert.
 
Poco valore negli States
Tenendo presente tutto ciò, secondo GAM, risulta difficile trovare molto valore nel mercato azionario a stelle strisce in questo momento. Da un punto di vista ciclico, infatti, molti indicatori dello stato di salute delle aziende si sono deteriorati nel corso degli ultimi sei mesi: per esempio, gli utili hanno rallentato a fronte di un incremento della leva finanziaria. “Le operazioni di buyback continuano però senza sosta”, spiega Lambert. Che aggiunge: “Nell’ambito del nostro portafoglio azionario globale abbiamo mantenuto un posizionamento difensivo riducendo però la posizione di liquidità intorno al 15% (rispetto al 25% di circa sei mesi fa) e abbiamo anche aumentato la nostra esposizione alle banche e al settore estrattivo sulla scia del nostro approccio contrarian“.
Approccio contrarian
Ma perché puntare sulle banche, che hanno accumulato dieci anni di sottoperformance su scala globale? “Agli attuali livelli di valutazione vediamo qualche opportunità di turn-around, nonostante gli ostacoli strutturali con cui stanno facendo i conti“, risponde Lambert. Quanto al settore legato alle attività estrattive, lo strategist spiega che ha beneficiato di un solido rimbalzo nel primo trimestre dell’anno, anche se non è ancora possibile misurare la portata della ripresa settoriale. “Riconoscendo il significativo apprezzamento del settore, abbiamo tratto profitto dalle nostre posizioni sulle miniere d’oro, che vengono da una corsa significativa nella parte iniziale dell’anno – aggiunge Lambert – L’oro rimane dunque un posizionamento chiave per le sue capacità difensive“. “Allo stesso tempo, rimaniamo in una posizione di sottopeso nei confronti dei settori dei consumi discrezionali, IT e healthcare”, conclude Lambert.