News Indici e quotazioni Piazza Affari chiude in deciso ribasso, Ftse Mib sotto 19.000 punti. In rosso le banche

Piazza Affari chiude in deciso ribasso, Ftse Mib sotto 19.000 punti. In rosso le banche

Pubblicato 3 Febbraio 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:12
Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso aumentando le perdite dopo il deludente Ism manifatturiero statunitense di gennaio, sceso a 51,3 punti, e la conseguente accelerazione ribassista di Wall Street. L'indice Ftse Mib ha così perso la soglia dei 19.000 punti chiudendo con una flessione del 2,63% a 18.907 punti. Già questa mattina il clima sui mercati non era dei migliori in scia al Pmi manifatturiero cinese, sceso a gennaio a 50,5 punti dai 51 punti di dicembre. Questo, sommato alle preoccupazioni legate ai mercati emergenti, ha fatto scivolare la Borsa di Tokyo dove il Nikkei ha toccato i nuovi minimi da due mesi e mezzo. Gli investitori hanno invece snobbato le indicazioni positive arrivate dall'Eurozona e in particolare dalla Germania, dove l'attività manifatturiera ha raggiunto i massimi dal maggio del 2011 a quota a 56,5 punti.

Forti vendite sulle banche popolari: Banco Popolare ha ceduto il 6,99% a 1,185 euro, Popolare dell'Emilia Romagna il 6,91% a 6,53 euro e Popolare di Milano il 4,30% a 0,43 euro. Male anche Unicredit e Ubi Banca che hanno lasciato sul parterre rispettivamente il 3,94% a 5,36 euro e il 5,08% a 5,14 euro. Intesa SanPaolo (-2,89% a 1,952 euro) ha invertito la rotta nel pomeriggio mentre in mattinata era stata sostenuta dalle indiscrezioni del Financial Times, secondo cui la banca avrebbe intenzione di istituire una bad bank interna per far confluire 55 miliardi di euro di prestiti in sofferenza. Tra i finanziari Generali (-2,49% a 15,65 euro) ha pagato la bocciatura arrivata questa mattina da Mediobanca che ha ridotto il giudizio sul Leone di Trieste a underperform dal precedente neutral. Debole Enel (-2,89% a 3,29 euro) alla vigilia della pubblicazione dei risultati preliminari relativi all'esercizio 2013. Giù anche Eni (-2,02% a 16,51 euro) con il presidente Giuseppe Recchi che ha dichiarato di sperare che la situazione in Libia si stabilizzi il più in fretta possibile, anche se al momento la produzione resta vicina ai massimi. Tonfo di World Duty Free che ha perso il 6,59% a 10,07 euro in scia alla bocciatura da parte di Citigroup che ha tagliato il giudizio a neutral dal precedente buy e il target price a 9,30 euro da 11,30 euro.