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Mercati emergenti, nel 2008 cresce la componente rischio

2 Gennaio 2008 14:22

 


Emergenti al primo posto anche nel portafoglio ideale 2008 o emergenti con il fiato corto? Un dilemma non da poco per gli investitori che intendono cavalcare anche quest’anno l’onda dei mercati emergenti che negli ultimi anni hanno regalato soddisfazioni ben maggiori rispetto ai mercati maturi. Il 2007 è stato archiviato con ritorni a doppia cifra, in media un rialzo del 23% circa, rispetto al risicato +6% garantito da Wall Street e al saldo negativo con cui hanno chiuso l’anno Piazza Affari e la Borsa di Tokyo.  Non sono mancate poi le occasioni d’oro come l’eldorado cinese che è andato al raddoppio rispetto ai livelli a cui viaggiava 12 mesi fa, preceduto solo dalla piccola borsa ucraina. Una crescita generalizzata che ha coinvolto indistintamente Asia, America Latina e area EMEA (Est Europa, Middle East e Africa).


Cosa attendersi dal 2008? Le Borse dei Paesi emergenti hanno ora valutazioni più care e trattano a premio, ma hanno dalla loro  una forte crescita economica che potrebbe spiccare maggiormente all’interno di un contesto di rallentamento della congiuntura globale con la locomotiva statunitense a rischio recessione.  


 


Secondo gli strategist di Abn Amro, le prospettive 2008 per gli emergenti sono ancora positive con trend strutturale della globalizzazione che continuerà ad alimentare la crescita dei consumi. Non vanno dimenticati i forti investimenti in infrastrutture in grado di sostenere la domanda interna e gli elevati flussi di nuovi capitali verso questi mercati. Tra gli emerging markets preferiti da Abn Amro spiccano quelli sudamericani e quelli asiatici. Man Investments rimarca come l’importanza relativa della domanda statunitense in Asia e nel resto del mondo non è mai stata così bassa, con il contributo dell’Asia alla crescita globale che si avvia a sorpassare quello degli Stati Uniti. Un piccolo rallentamento della crescita globale potrebbe dimostrasi salutare per quanto riguarda le pressioni inflazionistiche. In Man Investments ritiene molto interessanti realtà quali il Brasile e il Medio Oriente: Nel paese sudamericano il fenomeno mutui è praticamente sconosciuto e la diffusione di questa agevolazione per l’acquisto della casa potrebbe liberare molte risorse che si tradurrebbero in un’impennata dei consumi. Il Medio Oriente invece vanta una crescita sostenuta abbinata a forti investimenti e valutazioni relativamente convenienti che rendono quest’area molto interessante.


 


“I mercati emergenti manterranno il loro ruolo di drivers chiave della crescita economica globale”, sottolinea il GEM-outlook 2008 di Ubs che vede per quest’anno un ritorno tra il 10 e il 15% per l’equity dei paesi emergenti. Gli esperti della merchant bank elvetica non mancano di rimarcare come il prossimo anno c’è il rischio che i margini vadano sotto pressione alla luce della minore crescita e delle pressioni salariali in molti mercati. A livello geografico, l’EMEA l’area che convince maggiormente Ubs con la Russia top pick per il 2008. L’ex Unione Sovietica non appare di primo acchito la più conveniente a livello di valutazioni causa il peso del settore energy, ma allo stesso tempo rappresenta uno di quei paesi in grado di non patire un arresto della crescita economica negli Usa e in Europa. Volgendo lo sguardo in America Latina Ubs ha promosso a “overweight” il Messico, mentre il Brasile è sceso al gradino “neutral”. Infine nella regione asiatica sale a “neutral” il giudizio sull’India che a detta di Ubs offre buone opportunità con una robusta crescita strutturale.


View decisamente più cauta quella degli esperti di Barclays che ritengono molto più vulnerabili i mercati emergenti anche alla luce della loro elevata correlazione con l’equity statunitense che a detta del broker britannico potrebbe pagare il rischio di un’entrata in recessione dell’economia Usa.