Notizie Notizie Italia Marchionne stringe i tempi sul riassetto Chrysler. Gli analisti apprezzano

Marchionne stringe i tempi sul riassetto Chrysler. Gli analisti apprezzano

5 Maggio 2011 08:27

Il calendario dell’american dream di Sergio Marchionne ormai è stabilito. L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler ha fissato un percorso che prevede entro la fine di questo mese la chiusura del rifinanziamento del debito della controllata americana con il governo statunitense e canadese, in netto anticipo rispetto alle attese. Secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore, che cita la documentazione contenuta nell’offering memorandum, l’ad punta a chiudere un mese in anticipo l’operazione. La data cerchiata in rosso è, infatti, quella del 18 maggio per la chiusura delle sottoscrizioni e quella del 24 maggio per il closing finale e l’erogazione dei fondi. Il rifinanziamento consentirà di risparmiare 200 milioni di dollari all’anno di interessi passivi.


“Per il 2011 si dovrà calcolare ovviamente la quota parte su base annuale con rimborso fissato a fine maggio, ci sarà dunque un guadagno aggiuntivo rispetto alle prime stime di circa 20 milioni di dollari per il 2011”, viene spiegato nell’articolo. L’operazione, che apre la strada all’esercizio da parte di Fiat dell’opzione per acquistare il 16% del gruppo Usa e salire così al 46%, è diviso in una linea di credito da 1,25 miliardi di dollari, in obbligazioni garantite da 2,5 miliardi con scadenze a otto e a dieci anni e in titoli di credito garantiti riservati agli investitori istituzionali per 3,5 miliardi con scadenza a sei anni.


L’accelerazione del rifinanziamento, aggiunge il quotidiano, consentirà di stringere i tempi anche sull’operazione finanziaria relativa all’erogazione di 3,5 miliardi di dollari in finanziamenti agevolati in parcheggio al dipartimento per l’Energia. L’attivismo di Marchionne piace agli analisti. “Dal roadshow negli Usa emerge ottimismo sul piano di rifinanziamento di Chrysler: il processo si dovrebbe concludere entro il 24 maggio con contestuale esercizio della call option da parte di Fiat che porterà Torino a controllare il 46% di Chrysler”, segnalano a Intermonte. “Ottimismo sull’esito del rifinanziamento che porterà, secondo le indicazioni, a oltre 200 milioni di dollari di minori oneri finanziari”.


“Questa indicazione – segnala il broker – è inferiore a quanto da noi ipotizzato, ma ci aspettiamo che post rifinanziamento Chrysler possa ottenere prestiti agevolati dal Department of Energy”. Ad ogni modo, concludono alla sim milanese, “le notizie sono positive perché confermano l’interesse delle banche a sottoscrivere l’operazione, ma già incluse nelle nostre attese”.” Si tratta di una buona notizia poiché il closing dell’operazione arriva circa un mese in anticipo rispetto alla timetable iniziale”, dicono anche a Centrosim. “Ciò permetterà a Chrysler un risparmio di circa 20 milioni di dollari, in termini di minori oneri finanziari, dal momento che il rifinanziamento degli onerosi fondi governativi concessi da Usa e Canada permetterà a Chrysler risparmi nell’ordine dei 200 milioni di dollari per anno”.


Per quanto riguarda il capitolo quotazione, Marchionne, in un’intervista con Il Sole 24 Ore, ha spiegato che “non c’è fretta”. L’operazione, ha aggiunto, “è una cosa da discutere con gli altri soci di Chrysler, quindi bisognerà parlarne con il trust della Veba e decidere quando loro vogliono andare”. E comunque, ha sottolineato, “tecnicamente alla Chrysler non servono soldi dal mercato esterno una volta che completiamo questa serie di finanziamenti. Quindi è più per dare loro liquidità, la possibilità a loro di monetizzare l’interesse che hanno nella Chrysler, quando succederà dipenderà anche da loro”.


A Piazza Affari Fiat si limita torna ai nastri di partenza, scambiando a quota 7,17 euro, mentre è più vivace Exor, la cassaforte della galassia Agnelli, in rialzo dello 0,96% a 24,3 euro. Exor e News Corp. stanno lavorando no stop alla creazione di un consorzio che rilevi la Formula 1, attualmente in mano al 70% da CVC Partners che l’ha rilevata nel 2005, e al 20% da Jp Morgan. Obiettivo dichiarato: rilanciare la Formula1 con nuovi circuiti nei paesi emergenti e cambiare le regole per riavvicinare il pubblico. Poco importa se Bernie Ecclestone ha dichiarato che la F1 non è in vendita, per gli analisti è solo un dettaglio. “Riteniamo la sua posizione non sia determinante”, segnalano gli esperti di Equita che strizzano l’occhio alla speculazione. “Crediamo che lo scenario sia verosimile, se non altro perché Exor controlla Ferrari”, ricorda il broker che ha mantenuto il prezzo obiettivo sulla società degli Agnelli a 29 euro con raccomandazione buy.