Notizie Notizie Italia Imprese chiedono profonda revisione legge di stabilità con misure concrete per crescita

Imprese chiedono profonda revisione legge di stabilità con misure concrete per crescita

18 Ottobre 2013 13:41
Attacchi da tutti i fronti al governo dopo il varo di una Legge di Stabilità che non sembra in grado di fornire il necessario supporto alla ripresa dell’economia italiana. In attesa che lunedì i sindacati decidano se intraprendere la via dello sciopero generale, le associazioni di imprese e banche vanno in pressing su governo e Parlamento per ottenere una profonda revisione della Legge di Stabilità varata martedì con misure più efficaci di sostegno alla crescita, in particolare una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro.
A difesa della manovra è intervenuto invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sottolineando la necessità di operare “scelte responsabili prima che coraggiose” facendo riferimento ai vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare a partire dalla soglia del 3% per il rapporto deficit/pil.
L’affondo di imprese e banche
Nella nota congiunta diffusa oggi pomeriggio da ABI, Alleanza delle Cooperative Italiane, ANIA, Confindustria e ReteImprese Italia viene chiesta una Legge di Stabilità che contenga misure più consistenti per la ripresa adeguate al difficile momento che il Paese sta attraversando. “Deve dare i segnali necessari alla società e all’economia per rinvigorire la fiducia in se e nel futuro – rimarca la nota congiunta diffusa dopo un incontro tenuto oggi a Bologna dai vertici delle varie associazioni di imprese e banche –  Rileviamo che manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica e la indicazione di una prospettiva di ammodernamento strutturale dello Stato e di ridefinizione dei compiti della sfera pubblica, da avviare subito”. “Nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici – prosegue la nota – proporremo al Parlamento di rafforzare l’impianto in alcuni punti fondamentali, a partire da una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori; agendo sull’accesso al credito sia attraverso la garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando  impulso alla ricerca e all’innovazione“.  Sebbene si rimarchi che la stabilità sia la prima condizione di ripresa, le associazioni di imprese e banche ritengono pertanto che il Governo debba accelerare e intensificare l’azione per lo sviluppo.