Al via il collaudo della nuova bozza di patto di Gemina. Il diritto di
recesso dal patto parasociale è stato spostato dal 30 giugno al 30 settembre prosssimo. Due nodi ancora da sciogliere: se da un lato non ci sarebbero più riserve sulla possibile abolizione del voto capitario, dall’altro più complessa risulta essere l’ipotesi di elevare il quorum sulle decisioni strategiche rispetto all’attuale 75% richiesto. Dopo il direttivo tenutosi martedì 27 giugno, tre giorni fa presso la sede di Gemina ci sarebbe stata una riunione informale tra i soci del patto nella quale si sarebbe discussa la nuova bozza predisposta dallo studio d’Urso Munari Gatti. Assente il presidente Romiti. L’attenzione si sarebbe concentrata sulla situazione creatasi a seguito del disimpegno di Lucchini che ha svincolato il suo 1,781% – la quota sindacata è scesa così al 41,7% – decretando di fatto il predominio di Infrastrutture e sviluppo e di Mediobanca che hanno elevato la loro influenza dal 72,63% a oltre il 75% delle azioni vincolate. Sembrerebbe quasi emeregere che la Finanziaria di Romiti, Clessidra, Benetton e Capitalia assieme a Piazzetta Cuccia oltre ad esercitare un potere di veto dispongono ora anche di un potere di agire.