Notizie Forex: l’inflazione cinese preoccupa e spinge gli acquisti sullo yen

Forex: l’inflazione cinese preoccupa e spinge gli acquisti sullo yen

15 Aprile 2011 08:45

In salita le tensioni inflattive in Cina con il mercato che guarda a un nuove mosse da parte di Pechino per frenare l’ascesa dei prezzi. Nuove stretta monetarie che dovrebbero frenare la crescita della seconda economia mondiale che nel primo trimestre del 2011 si è mantenuta vicina al 10%. Queste tensioni hano spinto stamattina gli investitori ad acquistare lo yen che si sta apprezzando rispetto a tutte le altre principali valute. Il cross dollaro/yen è sceso fino a 82,97 yen, mentre l’euro cede oltre l’1% rispetto alla valuta nipponica in area 120 yen.

L’indice dei prezzi al consumo cinese salito a marzo al 5,4% (consensus era fermo a +5,2%). Si tratta dei massimi degli ultimi 32 mesi, aumentando così le attese di una nuova stretta monetaria da parte di Pechino. Meglio delle attese la crescita economica della Cina che ha riportato una crescita del pil del 9,7%. “La Cina negli ultimi mesi ha messo in atto diverse politiche atte a contenere le pressioni inflattive – rimarca la morning note odierna di Fxcm – mosse che hanno funzionato nel breve ma che per ora stanno lasciando la strada aperta ad aumenti dei prezzi al consumo che potrebbero pesare ulteriormente sul potenziale rallentamento a livello di crescita economica, a cui la Cina potrebbe andare incontro”.

L’euro dollaro viaggia in calo a quota 1,444 dollari. In Europa riflettori ancora puntati sulla crisi del debito con Moody’s che ha tagliato il rating dell’Irlanda di due gradini a Baa3 da Baa1, mantenendo l’outlook negativo. L’agenzia di rating ritiene che le prospettive di crescita economica dell’Irlanda siano deboli e inoltre la politica restrittiva della Bce potrebbe influire negativamente sul Paese.

Oggi arriverà l’atteso dato sull’inflazione Usa di marzo. Gli analisti vedono un balzo dello 0,5% su base mensile, ritmo più elevato dal giugno 2009. A livello tendenziale è atteso un progresso del 2,6 per cento dal 2,1 per cento della lettura di febbraio. A livello “core”, ossia al netto di energia e cibo, l’indice è visto a più 1,2 per cento, sui nuovi massimi a 2 anni. Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, ha ribadito la scorsa settimana che le aspettative di inflazione rimangono stabili e ben ancorate con l’aumento dei prezzi, dovuto soprattutto al rincaro delle materie prime, visto come un fenomeno che difficilmente persisterà nel tempo.