Notizie Notizie Mondo Fed, Yellen: “potremmo aver valutato in modo errato solidità lavoro e inflazione Usa”

Fed, Yellen: “potremmo aver valutato in modo errato solidità lavoro e inflazione Usa”

27 Settembre 2017 08:20

E’ possibile che la Federal Reserve abbia sopravvalutato la forza del mercato del lavoro e del tasso di inflazione Usa. E’ quanto Janet Yellen, numero uno della Fed, ha proferito alla National Association for Business Economics, a Cleveland, lasciando pensare di primo acchito che la politica monetaria della banca centrale statunitense potrebbe diventare meno restrittiva. Un dubbio che, tuttavia Yellen, ha tentato contestualmente di far rientrare, nel momento in cui ha detto che l’istituto dovrebbe comunque attenersi al percorso del rialzo dei tassi deciso.

Di qui, il rafforzamento del dollaro, con il Dollar Index che ha testato il massimo in quasi un mese, attestandosi al di sopra dei 93 punti.

L’ammissione di possibili errori di valutazione getta comunque un’ombra sulla credibilità della Fed. Queste le parole di Yellen:

“E’ probabile che io e i miei colleghi abbiamo valutato in modo erroneo la forza del mercato del lavoro, il grado con cui le aspettative di inflazione di più lungo periodo sono in linea con il nostro obiettivo di inflazione, o anche le forze fondamentali alla base delle pressioni inflazionistiche“.

Pur ammettendo che la Fed potrebbe rallentare il passo nel rimuovere i fattori accomodanti di politica monetaria, Yellen ha avvertito che la banca centrale “dovrebbe essere prudente nell’intervenire in modo troppo graduale”.

E’ bene dunque chiarire che la Fed, secondo il suo numero uno, prevede ancora che l’inflazione di lungo termine si avvicinerà a quel target del 2%, che viene reputato positivo per la crescita dell’economia. Tuttavia, la stessa vuole lasciarsi un margine di errore.

In ogni caso, “un’inflazione bassa in modo sostenuto come questo non è desiderabile, tra le altre cose, anche perchè in generale si traduce nel fissare tassi sui fed funds a bassi livelli in condizioni di normalità, limitando in questo modo la stessa possibilità di lanciare poi misure espansive, nel momento in cui è necessario combattere le recessioni”.