Notizie Notizie Mondo Exor, negoziati in corso per aumentare quota nell’Economist

Exor, negoziati in corso per aumentare quota nell’Economist

27 Luglio 2015 08:26

A distanza di qualche giorno dall’annuncio della cessione del
Financial Times” ai giapponesi di Nikkei,  l’editore britannico Pearson rimane sul
mercato e si prepara a cedere circa il 50% del settimanale “Economist“.
E nella partita è pronta ad entrare l’italiana Exor, già proprietaria del 5%
dell’Economist. La conferma ufficiale è arrivata venerdì sera: in
una nota stampa la finanziaria della famiglia Agnelli ha confermato di
“avere in atto negoziazioni con The Economist Group, i suoi Trustees e
Pearson in merito alla possibilità di aumentare il proprio investimento nel
gruppo
“.

Exor ha precisato che “se si procedesse con
l’incremento dell’investimento,  rappresenterebbe
in ogni caso una partecipazione di minoranza nell’Economist
(a cui Exor
assicura il proprio sostegno di investitore dal 2009), a conferma del forte impegno
di Exor nel garantire l’indipendenza editoriale che sta alla base dei valori e del
successo dell’Economist”. Nel frattempo a Piazza Affari Exor non riesce a
imboccare la strada dei rialzi: in questo momento il titolo del gruppo guidato
da John Elkann perde oltre l’1%, mentre il Ftse Mib cede circa l’1,45 per
cento. 

Le trattative, sottolinea il “Financial
Times”, potrebbero così completare la trasformazione in atto di Pearson
che si focalizzerebbe su un solo business che è quello dell’editoria
scolastica. Il quotidiano finanziario, che cita una fonte vicina
all’operazione, aggiunge che il valore della partecipazione dovrebbe essere pari a circa
400 milioni di sterline.

Giovedì scorso Pearson ha
comunicato di avere raggiunto un accordo per vendere a Nikkei inc. il gruppo
che edita il principale organo d’informazione finanziaria europeo per 844
milioni di sterline
pari a quasi 1,2 miliardi di euro. Dall’accordo – chiarisce
il documento – è esclusa la quota del 50% che Pearson detiene in The Economist.
Oltre ad Exor che ha confermato le trattative, tra i potenziali ci sono altre tre
famiglie: Schroders, Cadburys e Rothschild.