Notizie Notizie Mondo Eurozona: l’Fmi caldeggia una maggiore integrazione fiscale per prevenire altre crisi

Eurozona: l’Fmi caldeggia una maggiore integrazione fiscale per prevenire altre crisi

26 Settembre 2013 07:58

Nuova esortazione all’eurozona da parte del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per un’accelerazione nel processo di integrazione fiscale. Secondo l’istituto di Washington una più profonda integrazione fiscale nella zona euro può correggere le debolezze dell’architettura del sistema, rendono la zona più resistente alle crisi future e fornire credibilità a lungo termine delle misure già adottate.

La possibile creazione di un’autorità centrale di bilancio per l’area euro entrerà con ogni probabilità nel vivo del dibattito tra i leader dell’eurozona nei prossimi mesi. Il nodo principale da sciogliere è la resistenza di alcuni Paesi, Germania, in primis, contrari a possibili mutualizzazioni dei debiti pubblici e sobbarcarsi in futuro eventuali nuovi oneri legati alla mancati disciplina fiscale di alcuni Paesi. Tra le conclusioni del  Consiglio europeo dello scorso giugno si accennò alla necessità di predisporre alcuni meccanismi di solidarità con la Francia che caldeggia la creazione di un bilancio unico della zona euro, mentre i tedeschi preferiscono una soluzione soft con risorse economiche da utilizzare per appplicare riforme in Paesi in difficoltà.

Nel rapporto pubblicato ieri dal Fmi si sottolinea però come un’integrazione fiscale non necessariamente vorrà dire che le nazioni che oggi vantano una posizione di forza saranno anche quelle che andranno in soccorso a chi sarà in difficoltà nelle prossime crisi future. La condivisione del rischio, secondo l’Fmi, porterà di volta in volta le nazioni che stanno sperimentando migliori condizioni cicliche ad andare in soccorso di quelle in difficoltà; pertanto non sarebbero sempre le stesse nazioni a dare aiuti.
 
“Contrariamente alle aspettative – rimarca il rapporto del Fmi – il lancio della moneta comune non ha reso più simili le economie della zona euro e neanche più resistenti agli shock. Allo stesso tempo l’integrazione finanziaria ha creato la potenziale trasmissione di problemi in un paese ad altri. Ciò è stato particolarmente evidente nel pieno della crisi, quando i problemi delle banche hanno sollevato dubbi sulla solvibilità sovrana ed a sua volta lo stress sovrano aggravato la pressione sui bilanci delle banche”.
L’istituto guidato da Christine Lagarde non manca di rimarcare che l’approccio adottato finora nell’affrontare la crisi è stato costoso, non solo in termini di assistenza finanziaria diretta, ma anche in termini di perdita di produzione e un aumento della disoccupazione.