Notizie L’euro consolida sopra 1,06 dopo Trump, ora riflettori su Bce per la prima riunione dell’anno

L’euro consolida sopra 1,06 dopo Trump, ora riflettori su Bce per la prima riunione dell’anno

16 Gennaio 2017 17:19

La scorsa settimana sul mercato valutario il dollaro americano ha fatto registrare un rallentamento del passo tenuto nei confronti dell’euro. Subito dopo il primo discorso ufficiale tenuto da Donald Trump il biglietto verde ha perso lo slancio mostrato nelle prime sedute dell’anno, ed il cambio contro l’euro è tornato a stabilizzarsi al di sopra di area 1,06.

Per gli esperti il Tycoon non avrebbe fornito riferimenti chiari ed espliciti relativamente ai programmi fiscali che intende implementare nella prima economia del mondo. Tale mancanza di riferimenti è stata interpretata come elemento di incertezza e quindi si è riflessa sul valutario con vendite sul greenback. L’andamento odierno sembra riflettere specularmente tale dinamica, con le quotazioni che si mantengono al di sopra dell’1,06 anche nelle contrattazioni odierne.

In questo quadro i riflettori questa settimana torneranno ad illuminare il lato europeo dell’oceano, con la prima riunione della Bce in agenda giovedì 19 gennaio. Le parole di Draghi saranno dunque il prossimo market mover per le contrattazioni sulla valuta unica, con gli esperti che danno per scontato un nulla di fatto.

“Mario Draghi sarà tenuto a minimizzare il recente rialzo dell’inflazione in eurozona, legato essenzialmente a un effetto base sui costi energetici, e fugare ogni dubbio di tapering del Qe a breve”, sostiene Alberto Biolzi, responsabile advisory di Cassa Lombarda.

Tesi che corrobora quanto dichiarato da Yves Mersch, membro esecutivo del board dell’istituto, che la scorsa settimana ha lasciato intendere che “è assolutamente prematuro dichiarare sconfitto lo spettro della bassa crescita economica”.

Si esprime in tal senso una survey condotta da Bloomberg presso alcuni economisti che ritengono che l’Eurotower non apporterà alcuna modifica alle attuali politiche, almeno fino a settembre del 2017.
“Secondo la maggioranza degli economisti interpellati la prossima mossa di Francoforte riguarderà una diminuzione dell’ammontare mensile di acquisti ma al contempo un’estensione temporale oltre dicembre 2017, si legge nella ricerca pubblicata sulla piattaforma.