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Dopo COP21 gli investitori aprono i portafogli ai green bond

16 Dicembre 2015 07:42
Dopo il COP21, il summit sul clima tenutosi a Parigi nei  giorni scorsi, una delle sfide che gli investitori dovranno affrontare nel 2016 sarà incorporare nei propri portafogli i temi oggetto degli accordi volti a contenere l’aumento della temperatura del pianeta. Largo quindi ai green bond, gli investimenti diretti in infrastrutture sostenibili, e gli investimenti in azioni quotate. Secondo Natixis, che ha dedicato un intero capitolo del suo Outlook 2016 a questo argomento, gli investimenti “verdi” rappresentano un’opportunità per contribuire e cavalcare la transizione verso un modello economico a basse emissioni (low carbon) e per ridurre l’impatto in termini di emissioni (carbon footprint) dei portafogli di investimento.
Performance e bassa crescita

Una sfida per tutti gli investitori, e non solo per gli investitori responsabili, è quella di trovare rendimenti interessanti nonostante un contesto di bassa crescita nel lungo termine. “Investire nella soluzione di alcuni dei maggiori problemi al mondo potrebbe essere la chiave per ottenere solide performance – è il parere di Jens Peers, Chief Investment Officer, Sustainable Equities di Mirova – Soluzioni per arginare le perdite idriche, la riduzione degli sprechi alimentari, l’istruzione, e l’accesso alle cure di base sono solo alcuni dei settori che saranno oggetto di maggiore attenzione negli anni a venire”.

Economia low carbon
Anche l’adeguamento dell’orizzonte temporale degli investimenti al contesto di bassa crescita farà parte delle prossime sfide secondo gli analisti di Natixis. Non solo per individuare le opportunità di investimento migliori, ma anche per ridurre il rischio di rendimenti deludenti. “Siamo convinti del fatto che la lotta al cambiamento climatico e i progressi tecnologici stiano orientando il mondo verso un modello economico low carbon“, dice Peers. Che aggiunge: “La combinazione tra generazione di energia rinnovabile e accumulo di energia potrebbe sostituire il carbone e il petrolio come fonte principale di energia. A tale proposito, l’attuale dibattito sulla dismissione degli investimenti per l’estrazione di carboni fossili risulta interessante. E visto il crollo dei prezzi dei combustibili fossili nel 2015, tale dibattito si è trasformato da un dibattito etico a uno di natura più finanziaria, e riteniamo persisterà nel 2016”.
Ripresa delle soft commodity
Quanto al settore agricolo, che ha sofferto nel 2015 dopo aver registrato ottime performance negli anni precedenti, quali sono le previsioni? “Ritengo che alcune delle condizioni avverse verificatesi nel 2015, quali l’eccesso di capacità produttiva su tutta la catena del valore e il calo dei prezzi di soft commodity come caffè, cacao, mais, zucchero e frumento, siano ora sotto controllo”. In conclusione, le valutazioni attuali potrebbero portare a sorprese positive nel 2016, specialmente laddove i driver di lungo termine, tra cui la crescita della popolazione, il cambiamento delle abitudini alimentari derivante dall’ascesa della classe media nei Paesi emergenti e la mancanza di terra arabile continuino a supportare il settore.