Notizie Indici e quotazioni Deboli le borse europee, pesa lo stallo politico italiano. Oggi riunione Eurogruppo

Deboli le borse europee, pesa lo stallo politico italiano. Oggi riunione Eurogruppo

4 Marzo 2013 08:48

Il perdurare dell’instabilità politica in Italia continua a farsi sentire sui mercati azionari europei. La settimana prende infatti il via con il segno meno in tutto il Vecchio continente: intorno alle 9.30 il Cac40 cede lo 0,66%, il Ftse100 lo 0,51% mentre il Dax30 lascia sul terreno lo 0,8%. In ribasso anche la Borsa di Milano con il Ftse Mib che segna una flessione di circa l’1,3% a 15.472 punti.

Si soffre dell’incertezza politica italiana
In Italia e nel Resto d’Europa lo stallo politico italiano continua a pesare. Ieri sera dalla trasmissione “Che Tempo che fa” su Rai Tre il candidato premier del centrosinistra, Pierluigi Bersani, ha dichiarato: “Dico a Grillo che io non apro tavolini e non sto qui a scambiare sedie. Adesso dica cosa vuol fare. Tutti a casa? Però anche lui”. E in questo scenario di forte incertezza, che fa tornare d’attualità la crisi della zona euro, a circa sei mesi dalle elezioni in Germania si parla del lancio di un partito anti-euro: “Alternativa per la Germania”. In Italia il successo del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo fa ben sperare.

La settimana si apre con una nuova riunione dell’Eurogruppo. Tra gli argomenti in agenda le trattative sul pacchetto di aiuti per Cipro. Discussioni che potrebbero subire un’accelerazione dopo le elezioni presidenziali a Nicosia della settimana passata, con la vittoria del leader conservatore Nicos Anastasiades.

E’ partito il sequester in Usa
Gli sguardi rimangono oggi puntanti su Oltreoceano dopo la partenza del cosiddetto sequester, i tagli automatici alla spesa pubblica, dopo il nulla di fatto tra il presidente Usa, Barack Obama, e i leader del Congresso. “Non è una vittoria per nessuno” ha dichiarato Obama in una conferenza stampa venerdì scorso aggiungendo che si tratta di “una sconfitta per gli Americani”. Il primo inquilino della Casa Bianca non è dunque riuscito a bloccare i tagli lineari alla spesa pubblica degli Stati Uniti per 85 miliardi di dollari nel 2013. Non appena i tagli inizieranno a colpire gradualmente i diversi comparti si prevede una perdita potenziale di 750 mila posti di lavoro nel corso del 2013 e un impatto sul Pil di circa lo 0,6%. Secondo Obama questi tagli si faranno sentire sulla ripresa, in particolare sulla sfera occupazionale, anche se non genereranno una nuova crisi.