Notizie Notizie Italia Caso Carige, parola ora ai Commissari straordinari e alla Bce. Titoli ancora sospesi

Caso Carige, parola ora ai Commissari straordinari e alla Bce. Titoli ancora sospesi

3 Gennaio 2019 11:38

Il caso Banca Carige tiene banco anche oggi a Piazza Affari. Dopo la decisione della Banca centrale europea (Bce) di commissariare l’istituto bancario ligure in scia alle dimissioni della maggioranza dei membri del cda della banca, i titoli emessi o garantiti da Carige restano sospesi dalle contrattazioni (ecco gli Isin degli strumenti sospesi: Isin IT0005108763, IT0005108771, IT0001330411, e XS1734886887).

La comunicazione ufficiale di Borsa Italiana arriva dopo la delibera Consob emessa ieri sera nella quale si precisa che: “i ridotti obblighi informativi al pubblico conseguenti al regime di Amministrazione Straordinaria non garantiscano la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori“.

La Consob, spiega ancora nella delibera, che: “considerato che i titoli in intestazione sono ammessi a negoziazione su numerose sedi di negoziazione europee e valutata la necessità di assicurare, in relazione ai suddetti titoli, la correttezza del processo di formazione dei prezzi, al fine di garantire la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori“.

 

Ieri la Bce ha nominato oggi tre commissari straordinari (Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener) e un comitato di sorveglianza formato da tre membri che subentrano al cda. Adesso gli interrogativi sul futuro di Banca Carige sono molti. Quale potrebbe essere il piano messo in campo dal governo, si seguirà lo schema delle venete o quello adottato per Mps?Non trapela molto da palazzo Chigi che ieri in una nota ufficiale ha fatto sapere che il premier, Giuseppe Conte, sta seguendo personalmente, con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, le ultime vicende riguardanti la governance Carige. Nel comunicato ufficiale spiegano: “Questa vigile attenzione del Governo, ai suoi massimi livelli, è il segno tangibile e la migliore garanzia per proseguire e completare il consolidamento patrimoniale e il rafforzamento imprenditoriale di un’azienda bancaria valutata, dal medesimo Governo, quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell’intero sistema economico-sociale ligure”.

Tornando alla decisione della Bce di decisione di avviare la procedura di amministrazione straordinaria, l’isituto guidato da Mario Draghi aggiunge: “è una misura di intervento precoce finalizzata ad assicurare la continuità e a perseguire gli obiettivi di un piano strategico. Tale procedura comporta lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo della banca”. Ai commissari straordinari spetta ora “il compito di salvaguardare la stabilità di una banca monitorandone attentamente la situazione, tenendo costantemente informata la Bce e, se necessario, adottando misure tese ad assicurare che la banca ripristini il rispetto dei requisiti patrimoniali in modo sostenibile”.

 

Secondo quanto anticipato da “Il Sole 24 ore“, il percorso che appare più probabile al momento è che “i commissari, d’intesa con la Bce, chiedano al Fondo interbancario di garanzia di trasformare il bond da 320 milioni in Common equity, rafforzando i coefficienti patrimoniali senza bisogno di passare dall’assemblea dei soci”. ” Una volta completata la ricapitalizzazione, i commissari piloteranno Carige – scrive ancora il quotidiano – verso l’aggregazione con un’altra banca“. Per “Il Messaggero” “il percorso delle Autorità punta a ridimensionare il ruolo dei Malacalza mettendo il pallino nelle mani dei Commissari”. Questa procedura, aggiunge il quotidiano romano, favorirà una fusione: in pole position Unicredit, anche se, ambienti bancari, accreditano di chances anche Bper”. E ancora stando a quanto si legge ne “Il Messaggero”. Francoforte vuole una soluzione entro tre mesi e ieri, secondo le ipotesi che circolavano, si parlava di riunire una nuova assemblea tra circa un mese (nei primi giorni di febbraio).

 

La situazione per Carige è precipitata dopo che il maggior azionista, la famiglia Malacalza che detiene il 27,5% del capitale, non ha approvato l’aumento di capitale imposto come ‘diktat’ dalla vigilanza della Banca centrale europea. Si ricorda che il Fondo interbancario di tutela dei depositi era intervenuto, sottoscrivendo il bond subordinato Tier 2 da 320 milioni di euro emesso a fine novembre come parte del piano di rafforzamento patrimoniale, che prevedeva uno step successivo con l’aumento di capitale da 400 milioni. Ecco cosa è accaduto ieri (approfondisci qui).