Capitalia: a maggio meno petrolio importato in Usa, effetto prezzi
Bilancia commerciale americana a due volti nel mese di maggio. Mentre le esportazioni sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,1% mese su mese), "la vera sorpresa è provenuta dalla significativa riduzione delle importazioni (-0,9% mese su mese)" ha chiarito Giuliana Caporera dell'ufficio studi di Capitalia. Il calo è dovuto principalmente a due fattori: la contrazione dell'importazione di beni capitali al netto delle auto (-1,8% mese su mese) e dei beni industriali (-5,9% mese su mese), sottoinsieme che comprende anche il petrolio. "Questo suggerisce che gli aumenti del prezzo petrolio hanno avuto un effetto sul livello delle esportazioni Usa di questa materia prima" ha aggiunto l'economista. "Ma la contrazione non vuol dire che in futuro sarà sempre lo stesso, perché la domanda potrebbe tornare a crescere indipendentemente dalle dinamiche di prezzo e questo dato da solo non dovrebbe essere capace di fare invertire il trend del prezzo dell'oro nero. In sostanza si potrebbe trattare di un fenomeno di breve periodo". Sempre crescenti invece le importazioni di beni di consumo e generi alimentari, mentre tra i beni durevoli le auto hanno messo a segno un rialzo del 5,5%. Dati dai quali emerge una propensione ai consumi privati a stelle e strisce ancora molto alta. A livello territoriale è cresciuto il deficit commerciale verso l'Unione Europea (-10,49 mld di dollari da -9,26 mld di dollari) e la Cina (-15,75 mld di dollari da -14,71 mld di dollari), mentre si è ridotto quello verso il Canada (-4,75 mld di dollari da -5,4 mld di dollari) e il Giappone (-6,58 mld di dollari da -7,17 mld di dollari).