Notizie Notizie Mondo Brusca frenata delle Borse Ue in scia allo scivolone di Francoforte, male Wall Street

Brusca frenata delle Borse Ue in scia allo scivolone di Francoforte, male Wall Street

25 Agosto 2011 15:20

Brusca inversione di rotta per le principale piazze finanziarie del Vecchio Continente, trascinate al ribasso dal crollo improvviso della Borsa di Francoforte. I volumi sul future Dax sono cresciuti di ben 25 punti percentuali sopra la media mobile a 30 giorni in soli 30 minuti. Il motivo del crollo improvviso potrebbe essere ricercato in alcune indiscrezioni circolate nelle sale operative secondo cui la Bafin (la Consob tedesca) avrebbe in cantiere l’estensione del divieto di short selling a tutte le azioni quotate sul paniere principale.


Indiscrezioni puntualmente smentite sia dalla stessa Bafin sia dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha escluso categoricamente l’estensione del divieto sulle vendite allo scoperto. Il trend ribassista del Dax sarebbe inoltre stato favorito dalla perdita dell’importante soglia tecnica dei 5.500 punti, poi subito riconquistata. Ma in un periodo di estrema volatilità sui mercati finanziari basta una voce per scatenare il panic selling. E così, mentre nel primo pomeriggio i listini continentali viaggiavano tutti in territorio positivo, a pochi minuti dalla chiusura delle contrattazioni Francoforte cede l’1,80%, Parigi lo 0,60%, Londra l’1,45%, Madrid l’1%.


Anche Piazza Affari ha invertito rapidamente la rotta e in questo momento l’indice Ftse Mib cede lo 0,30% a 14.930 punti, mentre il Ftse All Share arretra dello 0,25% a quota 15.770. Anche Wall Street, dopo un inizio confortante, è stata colpita dalle vendite: il Dow Jones cede l’1% a 11.200 punti e il Nasdaq 100 lascia sul parterre lo 0,95% a quota 2.125. I riflettori sono tutti rivolti verso l’appuntamento di domani a Jackson Hole quando alle 20.00 (ora italiana) parlerà il presidente della Fed, Ben Bernanke, in occasione della riunione annuale dei banchieri centrali. Proprio un anno fa, nella stessa occasione, Bernanke aveva aperto la strada al varo di un secondo piano di quantitative easing favorendo la ripresa del mercato azionario e un veloce deprezzamento del dollaro.