Notizie Notizie Mondo Brexit: summit cruciale a Bruxelles, al via oggi il Consiglio europeo per cercare un compromesso

Brexit: summit cruciale a Bruxelles, al via oggi il Consiglio europeo per cercare un compromesso

Pubblicato 18 Febbraio 2016 Aggiornato 5 Luglio 2019 15:01
Brexit o non Brexit? O come ha scritto in un tweet nei giorni scorsi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, “Essere o non essere in Europa”. E’ questo il dilemma che dovranno affrontare in questi giorni i leader dei 28 Stati europei riuniti a Bruxelles. Oggi e domani è infatti in programma un Consiglio europeo per cercare di trovare un compromesso con Londra, al fine di evitare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, la cosiddetta Brexit, nel referendum che dovrebbe tenersi il prossimo 23 giugno (la data non è ancora stata ancora ufficializzata). Una volta raggiunto il compromesso, infatti, inizierà in maniera formale la campagna politica. Già la prossima settimana, quindi il premier britannico, David Cameron, potrebbe confermare la data esatta del voto. L’ipotesi generale è che dovranno esserci almeno dieci settimane di campagna e 28 giorni di silenzio prima del referendum. 
Tuttavia, il rischio che non venga raggiunta una intesa sui nuovi rapporti tra Londra e Bruxelles c’è. “Dopo le mie consultazioni di queste ultime ore – ha detto ieri Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo – lo devo ammettere francamente: non c’è la garanzia di giungere a un accordo”. Ci sarebbero infatti ancora divergenze su alcuni aspetti politici, in particolare sulla questione della gestione dei flussi migratori.
Se si dovesse avverare un Brexit, il mercato vede chiari rischi per il commercio e gli investimenti con implicazioni sulla crescita e l’occupazione. “La crescita del Pil (prodotto interno lordo) della Gran Bretagna potrebbe rallentare all’1,5%, circa 1,2% al di sotto di quello previsto, mentre il cambio euro/sterlina potrebbe muoversi verso il livello di 0,90 con la Bank of England che potrebbe allentare la politica monetaria – sostiene James Knightley, analista di Ing – Questo risultato potrebbe anche alimentare la campagna per l’indipendenza scozzese, che aggraverebbe gli effetti”. Tuttavia, il danno potrebbe rivelarsi di breve durata. La Gran Bretagna infatti sarebbe costretta a trovare entro due anni un accordo commerciale e delle offerte bilaterali con i Paesi extra-Ue. “Una volta che la situazione si stabilizza, – prevede l’esperto di Ing – le prospettive di crescita dovrebbero migliorare (aiutate da una valuta più debole e tassi di interesse bassi), ma la BoE potrebbe essere costretta a stringere i cordoni della politica per combattere il rischio inflazione”.