Notizie Notizie Mondo Brexit. L’Europa ha bisogno di più politica e meno economia

Brexit. L’Europa ha bisogno di più politica e meno economia

1 Luglio 2016 12:42
 

La rivolta populista non finirà con il voto Brexit. L’insoddisfazione delle masse risale al 2007-2008. Ergo: il rialzo dei tassi è decisamente congelato. E’ questa la sintesi di un report firmato da Michael Boye, Head of Fixed Income di Saxo Bank, sulle conseguenze del divorzio inglese dall’Unione europea. “L’elettorato britannico ha deciso di abbandonare l’Ue sconvolgendo la classe politica e creando il panico nei mercati finanziari – dice Boye – Questo esito sorprendente è sicuramente stato sostenuto da una repulsione nei confronti della politica e della classe dirigente in genere. E questa decisione potrebbe potenzialmente produrre un impatto molto più ampio per il futuro economico e politico di diverse nazioni europee. Basti pensare ai cicli elettorali che si terranno in Germania, Francia, probabilmente anche in Italia e nello stesso Regno Unito, senza considerare le elezioni americane del prossimo novembre“.
 
Welfare sotto attacco
Secondo Boye, questa opinione degli elettori si è radicata all’indomani delle crisi finanziare in cui i contribuenti hanno dovuto pagare il conto per il caos creato in primo luogo da avidi banchieri a piede libero, ma anche dalle Banche centrali e dalla politica, che continuano ad arrancare in una situazione di crescita economica drammaticamente lenta. “Inoltre, bisogna considerare che l’attuale crisi dell’immigrazione e le sempre più forti forze della globalizzazione stanno creando una minaccia crescente al sistema di welfare europeo“, spiega ancora Boye.
 
Politica più che economia
 
Mentre la risposta politica è molto incerta – anche se prevarrà l’interesse comune nel trovare una soluzione pacifica che lascerà intatti i principali accordi commerciali tra UK e Ue – la risposta economica da parte delle Banche centrali è più interessante dal punto di vista degli investitori. Innanzitutto, il prossimo aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve è stato posticipato a data da definire, come anticipato dagli investitori, con addirittura un possibile taglio dei tassi prezzato con maggiore probabilità durante i prossimi tre incontri a Washington. “Allo stesso modo – spiega lo strategist – un aumento dei tassi entro dicembre è quotato a meno di 1 possibilità su 10 e potrebbe non avvenire nemmeno nell’arco di tutto il 2017”.

Raccogliere il premio al rischio negli asset UK
Quanto all’Ue, Saxo Bank prevede che sia la Bank of England che la BCE, probabilmente con il coordinamento da parte di altre Banche centrali, incrementeranno le politiche monetarie nel tentativo di riguadagnare sicurezza economica e finanziaria. “Il Regno Unito si trova infatti sull’orlo della recessione e dell’inflazione, così come la crescita dell’intero continente stenta a staccarsi dal fondo”, dice Boye. Questo scenario dovrebbe contribuire a mantenere i rendimenti delle obbligazioni di stato a un livello basso per il prossimo futuro, nonostante i livelli già molto allungati. “Alla fine, riteniamo che la presenza di rischio durerà ancora, anche se il premio al rischio (e la volatilità) potrebbero rimanere elevati per diverso tempo a causa della maggiore incertezza politica presente in tutta l’Unione”, dice ancora Boye. Che conclude: “Per ovvie ragioni, gli asset britannici si sono trovati nell’occhio del ciclone, comprese le obbligazioni statali.  Gli strumenti finanziari e gli strumenti di debito subordinato hanno subito una particolare pressione e per questo dovrebbero essere i primi candidati per un recupero“.